Costretta a fare la chemio: fra legge, buon senso e libertà personale
Apprendo dai media la notizia della decisione di un Tribunale del Connecticut (USA), confermata dalla Corte Suprema dello Stato americano, a carico di una ragazza minorenne di 17 anni, la quale sarà costretta dalla Legge ad effettuare un ciclo di Chemioterapia per un Linfoma di Hodgkin.
Sono state pertanto respinte le istanze dei giudici della famiglia della ragazza, le quali avrebbero dovuto provare la piena consapevolezza della scelta.
Per i medici che la tengono in cura presso il Connecticut Children's Medical Center di Hartford, questa cura le darà l'85% di possibilità di sopravvivere al linfoma di Hodgkin, un tumore linfocitario che ad oggi possiede un'altissima percentuale di sopravvivenza a lungo termine grazie alle terapie tradizionali (chemio e radioterapia).
Trapela una dichiarazione della madre della giovane paziente, nella quale si afferma la volontà di non voler far morire la propria figlia, ma di scegliere assieme a Lei cure alternative che non immettano - testuali parole - "veleni" nel suo corpo.
Conoscendo come ogni medico e come dermatologo oncologo il Linfoma di Hodgkin, posso confermare che questo tumore ad oggi può essere curato con successo.
Parimenti, riconosco la libertà di ogni singolo paziente e in caso di minore età dei genitori o facenti funzione alla libera scelta.
Rimangono i dubbi sulla reale percezione da parte della famiglia della paziente del rapporto rischio/beneficio della medesima terapia.
Probabilmente, in questo contesto, il rapporto fra corretta informazione medico-paziente rispetto ad un altro tipo di informazioni, ha subito un cortocircuito.
Mi piacerebbe sapere quanto questa famiglia abbia appreso dai medici e quanto da probabili altre fonti di informazione: di sicuro, avrei combattuto con i Medici per convincere la giovane paziente ad effettuare le cure.
Lascio questa notizia agli utenti e ai colleghi per aggiungere una discussione in merito a questa difficilissima vicenda e sottolineo un libero pensiero che esula dalla specificità della vicenda:
Servizi come medicitalia.it possono ad oggi rappresentare un piccolo patrimonio a tutela della salute, per orientarsi al meglio nel mare spesso oscuro della disinformazione telematica - che ad oggi dati alla mano, soprattutto per la Salute, detiene un'altissima percentuale di impatto sociale a detrimento dei cittadini/utenti.
Fonte:
http://www.quotidiano.net/tribunale-obbliga-chemioterapia-1.559712