Implantologia a confronto: carico immediato e carico differito.

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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo
In campo implantologico vi sono due visioni differenti, il carico immediato e il carico differito.
Il concetto di carico immediato nasce per primo, negli anni '60, con l'implantologia moderna in Italia, mentre il carico differito nasce in Svezia pochi anni dopo.
I maestri del carico immediato furono sostanzialmente italiani: Tramonte, Pasqualini, Muratori solo per citarne alcuni.
Stefano Tramonte è stato il primo al mondo ad aver utilizzato il titanio negli impianti endorali, e questo è spesso ingiustamente dimenticato nelle citazioni della letteratura mondiale, che attribuisce per lo più ad altri la primogenitura del suo utilizzo, commetendo una ingiustizia scientifica e etica.
E' stato l'ideatore di un impianto (la vite di Tramonte) usata ancora oggi e, secondo il mio parere, ancora insostituibile in alcune situazioni cliniche legate al carico immediato.

Alcuni anni dopo Mondani apportò una grossa innovazione: la saldatura endorale.

Il carico differito vede la sua nascita nelle università svedesi, ad opera di Braenmark e della sua scuola.
Il grande merito della scuola svedese fu quello di aver capito perchè gli impianti endoossei "funzionavano".

Fu il carico differito che raccolse però il favore dell'industria che ne sponsorizzò le ricerche universitarie e che si impose sul mercato mondiale.

Verso la fine del XX secolo il concetto di carico immediato viene riproposto, ma spesso spacciato dall'industria, quella stessa che l'aveva denigrato e osteggiato fino a qualche anno prima, come innovazione rivoluzionaria.
Quei pionieri italiani trattati da "criminali odontoiatrici" vedevano le loro geniali intuizioni "scippate" e riproposte da altri autori.
Quei geniali pionieri italiani che mettevano gli impianti inclinati, e venivano osteggiati per questo, trovavano pubblicate sulle maggiori riviste implantologiche mondiali gli impianti inclinati presentati come "rivoluzione".

Ma ritorniamo ad analizzare le conseguenze di impianti eseguiti a carico immediato e impianti eseguiti a carico differito.

Carico immediato significa esporre l'impianto ad una forza immediatamente dopo il suo inserimento.
Carico differito significa posticipare l'applicazione della forza alcuni mesi dopo l'inserimento, mediamente 3 mesi per gli impianti inferiori, 5-6 mesi per gli impianti superiori.

Un impianto appena inserito resta fermo nell'osso per dei fattori puramente meccanici (stabilità primaria), mentre alcuni mesi dopo resta fermo nell'osso perché osteointegrato (stabilità secondaria).
Si può applicare un carico immediato quando si stima che la stabilità primaria dell'impianto sarà in grado di resistere alle forze a cui sarà soggetto, mentre occorrerà ricorrere ad un carico differito quando viene stimato che queste forze saranno eccessive.
Naturalmente si può ricorrere sempre ad un carico differito, per non sbagliare.

Un impianto caricato immediatamente “funzionalizza” l'osso, orientando le trabeccole ossee nella giusta direzione, seguendo precise linee funzionali in relazione alle direttrici del carico masticatorio, mentre un impianto caricato alcuni mesi dopo, anche se osteointegrato, avrà le trabeccole ossee disposte in modo casuale, non adatte quindi a sopportare grossi carichi funzionali.
Tale modifiche avverranno comunque in un tempo successivo, una volta inserito l'elemento dentario.

In sintesi, si può fare sempre carico differito ma non sempre carico immediato.
Ma carico immediato è meglio, se si può.
E' un parere personale, è ovvio, e ci saranno comunque validissimi implantologi che dissentono.

La cosa importante è "portare a casa il risultato", ovvero restituire dei denti validamente funzionanti per sorridere e masticare.

La cosa importante è che il gatto catturi i topi, non di che colore è il gatto.

La cosa veramente importante è l'abilità dell'implantologo, non la tecnica che usa o la marca degli impianti che utilizza.
Data pubblicazione: 04 gennaio 2011

5 commenti

#1
Foto profilo Utente 351XXX
Utente 351XXX

Io credo che il carico immediato sia una buona soluzione anche a livello psicologico per chi ha paura del dolore rispetto all'impianto dentale. L'odontofobia è un disturbo irrazionale ed è proprio la paura del dentista. In questo senso il carico immediato è una tecnica che risolve l'intero intervento in una sola seduta. Quando ce n'è la possibilità è la cosa migliore per i pazienti con questo tipo di problema.

#2
Foto profilo Dr. Sergio Formentelli
Dr. Sergio Formentelli

E' una tecnica "a rischio", non adatta agli implantologi "ai primi ferri", perchè occorre selezionare bene i casi in cui si può fare.
Ma atenzione anche alle false illusioni.
IN UNA SOLA SEDUTA...
Si può anche fare, ma il provvisorio viene spesso una schifezza, in quanto preparato PRIMA sulla base di dove si immaginerà di mettere gli impianti.
Pur con tutta la programmazione tridimensionale precedente, la posizione non sarà mai esattamente la stessa prevista dalla studio; ci saranno delle differenze.
Personalmente preferisco, se non mi obbligano altrementi, finire l'intervento, prendere l'impronta (su una posizione esatta degli impianti) e inserire il provvisorio alcuni giorni dopo.

#3
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Dr. Armando Ponzi

Debbo segnalare al dr. Formentelli che il provvisorio e l'abutment possono essere progettati e realizzati in anticipo, in modalità digitale, assolutamente perfetti e, abbinati all'implantologia guidata essere inseriti in modo molto predicibili e, soprattutto,come dice il paziente ,realizzati in un solo tempo chirurgico.
Molti vantaggi e pochi rischi: un solo limite la progettazione virtuale (va saputa eseguire) e la esecuzione accurata.
https://www.medicitalia.it/blog/odontoiatria-e-odontostomatologia/2463-la-radiologia-3d-in-odontoiatria.html

#4
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Dr. Sergio Formentelli

Come precisato all'utente, c'è la POSSIBILITA' di realizzare tutto in unica seduta.
Ma c'è il RISCHIO ELEVATO che il manufatto non sia adeguato, anche nelle mani migliori.
Personalmente aborrisco la tecnica "all-on-four", troppo giovane e con poca sperimentazione negli anni; è la tecnica che permette la metodica di cui parla il dr. Ponzi, di cui è sicuramente un ottimo conoscitore, e di cui ha sicuramente il 100% di successi.
Io preferisco la tecnologia elettrosaldata.
Nelle mie mani, che sicuramente non reggono il confronto in quanto a perizia e abilità, trovo più affidabile la tecnica elettrosaldata che ho descritto, e l'utilizzo degli impianti monoblocco.
La quasi assenza di periimplantiti a distanza e il poter offrire una soluzione basata su 8-10 impianti allo STESSO COSTO di un all'on-four, oltre a numerosi altri vantaggi e sicurezze, me la fanno assolutamente prediligere.
Ma l'ignoranza del dr. Ponzi su questa tecnica l'ha portato a confondersi, e a proporre una soluzione protesica non attuabile nel caso specifico.

#5
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Dr. Sergio Formentelli

Come ulteriore precisazione, pur essendo possibile con molta semplicità il carico immediato su un SINGOLO IMPIANTO (a cui fa riferimento l'iconografia a corredo dell'articolo citato dal dr. Ponzi), di norma non la eseguo perchè troppo a rischio.
E su un singolo impianto non c'è alcuna necessità di realizzare il provvisorio in precedenza: lo si realizza in pochi minuti dopo l'intervento.

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