Ipovedenti, stampante Braille.... e noi cosa facciamo?

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista

 

All'Iis Rita Levi Montalcini di Alessandria ci sono ragazzi ipovedenti (come in tante altre scuole) che non possono leggere gli appunti delle lezioni. "Stampanti Braille già ci sono già ma il costo le rende inaccessibili" spiega il prof. di laboratorio di elettronica Fabio Piana.

Alcuni ragazzi, guidati dal docente, hanno dimostrato altruismo e capacità. 

BlindHelperBraille così si chiama il risultato del loro impegno, hanno utilizzato una vecchia stampante ad aghi che usa un punzone al posto dell'inchiostro che "buca un cartoncino scrivendo in Braille". Per tutti i ragazzi ipovedenti che vanno a scuola sarà più facile studiare.

La realizzazione non è complessa, è un prodotto open source, ossia tutti possono scaricare in rete "le istruzioni" per costruirla. La genialità della costruzione, spiega il Prof. Piana, sta nell'averla progettata e costruita con l'uso di componenti facilmente reperibili nel mercato.

I ragazzi Giulia Narzisi, Diego Pistone e Kevin Dotta, che hanno elaborato il progetto come "tesina" per la maturità, di sicuro sono persone intelligenti e sensibili. "Vogliamo che il nostro lavoro non finisca qui e che gli studenti che frequenteranno la scuola dopo di noi, la rendano più precisa ed affidabile. Semplificare il software sarebbe utile cosa."

Il progetto parteciperà alla Maker Faire Rome, il grande appuntamento che si occupa di creatività ed innovazione che ci sarà dal 16 al 18 ottobre.

Questa esperienza ha dimostrato che la scuola ha un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione dei ragazzi alla diversità e alla convivenza con i disabili. Si spera che le altre scuole prendano ad esmpio quanto fatto da questa e si chiedano... "noi che possiamo fare?".

L'Italia è un popolo di persone solidali e di volontariato, ma di rispetto, integrazione dei disabili, se ne dovrebbe parlare più spesso.

Tutti noi insieme alle religioni, ai laici come la Croce Rossa, Pubbliche Assistenze, Misericordie, ci si dovrebbe chiedere: "Noi cosa facciamo in proposito?"

 

Data pubblicazione: 14 settembre 2016

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