Nuove tendenze in implantologia odontoiatrica
Alcune cose in implantologia odontoiatrica stan cambiando.
Per alcuni aspetti più che di nuove tendenze si tratta di un ritorno al passato, o quantomeno possiam dire che si è visto che alcuni dogmi che ci son stati insegnati tali non sono.
Dopo aver studiato e creato superfici implantari sempre più performanti e sempre più simili a ciò che gli osteoblasti (le cellule deputate alla formazione di nuovo osso) maggiormente gradiscono per funzionare meglio e secondo qualcuno (che conosce poco la biologia) in tempi più rapidi,
adesso stan tornando in auge impianti machined (a superficie liscia) perché si è capito che per il mantenimento nel tempo della riabilitazione implantoprotesica forse è più importante fornire un prodotto che sia poco attaccabile dai batteri rispetto ad un prodotto che abbia un più intimo contatto con l’osso (bisognerebbe poi davvero vedere se questo contatto è davvero più intimo, e ci son dati contrastanti a riguardo, e se questo supposto maggior contatto impianto-osso sia clinicamente significativo).
Un altro assunto quasi irrinunciabile è stato, ed è ancor oggi per molti che si occupano di implantologia, mettere l’impianto più lungo e più largo possibile compatibilmente con la disponibilità ossea della zona edentula che si va a riabilitare, sfruttare cioè al massimo l’osso disponibile.
Si è visto poi, e lo si sta capendo sempre più, che utilizzare un impianto molto largo può mettere in sofferenza i tessuti perimplantari che circondano il collo dell’impianto e compromettere l’estetica. Dunque meglio un impianto di minor diametro circondato da più osso e tessuti perimplantari più stabili.
E per quanto riguarda la lunghezza della vite implantare (la fixture) cosa ci dice la più moderna letteratura scientifica?
Ci dice che impianti di lunghezza inferiore a 10 mm (utilizzati anche nelle condizioni in cui son sottoposti a maggior stress meccanico) van bene come quelli più lunghi.
- Meta-analysis of single crowns supported by short - Mezzomo LA, Miller R, Triches D, Alonso F, Shinkai RS. (J Clin Periodontol. 2014 Feb;41(2):191-213)
Altri studi autorevoli di autori altrettanto autorevoli spostano ancora più in basso la sbarra e dicono che non ci son differenze neanche se gli impianti son di lunghezza uguale o inferiore ad 8 mm.
- Long-term outcomes of short dental implants supporting single crowns in posterior region: a clinical retrospective study of 5-10 years. Clin Oral Implants Res. - Lai HC, Si MS, Zhuang LF, Shen H, Liu YL, Wismeijer D. (2013 Feb;24(2):230-7)
- Short (8-mm) locking-taper implants supporting single crowns in posterior region: a prospective clinical study with 1-to 10-years of follow-up. - Mangano FG, Shibli JA, Sammons RL, Iaculli F, Piattelli A, Mangano C. (Clin Oral Implants Res. 2013 Apr 28)
Vedremo dove ci porteranno queste nuove “tendenze” che per alcuni aspetti abbiam visto rappresentare un ritorno al passato.
Il fine ultimo di tutto questo percorso di ricerca è sempre e comunque fornire al paziente una riabilitazione che possa garantirgli per molti molti anni funzione e naturalmente estetica.