È consentito un drink per chi soffre di emicrania?
Da quando i primati hanno cominciato a mangiare frutta fermentata, il consumo dell’alcol ha avuto un effetto profondo sull’umanità. È stata ritrovata traccia nei più remoti scritti Egizi e Sumeri, datati fra il 7000 ed il 6600 a. C., dell’uso dell’alcol di cui viene celebrato l’utilizzo medico ed alimentare.
La cefalea da alcol
La relazione che intercorre fra alcol e cefalea è stata anche variamente descritta nel corso della storia, anche se la diretta associazione con l’emicrania è stata sviluppata molto più in avanti. Il concetto di emicrania quale forma distinta dalle altre cefalee è stata stabilita secoli dopo, essendo ancora oggi in continua evoluzione la sua definizione scientifica.
La cefalea indotta dall’alcol è attualmente classificata dalla International Headache Society come cefalea secondaria ed è suddivisa in:
- una forma immediata, entro 3 ore dall’ingestione,
- una forma ritardata, che è più frequente, quando insorge dopo 5 o più ore.
Ambedue i tipi tendono a risolversi spontaneamente entro 72 ore.
Tuttavia, i soggetti emicranici possono avere difficoltà nel distinguere tra un attacco di emicrania scatenato dall’alcol e una cefalea ritardata indotta da alcol.
Emicrania e alcol: cosa dice lo studio?
Marina Vives-Mestres ha condotto una ricerca su un’ampia coorte multiculturale di soggetti di lingua inglese affetti da emicrania episodica per valutare se vi sia un effetto significativo sulla probabilità di emicrania in seguito al consumo di alcol, pubblicando i risultati dello studio “Alcohol as a trigger of migraine attacks in people with migraine. Results from a large perspective cohort study in English-speaking countries” su Headache (1).
Questo studio di coorte prospettico osservazionale è stato finalizzato a comprendere la reale associazione fra alcol ed emicrania, allo scopo di poter adeguatamente consigliare ai soggetti affetti da emicrania episodica (EM) come evitare un comprovato fattore scatenante dell’attacco emicranico.
Soggetti partecipanti
Allo studio hanno partecipato 487 soggetti di età ≥18 anni, con diagnosi di EM e consumatori di alcol, che hanno utilizzato una piattaforma sanitaria digitale (N1-Headache™) per monitorare in modo prospettico i sintomi della cefalea, registrando il consumo giornaliero di alcol e il numero totale giornaliero di bevande alcoliche per ≥90 giorni.
I ricercatori hanno valutato l’associazione tra l’assunzione di alcol e il numero di bevande alcoliche nei 2 giorni precedenti un attacco di emicrania, aggiustata per fattori confondenti costituiti da sesso, età e consumo medio settimanale di alcol. Complessivamente fra tutti i partecipanti, su 40.165 giorni di diario, sono stati segnalati 5.913 attacchi di emicrania risultando che l’effetto dell’assunzione di alcol al giorno 1 non è risultato significativo (odds-ratio (OR) [IC al 95%] = 1,01 [0,91- -1,11]; tasso di eventi 1.163/4.679, 24,9%). Analogamente il numero totale giornaliero di bevande il giorno 1 non ha mostrato alcun effetto significativo (OR [IC al 95%] = 1,03 [0,98-1,08]).
La probabilità di un attacco di emicrania era inferiore del 12% per ciascuna unità di incremento del numero di bevande al giorno 2 (OR [IC al 95%] = 0,88 [0,84-0,92]). Infine, la probabilità di un attacco di emicrania al giorno 2 era inferiore del 25% rispetto alla probabilità di un attacco 2 giorni dopo l’assenza di consumo di alcol ([OR] [IC al 95%] = 0,75 [0,68-0,82]; tasso di eventi 1.006/4.679, 21,5%).
Risultati
Sulla scorta di questi dati, gli autori hanno concluso che non vi è alcun effetto significativo sulla probabilità di un attacco di emicrania nelle 24 ore successive all’assunzione di alcol e una probabilità leggermente inferiore nelle 24-48 ore post-consumo. Parallelamente, è stata evidenziata una frequenza più elevata di attacchi di emicrania o di cefalea fra soggetti non bevitori, come già evidenziato dai risultati di analoghi studi precedenti.
Per approfondire:Dieta e mal di testa: esiste una relazione?
Fonti
- Alcohol as a trigger of migraine attacks in people with migraine. Results from a large prospective cohort study in English-speaking countries - Vol. 62, Issue 10, November-December 2022, Pages 1329-1338 doi.org/10.1111/head.14428