Morte di pazienti sani su poltrona odontoiatrica
Morta dal dentista, si ricerca la causa. L’autopsia ha stabilito che si è trattato di un edema polmonare, i professionisti che l’hanno eseguita escludono che si tratti degli effetti di stress. Il marito racconta che dapprima ha avuto una crisi d’ansia e poi un attacco di panico, la “difficile” correlazione è con l’edema polmonare, come spiegarlo con la “paura da dentista”?
La spiegazione potrebbe essere semplice, molti hanno sentito parlare di “svenimenti sulla poltrona del dentista”. Se però si traduce svenimento in inglese (fainting) e si inserisce nel motore internazionale di medicina (PubMed) quello riporta solo sincope, evidentemente si tratta di evento sottovalutato.
La letteratura scientifica internazionale è ricca di articoli su un riflesso chiamato trigeminocardiaco, caratterizzato da riduzione della pressione arteriosa al di sotto del 20% e da rallentamento del battito cardiaco. Questo fenomeno in medicina si chiama bradicardia e questa si che può dare, se grave, insufficienza cardiaca ed edema polmonare.
Quando uno stimolo doloroso anche banale (es. inserzione dell’ago) colpisce una zona della faccia questo riflesso può esplicarsi. Poco conosciuto da molti medici è secondo gli studi internazionali la complicanza più frequente degli eventi avversi che avvengono su poltrona odontoiatrica. Di solito in risposta al dolore che non si sopporta ma anche per l’inserzione dell’ago, l’organismo risponde svenendo, come se “si staccasse la spina”.
Quasi sempre è una cosa banale e il soggetto si riprende, ma sono descritti casi di bradicardia grave che può portare alla morte. Questi argomenti, essendo poco conosciuti, avrebbero diritto a maggior approfondimento nei corsi di rianimazione da parte di coloro che formano gli operatori che interngono sulle zone del capo.
Dr. Daniele Tonlorenzi odontoiatra
Prof. Marcello Brunelli neuroscienziato