ReLEX SMILE: quando Dott.Google dice “No tu No”
La scelta di sottoporsi ad un intervento di chirurgia refrattiva è una decisione importante che porta con sé ansia e timore; è istintivo, infatti, temere qualsiasi cambiamento che possa portare a modifiche del nostro stato d’essere. Questo vale ovviamente per qualsiasi ambito della vita, ma ancor di più nella medicina dove si affida il proprio benessere e salute nelle mani di un’altra persona.
Viene spontaneo, dunque, al giorno d’oggi sfruttare tutti i mezzi a disposizione per capire cosa fare, comprendere i rischi che si celano (come è giusto che sia), e fra questi Google viene eletto a divinità suprema dell’informazione.
Google però, come gli oracoli ai tempi degli antichi greci, non ti risponde in modo chiaro, o meglio ti dà più risposte di quante tu possa usare. Ti dice di sì, ti dice di no, ti dice che si può fare e che non si può assolutamente fare.
Al centro di tutte queste informazioni rimani tu, tu che cerchi delle risposte pragmatiche per indirizzarti nella tua scelta, tu che vuoi sapere se ne vale la pena e soprattutto che rischi corri ad eseguire un’operazione di correzione della vista con una tecnica piuttosto che un’altra.
A questo si aggiunge come capire da chi andare a farsi operare, di chi ci si può fidare? Chi mi consiglierà la cosa giusta da fare senza pensare semplicemente al compenso economico che c’è dietro?
Le risposte a queste domande non sono certo facili, non a caso in realtà nel nostro mondo funziona molto con il passaparola: c’è chi ha un amico che ha sentito parlare bene di un chirurgo oculista che opera a Milano e chi invece ha la zia che si è fatta operare di miopia da un medico di Verona bravissimo…..
La verità è che ci sono tanti bravi professionisti e tanti altri meno bravi, c’è chi si è tenuto informato ed up to-date e chi invece usa la stessa tecnica da vent’anni. Su Internet si trovano sempre coloro che criticano le nuove tecniche, come la ReLEX SMILE, affermando che o non funzionano o che presentano troppi rischi rispetto alle tecniche precedenti, e nel frattempo questi stessi individui operano da vent’anni tutti i pazienti indiscriminatamente con la PRK (tecnica assolutamente utile in casi specifici) senza però mai offrire alternative anche se richieste dai propri pazienti.
Troppo facile mettersi a bordo campo e giudicare chi sta giocando….
Nel caso poi in cui l’occhio del paziente non presenti caratteristiche adatte ad essere operati con la tecnica prescelta dal professionista di turno, questi pazienti diventano assolutamente inoperabili. Come se non fosse possibile che esistano alternative e che il paziente debba essere soddisfatto di sentirsi dire, come in una famosa canzone di Enzo Jannacci: “No tu No!”
Viene il dubbio allora che forse non siano le tecniche ad essere “sbagliate” ma che forse lo siano certi “professionisti.”
Ricordatevi che è vero che un buon medico debba sapere guidare un paziente verso la scelta più adatta, ma deve essere in grado di spiegarvi perché quella scelta è più adatta, e deve sapere e dirvi perché altre tecniche non si possono applicare. Non basta affermare che le altre tecniche non funzionano “e per questo io non le faccio”.
Non esiste il medico super-eroe che sa tutto di tutto, o che faccia di tutto. In ambito medico dovrebbe essere sempre più prevalente la coltura della super-specializzazione. Io, per esempio, mi occupo di chirurgia refrattiva, e mi occupo di refrattiva da oltre trent’anni. In questi trent’anni ne sono capitate di innovazioni non ultima la ReLEx SMILE, che io pratico, ed ogni volta che è venuto fuori qualcosa di nuovo, ho studiato e mi sono impegnato al massimo per affinare una nuova tecnica sempre guidato da un unico sentimento: offrire sempre il meglio ai pazienti e contribuire a migliorare la qualità delle loro vite.