Pesce omega3.

Pesce e omega3 proteggono il cervello dagli effetti dell'inquinamento?

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Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo

Da epoche ancestrali il pesce è presente nella storia dell’alimentazione: di certo la pesca ha consentito la sopravvivenza del genere umano, com’è testimoniato dai ritrovamenti di attrezzi metallici per la pesca e graffiti murali che raccontano episodi di pesca fra gli uomini primitivi. I più recenti studi hanno dimostrato come questo alimento e gli omega3 di cui è ricco possano apportare benefici sulla salute.

Proprietà del pesce

Le odierne acquisizioni di scienza dell’alimentazione danno grande valore al pesce per il suo elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi, in particolare pesci sono alimenti ricchi di omega3 e omega6 ed anche perché in grado di aumentare la frazione HDL del colesterolo.

Di fatto, le popolazioni Inuit e Yupik, anche note come Esquimesi, consumano grandi quantità di pesce ogni giorno e il tasso di patologie coronariche è estremamente basso, specie se confrontato con quello delle popolazioni occidentali o di altre parti del mondo.

pesce inquinamento atmosferico

Mangiare pesce protegge anche dai danni cerebrali

Ma se i benefici dell’alimentazione ricca di pesce sull’apparato cardio-circolatorio costituiscono nozione ben nota, non altrettanto si può dire di quelli esercitati sui danni cerebrali da inquinamento atmosferico, come è stato acquisito da una recente ricerca.

È necessario premettere che per materiale particolato aero-disperso si intende l'insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in aria ambiente, fra cui piombo, solventi organici e metil-mercurio. Il termine PM2,5 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 µm, ed è detto anche particolato fine le cui sorgenti sono tutti i tipi di combustione prodotta dai motori dei veicoli e degli impianti per la produzione di energia, dalla legna per il riscaldamento domestico, dagli incendi boschivi e da molti altri processi industriali.

Lo studio su inquinamento, pesce e salute

Cheng Chen, della Columbia University Irving Medical Center, New York, NY, USA, ha pubblicato il 15 Luglio 2020 su Neurology (AAN) il lavoro “Erythrocyte omega-3 index, ambient fine particle exposure and brain aging” per valutare se gli acidi grassi omega 3 poli-insaturi a lunga catena (LCn3PUFAs) modifichino gli effetti neuro-tossici dell’esposizione al PM2,5 sul cervello.

Sono state sottoposte a questionari sulla dieta, attività fisica e storia clinica 1315 donne, di età compresa fra 65 e 80 anni, senza segni di demenza, incluse nel Women's Health Initiative Memory Study (WHIMS) tra il 1996 e 1999. I ricercatori sono risaliti attraverso l’indirizzo di casa ai valori medi di esposizione al PM2,5 nei 3 anni antecedenti alla risonanza magnetica cui le partecipanti sono state sottoposte fra il 2005 e il 2006.

Considerate le molteplici variabili confondenti passibili di influenzare il volume cerebrale, i ricercatori hanno evidenziato che nelle donne con livelli più alti di LCn3PUFA erano significativamente di maggior volume la sostanza bianca e l’ippocampo e in particolare per ogni incremento interquartile (2.02%) dell’indice omega-3, l’aumento medio di volume era 5.03 cm3 (P <. 01) nella sostanza bianca e 0.08 cm3 (P =. 03) nell’ippocampo. Con livelli più alti di LCn3PUFA si attenuava l’associazione inversa fra esposizione PM2,5 e volume della sostanza bianca in tutte le aree del cervello (P<.05).

Chen puntualizza che futuri trial dovranno aiutare a comprendere il sottostante meccanismo esplicato dagli omega-3 nell’alleviare la neuro-tossicità indotta dall’esposizione PM2,5 e comprendere se supplementare la dieta con olio di pesce costituisca una strategia preventiva appropriata.

Lilly Jung Henson, neurologo al Piedmont Healthcare, Stockbridge, Georgia ha commentato i risultati ritenendo che sia ingegnoso guardare ai potenziali benefici che mangiare il pesce può apportare al fine di contrastare i fattori ambientali di rischio per la demenza, ma che siano necessarie ulteriori ricerche sull’argomento per definire il quantitativo di alimenti con elevato contenuto in omega-3 efficace nella prevenzione della salute cognitiva da danno cerebrale legato alla polluzione ambientale.

Data pubblicazione: 19 luglio 2020 Ultimo aggiornamento: 15 febbraio 2021

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