Blefarite e occhio secco sono la stessa malattia?
Le blefariti sono state a lungo trascurate da noi medici oculisti nei lunghi anni di studio delle patologie oculari.
Queste noiose infiammazioni croniche delle palpebre, non hanno mai ricevuto da parte dei medici oculisti e dei ricercatori l'attenzione dedicata invece alla cataratta, al glaucoma ed alle patologie retiniche.
Un'altra sindrome davvero poco conosciuta, la malattia dell'occhio secco, è oggi di gran moda ora con un fiorire di mille articoli,nuovi centri dell'Occhio secco, innovative modalità di trattamento e c nuove terapie o trattamenti speciali.
È davvero possibile pensare che queste 2 malattie (poco conosciute e poco studiate) non siano invece strettamente correlate tra loro, avendo identiche eziologia, patologia e progressione?
La sindrome da alterazione del Film Lacrimale (DED o malattia dell'occhio secco) sia davvero molto complicata da gestire, con una sintomatologia e semeiologia diversa da persona e persona e con fattori eziologici spesso sovrapposti tra loro.
Una nuova teoria eziopatogenetica dell'occhio secco apparsa tempo fa in un articolo del 2016 in Oftalmologia Clinica accennava al fatto che la blefarite e l'occhio secco siano in realtà una manifestazione della stessa malattia:
"la sindrome da blefarite e occhio secco (DEBS)".
Comprendere la sindrome da blefarite e occhio secco (DEBS) è molto semplice se prima cogliamo il significato di un BIOFILM : uno strato viscido e appiccicoso di batteri che ricopre una superficie corporea.
I batteri sono sopravvissuti a tutto e lo hanno fatto per centinaia di migliaia di migliaia di anni grazie alle loro capacità di sopravvivenza, evoluzione e mutazione.
In natura, la maggior parte dei batteri non vive come singolo individuo, ma piuttosto asi presentano come "comunità" altamente organizzata e strutturata: il BIOFILM.
IL BIOFILM è composto da una matrice di batteri perfettamente idratata e nutrite grazie al loro glicocalice, un rivestimento zuccherino che consente alle cellule di aderire e comunicare tra loro.
Questa vera e propria armatura protettiva èdifficile da penetrare, da parte di antibiotici, di disinfettanti iodati ma anche da parte dei nostri linfociti e leucociti.
Supponiamo, per un attimo, che proprio queste capacità di sopravvivenza batterica (super-batteri) sia la vera e principale causa della sindrome da alterazione del Film Lacrimale (occhio secco).
I biofilm si formano rapidamente su di una qualsiasi superficie che fornisca umidità e sostanze nutritive.
Il margine delle palpebre - con la sua umidità, le ricche sostanze nutrienti e il giusto tepore - costituiscono l'ambiente perfetto per far coltivare e crescere spontaneamente un florido biofilm batterico.
Un certo biofilm inizia a formarsi subito, già appena dopo la nascita, quando le nostre palpebre vengono colonizzate dai batteri saprofiti.
Un singolo batterio da solo hapochissima probabilità di sopravvivenza.
Mentre un BIOFILM con miliardi di batteri, sopravvive davvero molto facilmente.
All'interno del BIOFILM, i batteri comunicano tra loro secernendo una sostanza chimica: l'omoserina lattone (HSL).
Il biofilm, ad esempio di un bambino (2 anni) contiene concentrazioni davvero molto basse di omoserina lattone (HSL), quindi il biofilm di bambino non è affatto patogeno.
Il biofilm di una persona di 50 anni, invece, ha avuto decenni per crescere, concentrarsi, aumentare il suo numero di batteri e produrre alti livelli di omoserina lattone (HSL).
Questa probabilmente è la vera causa della patogenesi della Sindrome
dell' Occhio Secco.
Una volta che la colonia batterica rileva che il numero dei suoi microrganismi ha raggiunto una massa critica, come indicato da un'alta concentrazione di omoserina lattone HSL, i batteri utilizzano un processo chiamato quorum sensing per attivare i geni che provocano una risposta infiammatoria nel loro ospite umano.
Questi geni codificano, fattori virulenti come lipasi, proteasi, tossine citolitiche, tossine da ustione e causticazione della della pelle e dei super-antigeni (creando una vera e propria sindrome da shock tossico).
I fattori di virulenza hanno il compito di liberare una maggior fonte di cibo per la accresciuta popolazione batterica.
Perché il biofilm non produce subito i fattori di virulenza una volta raggiunta una massa critica?
Perché i batteri non vogliono stimolare una risposta infiammatoria dell'ospite umano fino a quando non saranno così numerosi da sopportare l'attacco immunitario dell'ospite umano.
Quindi, la colonia batterica attende che si raggiunga il quorum, quando saranno al sicuro all'interno della loro armatura "corazzata"di biofilm.
Non tutti i ceppi di una specie - come il batterio Staphylococcus aureus che causa la blefarite - sono identici.
Alcuni ceppi di S. aureus sono in grado di creare un biofilm che matura rapidamente e che rilascia tossine altamente infiammatorie, che potrebbero produrre gravi blefariti e micro-calazioni anche in un bambino.
Altri ceppi invece possono produrre biofilm molto sottili a crescita molto lenta che rilasciano fattori di virulenza relativamente miti nel corso di tutta la vita di una persona. Tutto dipende dal ceppo di S. aureus che ci infetta .
La malattia dell'occhio secco è multifattoriale?
Molti fattori aggravano l'occhio secco (ad es. Farmaci, stato ormonale e riduzione della frequenza dell'ammiccamento), ma l'eziologia di base deriva dal biofilm presente dalla prima infanzia, che si attiva quando raggiunge il quorum e rilascia i famosi fattori di virulenza.
"La sindrome da blefarite e occhio secco (DEBS)".
Fase 1 .
Follicolite:
infiammazione ed edema dei follicoli delle ciglia.
Questo è il primo stadio della malattia, in quanto consente una facile migrazione del biofilm.
La follicolite progredisce da un microscopico cratere intorno alle ciglia sino a creare un notevole edema tissutale.
Un biofilm molto denso si attacca intorno alle ciglia mentre dormiamo.
All'esame biomicroscopico con lampada a fessura (slit lamp) si possono notare moltissimi pazienti con DEBS allo stadio 1, soprattutto nei i portatori di lenti a contatto.
Fase 2 .
Disfunzione delle ghiandole di Meibomio (MGD).
A causa delle dimensioni dei canalicoli delle ghiandole di Meibomio maggiori rispetto ai follicoli piliferi delle ciglia, ci vuole molto più tempo affinchè il biofilm si accumuli all'interno delle ghiandole del Meibomio.
Il semplice miscuglio che si crea all'interno delle ghiandole di Meibomio meibofilm - (miscela di biofilm e meibum), riduce drasticamente la quantità e la qualità del meibum ghiandolare.
Quando il biofilm cresce nella ghiandola, raggiungendo il quorum, rilasciare fattori di virulenza. Questo produce il fenomeno infiammatorio cronico conosciuto come blefarite posteriore.
I piccoli depositi di colore giallo crema che vediamo sopra i dotti delle ghiandole di Meibomio (MGD), pensavamo un tempo che fossero piccoli "tappi" di cheratina. o di cere (cerume + colesterolo)
Probabilmente invece questi "tappini gialli" sono creati dal biofilm.
Mano a mano che il meibofilm si accumula all'interno del dotti delle ghiandole di Meibomio (MGD) spinge sulle pareti della ghiandola attraverso, causando una infiammazione granulomatosa cronica: il calazio. Durante il probing, il carotaggio e lo squeeze con la manovra di sondaggio ghiandole di Meibomio (MGD) si puo' apprezzare il rumore quasi scoppiettante di quando si attraversa il tappino di biofilm.
Fase 3 .
Infiammazione delle ghiandole lacrimali accessorie di Krause e Wolfring.
Dopo una Meibonite e' facile che ci sia un coinvolgimento infiammatorio delle ghiandole di Wolfring e di Krause.
Questo avviene perchè il biofilm "semina" nuove aree con minuscoli frammenti di biofilm nel film lacrimale.
Questo accade centinaia di volte al giorno, per 60-70 anni.
Questa spiegazione semplice ci porta a pensare che blefarite e occhio secco siano in realtà un unico e semplice processo patologico.
Educando i pazienti ad una accurata igiene palpebrale ed alla prevenzione delle blefarite, i medici oftalmologi potrebbero avere un successo simile a quello ottenuto dai medici odontoiatri a combattere le carie con una corretta e costante igiene orale con lo spazzolino.
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