Anti VEGF nella lotta all'ipovisione
Ranibizumab per la terapia di Edema Maculare Diabetico, Occlusione Venosa Retinica, AMD (Degenerazione Maculare Neovascolare Legata all’Età).
Terapie innovative per sconfiggere l’ipovisione
- Ranibizumab ha cambiato la pratica medica: negli studi clinici condotti in DME, RVO e wet-AMD ha dimostrato, rispetto alla terapia standard, un’efficacia superiore, rapida e mantenuta nel trattamento a lungo termine. E’ la prima terapia in grado di migliorare la vista e la qualità della vita delle persone affette da queste invalidanti patologie
- Un approccio integrato per migliorare la gestione delle complicanze oculari nella persona con diabete: al via il progetto REaD
- Oftalliance: un ampio programma di studi clinici con ranibizumab per vincere la sfida all’ipovisione
Diventare cieco: è questa la principale paura delle persone con diabete.
E’ quanto emerge da un’indagine condotta su 2.407 pazienti, il 41% teme la cecità e il 34% le complicanze oculari (1,2).
Il diabete, se non controllato, nel lungo periodo può provocare danni specifici alla retina, mettendo a rischio la funzionalità visiva e determinando una patologia invalidante come l’edema maculare diabetico, una complicanza della retinopatia diabetica, patologia cronica e progressiva a carico dei piccoli vasi retinici che rappresenta nei Paesi industrializzati la principale causa di cecità in età lavorativa(3).
Oggi i pazienti affetti da edema maculare diabetico possono avvalersi della terapia con ranibizumab (Lucentis®) che ha recentemente ottenuto la rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale per questa patologia. (Gazzetta Ufficiale n. 285 del 6 dicembre 2012).
Ranibizumab è ad oggi l’unico farmaco anti-VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale) approvato per tre indicazioni terapeutiche: degenerazione maculare neovascolare legata all’età (wet-AMD), diminuzione visiva causata da edema maculare diabetico (DME) e da occlusione venosa retinica (RVO). Ha inoltre ricevuto recentemente l’estensione del rimborso a carico del SSN anche nei pazienti con wet-AMD e acuità visiva <2/10 e/o patologia del secondo occhio. (4)
“L’edema maculare diabetico è una patologia di forte impatto individuale e sociale e rappresenta la principale causa di cecità legale in età lavorativa nei Paesi industrializzati" - dichiara Edoardo Mannucci, Direttore Agenzia di Diabetologia, Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Firenze - Per individuare precocemente i casi di retinopatia diabetica e quindi di DME ed evitare danni irreversibili alla vista, è sufficiente effettuare l’esame del fondo oculare con una cadenza annuale.
A tutt’oggi, questo esame non viene effettuato regolarmente da tutte le persone con il diabete, malgrado le linee guida internazionali lo raccomandino.
Per questo motivo è stato avviato REaD, progetto ECM di formazione sul campo sulla retinopatia, che punta non solo ad ottimizzare i programmi di screening nei pazienti diabetici nel corso dei loro controlli di routine presso il centro di diabetologia, ma anche a favorire un approccio più integrato al paziente attraverso una diagnosi precoce, un miglior controllo dei fattori di rischio e trattamenti tempestivi con terapie specifiche quando necessario”.
Nell’edema maculare diabetico ranibizumab ha dimostrato un’efficacia significativamente superiore rispetto alla terapia standard con un’azione rapida e mantenuta nel trattamento a lungo termine. Lo studio clinico RESTORE ne ha dimostrato la superiorità rispetto alla terapia-laser, l’attuale terapia di riferimento: i pazienti trattati solo con ranibizumab hanno guadagnato a 12 mesi rispetto al basale in media 6,8 lettere, mentre i pazienti trattati con ranibizumab in associazione al laser hanno guadagnato rispetto al basale 6,4 lettere e quelli del gruppo trattato con il laser solo 0,9 lettere in media. Nell’estensione a tre anni dello studio RESTORE si è osservato che i pazienti trattati con ranibizumab hanno mantenuto l’acuità visiva guadagnata nel primo anno con una media di 3,7 iniezioni nel secondo anno e 2,7 iniezioni nel terzo anno (5-8).
“Per 40 anni la terapia di riferimento per il trattamento dell’edema maculare diabetico è stato il laser, che non consente di rigenerare la retina malata né di migliorare la visione, ma semplicemente di bloccare la progressione della malattia - continua Francesco Bandello, Professore Ordinario di Oftalmologia e Direttore della Clinica Oculistica dell’Università Vita-Salute, Istituto Scientifico San Raffaele, Milano - L’avvento di ranibizumab rappresenta la prima terapia in grado di migliorare la visione con marcati vantaggi sia anatomici che funzionali.
I benefici di ranibizumab sono anche legati alla possibilità di personalizzare la terapia. – specifica Bandello – Nella maggior parte dei Paesi, inclusi quelli europei, ranibizumab ha un regime di trattamento individualizzato con l’obiettivo di massimizzare i risultati sulla visione evitando i trattamenti in eccesso o in difetto. Questo permette di mantenere gli effetti della terapia con un numero di iniezioni intravitreali strettamente necessario”.
“Il rimborso di ranibizumab nell’occlusione venosa retinica e la rimozione dei limiti per la rimborsabilità nei pazienti con degenerazione maculare neovascolare legata all’età <2/10 con possibilità di trattamento anche del secondo occhio rappresentano un importante risultato per i pazienti affetti da queste patologie che potranno trarre beneficio da questa terapia farmacologica”, dichiara Leonardo Mastropasqua, Professore Ordinario di Malattie dell'Apparato Visivo, Università “G. d'Annunzio” di Chieti-Pescara - Centro Regionale di Eccellenza in Oftalmologia.
Il nuovo accordo negoziale con AIFA riguardante l’estensione delle indicazioni del farmaco include un ampio studio clinico, che l’azienda si è impegnata a finanziare e che verrà condotto in 5.000 pazienti con degenerazione maculare neovascolare legata all’età, con acuità visiva <2/10 e/o patologia del secondo occhio. Lo studio ha come outcome primario quello di valutare la sicurezza e il profilo di tollerabilità locale e sistemica di ranibizumab in questa popolazione di pazienti.
“Il rimborso di ranibizumab anche in Italia testimonia lo sforzo congiunto delle Autorità Regolatorie e dell’Azienda per assicurare una terapia innovativa, costo-efficace per i pazienti e sostenibile per il Servizio Sanitario Nazionale – afferma Philippe Barrois, Amministratore Delegato e Country President di Novartis Italia – Il nostro impegno è ora rivolto a far sì che i pazienti eleggibili al trattamento nelle indicazioni autorizzate e rimborsate possano avere accesso al farmaco superando discrepanze su base regionale”.
Il programma Oftalliance
Oftalliance rappresenta un ampio programma di studi clinici in oftalmologia e comprende studi clinici internazionali e nazionali con ranibizumab, per rispondere ai bisogni non soddisfatti dei pazienti e dei medici.
Il programma, che coinvolgerà quasi 6.500 pazienti, è costituito da un piano di studi clinici con ranibizumab nelle indicazioni approvate (wet-AMD, DME e RVO) e da un piano di studi clinici nel trattamento di patologie oftalmiche rare che potrebbero beneficiare della terapia con il farmaco.
Ranibizumab
Ranibizumab è il frammento di un anticorpo umanizzato ideato per bloccare tutte le forme biologicamente attive del fattore di crescita vascolare endoteliale (VEGF-A). Incrementi dei livelli di VEGF-A sono stati osservati nella degenerazione maculare neovascolare legata all’età (AMD) come nell’edema maculare diabetico (DME) e nell’occlusione venosa retinica (RVO).
Ranibizumab è stato ideato, sviluppato e formulato specificamente per l’uso oftalmico con l’obiettivo di stabilizzare e migliorare l’acuità visiva in questi pazienti e di minimizzare il rischio di effetti collaterali sistemici.
Ranibizumab è autorizzato in oltre 100 Paesi per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare legata all’età e in oltre 80 Paesi per il trattamento della diminuzione visiva conseguente a DME e della diminuzione visiva conseguente a edema maculare dovuta a RVO sia centrale che di branca. Nella maggior parte dei Paesi, inclusa l’Europa, ranibizumab ha un regime di trattamento individualizzato con l’obiettivo di massimizzare i risultati sulla visione minimizzando il sotto o over trattamento dei pazienti.
Ranibizumab ha un profilo di sicurezza e tollerabilità ben caratterizzato e Novartis monitora sistematicamente e in modo continuativo la sicurezza e la tollerabilità del farmaco per le indicazioni autorizzate. Il profilo di sicurezza è stato confermato in un programma di sviluppo clinico che ha arruolato oltre 10.000 pazienti tra le varie indicazioni.
Bibliografia Essenziale
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- Loewe R, Freeman J. Culture, Med and Psychiatry. 2000;24: 379–401
- https://www.aifa.gov.it/-/lucentis-ranibizumab-indicazioni-terapeutiche-autorizzate-e-nuove-procedure-di-monitoraggio
- Saaddine JB, et al. Projection of diabetic retinopathy and other major eye diseases among people with diabetes mellitus. United States, 2005-2050. Archives of Ophthalmology. 2008;126:1740-1747
- Mitchell P, et al. Ranibizumab monotherapy or combined with laser versus laser monotherapy for diabetic macular edema (RESTORE study). Ophthalmology. 2011;118:615-625.
- Lang GE on behalf of the RESTORE extension study group. Long-term safety and efficacy of 0.5 mg ranibizumab in patients with visual impairment due to diabetic macular edema: the RESTORE Extension study. World Ophthalmology Congress 2012.
- Massin P, et al. Safety and efficacy of ranibizumab in diabietic macular edema (RESOLVE study): a 12-month, randomized, controlled, double-masked, multicenter phase II study. Diabetes Care. 2010;33:2399-2405.
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