Possiamo entrare nei sogni di un altro e addirittura cambiarli? L'esperimento dei nipotini di Freud
Sonno e sogni ci affascinano da sempre per quell'aura di magico e misterioso che avvolge quell'intervallo di tempo in cui ogni notte cadiamo perdendo per alcune ore la consapevolezza e l'interazione con quello che ci circonda in un viaggio nelle galassie della nostra mente. Almeno questo fino ad oggi sapevamo.
L'interazione durante il sogno
In un bellissimo esperimento, quasi di ispirazione cinematografica, alcuni neuroscienziati europei appartenti a laboratori di quatto diverse nazioni (nella scienza non si hanno confini) hanno dimostrato che è possibile interagire con chi sta sognando, superando i confini tra il reale e l'onirico: i ricercatori sono infatti riusciti ad avere, in alcuni casi, risposte corrette a domande poste ai volontari testati mentre stavano sognando.
Nello studio sono stati reclutati 36 volontari, alcuni dei quali avevano già sperimentato il cosiddetto “sogno lucido”, uno stato onirico modificabile pur restando in una fase di sonno. I partecipanti sono stati educati a riconoscere alcuni segnali luminosi, sonori, tattili associandoli alla consapevolezza di stare sognando, ai quali potevano rispondere in modo finalizzato muovendo gli occhi o il volto come stabilito in precedenza.
In ogni paziente veniva posizionato un elmo dotato di elettrodi posti sul cranio in modo da registrare l’attività elettrica cerebrale e le contrazioni dei muscoli mimici. In 57 sessioni ipniche, si sono documentate fasi di sogno lucido in 15 occasioni in sei volontari. In questi i neuroscienziati avevano posto ai volontari domande semplici a risposta negativa-affermativa o sommistrato banali calcoli matematici ottenendo risposte esatte nel 18,6% dei casi, errate nel 3,2 %, assenti nel 60%. Al risveglio infatti alcuni sono stati in grado di raccontare il contenuto dei sogni e l'intromissione di domande con successiva risposta e prosecuzione del sogno stesso.
Nuovi risvolti per le terapie nel futuro?
Questi dati rappresentano una prima dimostrazione scientifica che è possibile aprire un varco scientifico nel mondo dei sogni, come già del resto più di un secolo fa il buon Freud ci aveva detto e che addirittura è possibile modificarli con una interazione dinamica.
Al di là delle possibili connotazioni di natura etica, dal canto nostro noi neurologi, che ogni giorno lottiamo con patologie croniche che coinvolgono la macroarchitettura del sonno (ansia, depressione, disturbi post traumatici,patologie cognitive neurodegenerative), ci auguriamo utili risvolti terapeutici futuri da questa scoperta in grado di affiancare le armi farmacologiche a nostra disposizione.
Vincent Van Gogh scriveva in una delle sue lettere: ”Prima sogno i miei dipinti, dopo dipingo i miei sogni”. Speriamo che poter aiutare i nostri pazienti un giorno a fare bei sogni possa colorare la loro vita. Soprattutto in tempo di Covid.
Bibliografia
Konkoly et al.Real-time dialogue between experimenters and dreamers during REM sleep 2021, Current Biology 31, 1–11