Lo Spring Device, nuovo dispositivo per lo stretching mandibolare
Aiuta il relax, combatte ansia e stress e facilita il recupero dopo l’attività sportiva
Il 4 e 5 ottobre a Montecatini Terme si svolgerà il 1° Convegno “Evidenze Scientifiche sulla stimolazione trigeminale: correlazioni con la clinica odontoiatrica e il benessere” http://www.rgrcomunicazionemarketing.it/convegno-trigeminale/; in questo contesto si parlerà per la prima volta di una nuovissima e interessante metodica per raggiungere il relax, attraverso l’uso di Spring Device®, un dispositivo medico inventato da me e dal Prof. Marcello Brunelli (Università di Pisa) e successivamente messo a punto, che attraverso il meccanismo della masticazione genera una significativa azione antistress, abbassando pressione e frequenza cardiaca.
Per capire come i muscoli della masticazione possano ridurre lo stress e indurre il relax occorre ricordare che il sistema nervoso autonomo sviluppatosi nel corso dell’evoluzione umana si divide in due grandi sistemi che si bilanciano reciprocamente producendo sull’organismo effetti contrari tra loro: il sistema simpatico (detto anche ortosimpatico) e il sistema antagonista (detto parasimpatico).
Il sistema ortosimpatico, posto ai lati del midollo spinale, producendo adrenalina e noradrenalina regola il meccanismo dello stress e potenzia le prestazioni fisiche. È un sistema fondamentale dal punto di vista dell’evoluzione della specie; consentiva per esempio ai nostri progenitori di attaccare o di fuggire a seconda delle circostanze, migliorandone le prestazioni attraverso un aumento della pressione,della frequenza cardiaca e della concentrazione di zucchero nel sangue (glicemia). I complessi fenomeni che migliorano l’efficienza in risposta a una minaccia o a un’esigenza imprevista in adattamento alle esigenze dell’ambiente (meccanismo di lotta o fuga) sono i meccanismi dello stress. Queste variazioni assicurano il potenziamento delle risposte motorie e circolatorie e aumentano l’attenzione, con i sensi che vengono posti nello stato di massima all’erta. Lo stress circoscritto alla prestazione (o a qualunque altro bisogno) si chiama “eustress” (stress buono) e potenzia la performance. Finito il momento dell’emergenza però questo meccanismo deve “staccare”, altrimenti lo stress diviene cronico e -se permane a lungo-passa a uno stato patologico, il “distress”,che può avere complicanze emotive fino a causare problemi neuropsichici, ormonali, del movimento e immunologici.
Quando è il momento di interrompere lo stress, interviene in modo antagonista l’altro grande meccanismo, il parasimpatico, che favorisce il ristoro (relax), la digestione e la riproduzione.
In questo contesto è importante constatare che i muscoli del sistema masticatorio (massetere e temporale anteriore) attraverso i fusi neuromuscolari inviano informazioni al sistema trigeminale sullo stato della loro lunghezza. Il loro trovarsi per un tempo prolungato in stato contratto, ossia serrati, viene interpretato come un segnale di situazione di pericolo; conseguentemente, il cervello attiva i meccanismi dello stress al fine di migliorare le performance. Questo è un concetto comune: quando le forze sono allo stremo, “stringere i denti” è la metafora che indica il tentativo di andare oltre i propri limiti.
Per converso, è logico che in caso di malocclusione dentale il rendimento di un atleta non possa raggiungere il massimo livello che il suo organismo potrebbe teoricamente esprimere. La dimostrazione scientifica di questo fenomeno data ormai circa trentacinque anni, verificata con quaranta soggetti che serravano i denti per un minuto, aumentando la pressione sanguigna di 5,5 mm di mercurio.
La novità di cui parliamo oggi è legata alle conseguenze dell’azione esattamente opposta: facendo infatti il contrario, ossia rilasciando i denti, si abbassano pressione del sangue e frequenza cardiaca, e si attivano i meccanismi del relax.
L’idea sviluppata da me e dal Prof. Marcello Brunelli sotto la direzione del dr. Sergio Ghione, Dirigente di ricerca della Fondazione Monasterio, in collaborazione con l’Università di Pisa, Siena e della Federico Secondo di Napoli, si basa sull’assunto che al termine della prestazione (qualunque essa sia, sportiva o di altro genere), quando non si devono più stringere i denti, occorre passare il prima possibile allo stadio opposto, per eliminare la fatica più in fretta possibile, rilassando i muscoli. In questo contesto i muscoli della masticazione hanno un ruolo pilota importante, come dimostra per esempio lo sbadiglio, movimento di allungamento indotto dei muscoli mandibolari che precede il sonno ed espressione importante di relax.
Lo stretching mandibolare in effetti è usato da sempre nella terapia dei disordini temporomandibolari; noi però abbiamo allargato il campo e indagato se l’allungamento indotto dei muscoli della masticazione possa a sua volta indurre un abbassamento della pressione e della frequenza cardiaca.
Abbiamo quindi proceduto a registrare questi due parametri su un campione di studenti universitari di età compresa tra i 24 e i 26 anni, prima e dopo averli sottoposti a una sessione di stretching mandibolare dinamico della durata di 10 minuti, utilizzando Spring Device, dispositivo con caratteristiche elastiche, prodotto e recentemente immesso sul mercato da Asa Dental (http://www.asadental.it/).
Il risultato è stato che lo stretching mandibolare dinamico abbassa in maniera significativa pressione e frequenza cardiaca per almeno 80 minuti. Al contrario, masticare (bilateralmente) un chewing gum per 10 minuti o tenere uno stecco di gelato tra i denti non modifica i parametri cardiaci.
La spiegazione è nel riflesso trigeminocardiaco. Conosciuto da tempo come indotto da riflessi esterni (esterocettivo), è difficilmente controllabile ad uso terapeutico. Il nostro studio evidenzia invece un “nuovo circuito nervoso” del riflesso, capace di attivare meccanismi antistress che abbassano, per oltre un’ora, pressione e frequenza cardiache e che è facilmente controllabile.
La domanda successiva da porsi pertanto è: “Esercizi ripetuti sono in grado di ridurre questi parametri in maniera stabile?” Ebbene, fino a quando non ci sarà una risposta certa a questa domanda, per ottenere i risultati suddetti si dovrà continuare ad assumere i soliti farmaci; nel frattempo però Spring Device potrà essere utilmente usato per il recupero dello stress dopo qualsiasi gara e nel trattamento del dolore dell’articolazione temporomandibolare, nella certezza che sentiremo parlare presto - e a lungo- di questa nuova via (propriocettiva) di attivazione del riflesso.
Riferimenti:
- Brunelli M, Coppi E, Tonlorenzi D, Del Seppia C, Lapi D, Colantuoni A, Scuri R, Ghione S. Prolonged hypotensive and bradycardic effects of passive mandibular extension: evidence in normal volunteers. Arch Ital Biol. 2012 Dec;
- Lapi D., Colantuoni A., Del Seppia C., Ghione S., Tonlorenzi D., Brunelli M.,Scuri R. Persistent effects after trigeminal nerve proprioceptive stimulation by mandibular extension on rat blood pressure, heart rate and pial microcirculation. Arch Ital Biol., in press, 2013.
- Stretching mandibolare contro il dolore e Wellness (benessere) in odontoiatria. http://www.danieletonlorenzi.it/atm/stretching-mandibolare-contro-il-dolore-e-wellness-benessere-in-odontoiatria/