Napoli è...speranza: tocilizumab sui malati di COVID19

luigimarino
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale

Il tocilizumab è un farmaco attivo contro i recettori dell'interleuchina-6 (IL-6)

L'interleuchina-6 (IL-6) è una Citochina che gioca un ruolo molto importante nella risposta immunitaria ed è implicata nel meccanismo patogenetico di molte malattie dal mieloma miultiplo al cancro della prostata, comprese le Malattie autoimmuni.

Dal 2016 viene usato per il trattamento (sperimentale) di gravi casi di malattie polmonari con componente immunodegenerativa

Al giorno d'oggi il Tocilizumab viene sperimentato in Cina e in Italia contro gli effetti sull'apparato respiratorio del Coronavirus SARS-CoV-2 nel corso della attuale Pandemia.

In Italia, a Napoli  sono stati trattati con tocilizumab i primi pazienti affetti polmonite severa da COVID-19.

Il Tocilizumab arriverà a tutti gli ospedali che ne faranno richiesta.

Il farmaco della Roche, nato in realtà per curare l'artrite reumatoide, è in grado di ridurre le gravi complicanze polmonari del Coronavirus.

La Roche invierà gratuitamente questo presidio medico, che non ha alcun nessun effetto sul virus, ma che di sicuro allevia i danni, che è in grado di provocare.

 

I contenuti scientifici sono forniti grauitamente

È vietata la riproduzione e la divulgazione anche parziale senza le autorizzazioni previste dalla Legge.

Ulteriori informazioni su:

  1. ^RoActemra approved in Europe to treat patients suffering from Rheumatoid ArthritisHoffmann–La Roche, 21 gennaio 2009. URL consultato il 5 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2009).
  2. ^Assessment report for RoActemra (PDF), European Medicines Agency.
  3. ^Roy Fleischmann et al., LITHE: Tocilizumab Inhibits Radiographic Progression and Improves Physical Function in Rheumatoid Arthritis (RA) Patients (Pts) at 2 Yrs with Increasing Clinical Efficacy Over Time, ACR, 2009.
  4. ^ Yokota, T. Tanaka; T. Kishimoto, Efficacy, safety and tolerability of tocilizumab in patients with systemic juvenile idiopathic arthritis., in Ther Adv Musculoskelet Dis, vol. 4, nº 6, dicembre 2012, pp. 387-97, DOI:10.1177/1759720X12455960PMID23227116.
  5. ^Cotugno:esiti incoraggianti da una terapia sperimentale contro il Covid-19, su it, 8 marzo 2020.

 

Data pubblicazione: 13 marzo 2020

15 commenti

#1
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Dr. Luigi Marino

Roche distribuisce gratuitamente tocilizumab.
L'azienda lo ha comunicato insieme ad altre iniziative di sostegno alla lotta contro l'epidemia.
Tra queste la fornitura di telemedicina per i pazienti con diabete,
la donazione di 1milione di euro in dispositivi di protezione per i Medici e attrezzature per le terapie intensive.

#2
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Dr. Luigi Marino

Epidemia

Con il termine epidemia si intende la manifestazione frequente e localizzata ma limitata nel tempo di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus. L’epidemia si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo. L’infezione si diffonde, dunque, in una popolazione costituita da un numero sufficiente di soggetti suscettibili.

Focolaio epidemico

Si parla di focolaio epidemico quando una malattia infettiva provoca un aumento nel numero di casi rispetto a quanto atteso all’interno di una comunità o di una regione ben circoscritta. Per individuare l’origine di un focolaio è necessario attivare un’indagine epidemiologica dell’infezione tracciando una mappa degli spostamenti delle persone colpite.

Letalità e mortalità

In medicina con il termine letalità ci si riferisce al numero di morti sul numero di malati di una certa malattia entro un tempo specificato. La letalità è una misura della gravità di una malattia e si usa in particolar modo per le malattie infettive acute. La mortalità, che spesso viene erroneamente confusa con la letalità, è concettualmente differente e porta a risultati molto diversi, in quanto mette a rapporto il numero di morti per una determinata malattia (o addirittura per tutte le cause) sul totale della popolazione media presente nello stesso periodo di osservazione.

Di conseguenza, esistono malattie che pur avendo una letalità altissima hanno una mortalità insignificante, in quanto poco frequenti nella popolazione totale. Per il COVID-19 siamo di fronte a un fenomeno a discreta letalità e, attualmente, a bassissima mortalità. La distinzione tra tasso di letalità e tasso di mortalità è sostanziale sia per fare chiarezza sull’impatto nella popolazione, sia per decidere azioni di sanità pubblica. Da questa distinzione si può comprendere quanto sia importante contenere la diffusione del contagio: se aumentassero i contagiati ci sarebbero più casi letali .

Pandemia

La pandemia è la diffusione di un agente infettivo in più continenti o comunque in vaste aree del mondo. La fase pandemica è caratterizzata da una trasmissione alla maggior parte della popolazione. Al momento secondo l’OMS COVID-19 è una pandemia.

Quarantena

È un periodo di isolamento e di osservazione di durata variabile che viene richiesta per persone che potrebbero portare con sé germi responsabili di malattie infettive. L’origine del termine quarantena si riferisce alla durata originaria di quaranta giorni, che in passato si applicava rigorosamente soprattutto a chi proveniva dal mare. Oggi, il tempo indicato per la quarantena varia a seconda delle varie malattie infettive, in particolare relativamente al periodo d’incubazione identificato per quella malattia infettiva. Per il coronavirus la misura della quarantena è stata fissata a giorni quattordici, e si applica agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di COVID-19 (Ordinanza del Ministro della Salute, Gazzetta Ufficiale 22 febbraio 2020, immediatamente in vigore).

Sensibilità e specificità

La sensibilità e la specificità sono due criteri utilizzati per valutare la capacità che ha un test diagnostico o di screening di individuare correttamente coloro che hanno la malattia ricercata e coloro che invece ne sono privi.

La sensibilità di un test è la sua capacità di identificare correttamente gli individui malati. In termini di probabilità, la sensibilità è la probabilità che un malato vero risulti positivo al test, e quindi viene indicata come la proporzione di veri malati che risultano positivi al test. Che un test abbia un'alta sensibilità non è però sufficiente: un buon test deve anche identificare come positivi soltanto quelli che hanno la malattia; è necessario, cioè, che fra i test risultati positivi siano inclusi il minor numero possibile di coloro che non hanno la malattia (falsi positivi).

Da questa osservazione deriva il concetto di specificità. La specificità di un test è la sua capacità di identificare correttamente i soggetti che non hanno la malattia. In termini di probabilità, la specificità è la probabilità che un individuo veramente senza la malattia risulti negativo al test, quindi è la proporzione di persone con la malattia che risultano negativi al test.


Soggetto asintomatico

È un soggetto che, nonostante sia affetto da una malattia, non presenta alcun sintomo apparente. Una malattia può rimanere asintomatica per periodi brevi o lunghi; alcune malattie possono rimanere asintomatiche per sempre. La presenza di pazienti asintomatici affetti da coronavirus sembra possibile anche nel caso del SARS-CoV-2, tuttavia, secondo l’OMS, le persone sintomatiche sono attualmente la causa più frequente di diffusione del virus.

#6
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Dr. Luigi Marino

Gli americani che si apprestano ad affrontare l’emergenza coronavirus chiedono aiuto ai medici italiani
Con il Tocilizumab sono stati trattati i circa 60/70 pazienti in tutta italia e in generale i risultati sembrano positivi. A Napoli su sette pazienti sei sono migliorati, uno è morto ma era già in condizioni molto critiche e ieri sera sono stati trattati altri 3 pazienti. L’azienda che produce il farmaco ha distribuito 600 flaconi in tutta Italia. L’Aifa sta avviando un protocollo ufficiale in tempi record. Secondo i medici napoletani il picco dei contagi arriverà la prossima settimana.

#7

Carissimi vorrei porvi un quesito, c'è ancora una diatriba sull'infettività legata alla fase dell'infezione. secondo alcuni virologi l'infettività è la stessa per sintomatici e asintomatici, altri invece, come questo medico e autorevole giornalista scientifica Roberta Villa, affermano che gli asintomatici hanno una infettività più bassa

https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/03/14/coronavirus-contagio-domande-risposte.html?fbclid=IwAR1YwecHfFgjCgKUXicJLENUbHzgQvPOtSdiNNpeuQvAUsny4TNm4eOqMdE (..) Soprattuto all’inizio, non appena si manifestano i sintomi. Poi c’è un equivoco tra sintomatici e asintomatici. La persona completamente asintomatica che sta bene, tendenzialmente non trasmette il virus, lo fa non appena comincia ad avere i primi sintomi.(...)
che ne pensate?

#8
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Dr. Antonio Valassina

Quando una dottoressa laureata in Medicina fa la giornalista e non il medico dovrebbe essere molto cauta in certe affermazioni.
Quando sostiene Sono contagiosi Soprattuto all’inizio, non appena si manifestano i sintomi. Poi c’è un equivoco tra sintomatici e asintomatici. La persona completamente asintomatica che sta bene, tendenzialmente non trasmette il virus, lo fa non appena comincia ad avere i primi sintomi. "
Dove ha preso queste "granitiche" certezze?
Il bellissimo lavoro appena pubblicato su residenti di Vò e presentato dal con una lettera ai vertici della sanità della Regione Toscana
da parte di Sergio Romagnani, già Professore di Immunologia Clinica e Medicina Interna, Professore Emerito dell’Università di Firenze, dimostra il contrario.

In questo studio è stato eseguito il tampone per la ricerca del Covid-19 a tutti gli abitanti del paese (circa 3000) di Vò ed è stato dimostrato che la grande maggioranza delle persone che si infetta - tra il 50 e il 75% - è completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio. È stato eseguito il tampone per la ricerca del Covid-19 a tutti gli abitanti del paese (circa 3000) di Vò ed è stato dimostrato che la grande maggioranza delle persone che si infetta - tra il 50 e il 75% - è completamente asintomatica, ma rappresenta comunque una formidabile fonte di contagio.

A Vò infatti con l’isolamento dei soggetti infettati il numero totale dei malati è scesa da 88 a 7 (almeno 10 volte meno) nel giro di 7-10 giorni.

Quello che è anche più interessante e in parte sorprendente, è stata anche la dimostrazione che l’isolamento dei contagiati (sintomatici o non sintomatici) non solo risultava capace di proteggere dal contagio altre persone, ma appariva in grado di proteggere anche dalla evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati perché il tasso di guarigione nei pazienti infettati, se isolati, era nel 60% dei casi pari a soli 8 giorni.

Questi dati forniscono due informazioni importantissime:

1. la percentuale delle persone infette, anche se asintomatiche, nella popolazione è altissima e rappresenta la maggioranza dei casi soprattutto, ma non solo, tra i giovani;
2. l’isolamento degli asintomatici è essenziale per riuscire a controllare la diffusione del virus e la gravità della malattia. Alla luce di questi dati straordinari, è evidente che le attuali politiche di contenimento del virus devono essere riviste. Risulta infatti assolutamente fondamentale per bloccare la diffusione del virus identificare il più alto numero possibile di soggetti asintomatici che sono fonte importante della malattia e di identificarli il più precocemente possibile.

Dopo di che, ti anticipo sulla base di altre osservazioni non ancora pubblicate, a seguire di questa prima parte dello studio, si dovrà approfondire anche l'aspetto della carica virale in naso e gola dei contagiati asintomatici. In molti casi asintomatici, soprattutto nei più giovani, sono state rilevate cariche virale elevatissime. Ma al di là di questi approfondimenti che andranno eseguiti, lo studio sulla popolazione di Vò rappresenta un unicum come serbatoi epidemiologico sul territorio. Infatti, a questo proposito, non tengo in considerazione il caso della Diamond Princess per gli spazi ristrettissimi a bordo con sovraffollamento dei passeggeri e per la disastrosa gestione da parte dei giapponesi della vicenda...

https://www.medicitalia.it/blog/malattie-infettive/8434-i-risultati-dello-studio-di-vo-confermano-che-il-covid-19-cammina-sulle-gambe-degli-asintomatici.html

#9
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Dr. Salvo Catania

Troppo facile dare ragionissima ad Antonio , semplicemente perche' lo studio che ha citato sui cittadini di Vo' Euganeo e' il primo e l'unico al mondo e purtroppo indica due soluzioni entrambe inquietanti per risolvere il problema in modo drastico :

1) O si imprigionano, si fa per dire, milioni di persone nelle loro case per il periodo di quarantena come hanno fatto cinesi e coreani. Modello che possono applicare solo regimi dittatoriali.

2) O si fanno i tamponi a tutta la popolazione per individuare anche i portatori sani con costi considerevoli.

#11

a proposito di mascherine, sarebbe corretto dire che le mascherine non bloccano il virus ma il mezzo (goccioline) con cui il virus viaggia?
se è vero che le maglie delle mascherine sono più grandi del virus non abbassano comunque la probabilità che una gocciolina di saliva raggiunga bocca e naso?

#12
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Dr. Antonio Valassina

Per il primo aspetto hai ragione: il virus NON viaggia per via aerea = non si diffonde da solo nell'aria, ma ha sempre bisogno di un mezzo, nel nostro caso il muco delle vie aeree superiori.
Ma il vero motore oscuro della trasmissione sembrerebbe essere l'inquinamento. E' di oggi la notizia che le polveri sottili farebbero da carrier la virus.
I ricercatori della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), insieme a quelli dell'Università di Bologna e di Bari, hanno esaminato i dati pubblicati sui siti delle Agenzie regionali per la protezione ambientale - relativi a tutte le centraline di rilevamento attive sul territorio nazionale, registrando il numero di episodi di superamento dei limiti di legge (50 microg/m3 di concentrazione media giornaliera) nelle province italiane.
Parallelamente, sono stati analizzati i casi di contagio da COVID-19 riportati sul sito della Protezione Civile. Dall’analisi è emersa una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di PM10 registrati nel periodo tra il 10 e il 29 febbraio e il numero di casi infetti da COVID-19 aggiornati al 3 marzo (considerando un ritardo temporale intermedio relativo al periodo 10-29 febbraio di 14 giorni, approssimativamente pari al tempo di incubazione del virus fino alla identificazione della infezione contratta).

Per il secondo punto, le mascherine hanno capacità di filtraggio diverse. Quelle migliori arrivano al blocco praticamente completo (FFP3). Poi si deve passare alle maschere facciali o ai caschi chiusi per l'isolamento totale e assoluto come per l'Ebola.

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Il Covid-19 è la malattia infettiva respiratoria che deriva dal SARS-CoV-2, un nuovo coronavirus scoperto nel 2019: sintomi, cura, prevenzione e complicanze.

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