Il colesterolo cattivo è buono perché protegge dal Parkinson
E’ stato appena pubblicato su Movement Disorders uno studio clinico condotto su larga scala presso il Maccabi Health Services, in Israele, (Higher serum cholesterol and decreased Parkinson’s disease risk: A statin‐free cohort study) da cui risulta che alti livelli di colesterolo potrebbero diminuire il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.
E’ nozione comune che il colesterolo è trasportato nella corrente ematica dalle lipoproteine di cui esistono due tipi: le lipoproteine a Bassa Densità (LDL)e quelle ad Alta Densità (HDL). Le prime trasportano il colesterolo verso le cellule e i tessuti, dove viene accumulato e utilizzato; le lipoproteine HDL , invece, trasportano questa molecola verso il fegato, dove viene eliminata dall’organismo. Da questo emerge che il colesterolo “buono” è quello legato alle lipoproteine HDL mentre quello legato alle proteine LDL, se è presente in quantità eccessiva, è al contrario quello “cattivo” perché, circolando nel sangue, si accumula nei vasi sanguigni formando le placche aterosclerotiche che aumentano significativamente il rischio di malattie coronariche o ictus.
Studi precedenti, sia sull’uomo che su animali di laboratorio, avevano mostrato dati controversi sul ruolo del colesterolo LDL sul rischio del Parkinson, per cui è stata condotta questa ricerca su una popolazione di 261. 638 soggetti, i cui dati clinici erano consultabili presso i Servizi Sanitari di Maccabi, per importanza la seconda struttura clinica del Paese. Sono stati esaminati i dati relativi a soggetti di età compresa fra 40 e 79 anni, che avevano avuto almeno due determinazioni/anno del valore di colesterolo nel periodo di studio 1999 - 2012 e che non assumevano agenti ipocolesterolemizzanti (statine).
Da questa valutazione retrospettiva è risultato che in 746 pazienti è stato sospettato il morbo di Parkinson, realmente accertato nel 70% dei casi. L’incidenza della malattia aumentava col crescere dell’età per entrambi i sessi: variando dal 0.06% negli uomini e dal 0.04% nelle donne nell’intervallo 40-44 anni sino al 4.8% negli uomini ed al 3% nelle donne di età compresa fra 75 e 79 anni. I partecipanti allo studio di entrambi i sessi presentavano valori lievemente al di sopra della norma sia del colesterolo totale che dei livelli di LDL mentre un terzo di essi superava i 140 mg/dL di LDL, valore per il quale usualmente le linee-guida raccomandano la terapia con statine.
L’analisi retrospettiva dei dati clinici ha rivelato che livelli di colesterolo totale superiore a 180 mg/dL e di LDL più alto di 110 mg/dL era associato a ridotto rischio per la malattia di Parkinson nei soggetti di età media non sottoposti a trattamento con statine. Il rischio era ridotto dal 18 al 29% negli uomini di età compresa fra 50 e 69 anni con livelli elevati di colesterolo totale mentre alti valori di colesterolo LDL erano associati a ridotto rischio dal 20 al 28%. Nelle donne fra 70 e 74 anni è stata rilevata una analoga protezione dal Parkinson, ma lievemente più bassa che negli uomini: pari al 7% con colesterolo totale più alto e dal 2 al 12% con LDL-C alto.
Questi risultati non indicano di certo che un basso valore di colesterolo sia una possibile causa del Parkinson ma appaiono rilevanti sotto l’aspetto della pratica clinica e degli stessi indirizzi sanitari, anche se ulteriori studi a lungo termine sono necessari per delucidare maggiormente il range favorevole dei livelli di colesterolo e delle sue variazioni nel corso della vita in relazione a questo effetto protettivo sul Morbo di Parkinson.