Un prelievo di sangue eviterà la TC encefalo nei traumi cranici?

Uno studio di recente pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Neurology sostiene che un test del sangue potrebbe aiutare a ridurre le scansioni CT dopo un trauma cerebrale.

L’articolo sostiene che un esame del sangue ad alta sensibilità potrebbe aiutare i medici a escludere lesioni traumatiche intracraniche come emorragia cerebrale e contusione prima di ricorrere alla scansione TC.

Sappiamo che ci sono dei precisi parametri clinici, in relazione ai sintomi presentati da un traumatizzato cranico, che vanno attentamente valutati per prendere le decisioni più opportune sul trattamento medico o chirurgico.

Le LG vigenti raccomandano una TC per ogni traumatizzato che abbia un punteggio, secondo la GCS, inferiore a 15.

Secondo lo studio citato l’analisi del sangue esaminata in questo studio è stata in grado di prevedere quali pazienti non presentavano una lesione cerebrale visibile alla TC con una precisione molto elevata, anche tra quelli con un GCS inferiore a 15.


Secondo il dottor Jeffrey Bazarian dell'Università di Rochester School of Medicine, New York (USA) che ha co-diretto la ricerca afferma che

"Sulla base dei risultati di questo studio multicentrico, l'uso di routine del nuovo test dei biomarcatori nei reparti di emergenza potrebbe ridurre di un terzo le scansioni TC della testa in pazienti con lesioni acute alla testa che si ritiene abbiano bisogno di scansione TC, evitando costi e radiazioni non necessari alla TC. Il tasso di falsi negativi è molto basso”.

I risultati di questo studio suggeriscono che i pazienti con trauma cranico lieve (GCS iniziale di 14 o 15) e che hanno un test negativo, possono tranquillamente evitare una TC.

I pazienti con un test positivo hanno una probabilità del 10% di lesione intracranica e, in tal caso, la TC sarà obbligatoria per determinare se esiste una lesione intracranica e definirla ulteriormente.

L’articolo prosegue affermando che i risultati di questi biomarcatori possono essere applicati a pazienti che presentano una lesione più grave, ovvero quelli con un GCS inferiore a 14, ma allo stato questa opportunità richiede ulteriori conferme.

La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha approvato l'uso commerciale di questo test con biomarcatori del cervello basato sul sangue, rendendolo il primo test clinicamente approvato del suo genere in Nord America.

Gli Autori sostengono poi che vi è preoccupazione per l'elevata dose di radiazioni associata alla TC della testa che può aumentare il rischio di cancro

I biomarcatori sono proteine-ubiquitina C-terminale idrolasi-L1 (UCH-L1) e gliale fibrillare proteina acida (GFAP).

Per fornire ulteriori prove, i ricercatori hanno condotto uno studio prospettico su 1959 adulti (di età pari o superiore a 18 anni) che frequentavano i reparti di emergenza tra dicembre 2012 e marzo 2014 con sospetto di Trauma Cranico Lieve in 22 siti negli Stati Uniti e in Europa.

Lo studio ALERT-TBI ha confrontato direttamente i risultati del nuovo test sui biomarker combinando UCH-L1 e GFAP con i risultati della scansione TC della testa.

I partecipanti hanno ottenuto un punteggio di scala coma Glasgow compreso tra 9 e 15, e la maggior parte (98%) ha avuto un punteggio di 14-15 (i punteggi GCS vanno da 3,stato di coma irreversibile a 15 stato di coscienza integro).

Tutti i partecipanti hanno ricevuto una TC encefalo come parte delle cure di emergenza standard e sottoposti a prelievo di campioni di sangue entro 12 ore dalla lesione.

 

Risultati dello studio

I risultati hanno mostrato che 125 (6%) partecipanti presentavano lesioni intracraniche rilevate alla TC e otto (˂1%) presentavano lesioni che erano neurochirurgiche gestibili.
Mentre 1288 (66%) pazienti hanno avuto un risultato positivo del test GFAP e UCH-L1 e 671 (34%) hanno avuto un risultato negativo.

Il nuovo test sui biomarker è risultato positivo nel 97,6% dei pazienti con lesione traumatica alla TC (sensibilità), mentre la probabilità che un paziente con un risultato negativo del test fosse veramente senza lesioni era del 99,6% (valore predittivo negativo).

 

Personale commento
Premesso che lo studio è di notevole importanza scientifica, non ritengo che lo sia nella pratica clinica e soprattutto nell’emergenza di patologie traumatiche cranio encefaliche, poiché l’attendibilità del test con biomarcatori non credo possa essere attendibile con alta sicurezza.
Anche questa ricerca di riscontri oggettivi inconfutabili e scevri da “inquinamento soggettivo”, a mio parere favorisce la tendenza, purtroppo frequente, ad abbandonare ciò che è il momento principe nella ricerca della diagnosi, ovvero l’esame clinico obbiettivo.
Un paziente, presso cui si deve raccogliere l’anamnesi, accuratamente visitato presenterà segni soggettivi e clinici che saranno sufficienti a stabilire se procedere con l’esame TC, con l’osservazione o le dimissioni.

Un paziente con amnesia per l’accaduto (amnesia ante-retrograda), sveglio, magari sub confuso, a mio parere sarebbe a rischio di una evoluzione emorragica e fidarsi di un test ematico sarebbe quanto meno imprudente.

Ritengo poi che, a sostegno del test, prospettare il rischio di tumori cerebrali a seguito di scansioni TC è del tutto inaccettabile, quando sappiamo che un esame TC encefalo con apparecchiature di ultima generazione non ha la durata di oltre 2 minuti.

Ovviamente nulla toglie all’importanza della ricerca, ma in questo caso, qualora il test fosse approvato anche in Italia, io ci penserei più di una volta a eseguire il test piuttosto che una TC.

 

Fonte: https://neuronewsinternational.com/blood-test-might-help-reduce-unnecessary-ct-scans-after-traumatic-brain-injury/

Data pubblicazione: 04 agosto 2018 Ultimo aggiornamento: 17 ottobre 2019

7 commenti

#1
Foto profilo Dr. Otello Poli
Dr. Otello Poli

Libello di visibilità 3.
Interessante lo Studio ma è una certezza il rigore critico e professionale del Collega.

#2
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Dr. Mauro Colangelo

Giovanni, avevo letto anch'io l'articolo e la penso esattamente come te! Infatti, al pari tuo avrei grosse perplessità a fidarmi di un test emato-chimico a fronte di un dubbio anche modestissimo che il paziente abbia una lesione traumatica. Tuttavia, plaudo all'iniziativa perché può aprire la strada ad ulteriori perfezionamenti che diano un impulso migliorativo nello snellimento del triage di P.S. intasati.
Ottimo articolo e....ancor migliore la nota esegetica.
Un abbraccio

#3
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Dr. Antonio Ferraloro

Caro Giovanni, concordo perfettamente con quanto scrivi nelle considerazioni personali. Lo studio è interessantissimo ma le tue considerazioni ancora di più.

#4

Ringrazio i cari e stimatissimi colleghi.
Quel test e altri eventuali saranno perfezionati al punto che un paziente con "apparente" trauma cranco minore, giunto al Triage, praticato il prelievo dall'infermiera che leggerà il risultato negativo per emorragia in atto o per pur piccoli focoali lacero-contusivi (pericolosamente evolutivi) verrà dimesso. Se poi dopo qualche ora ritorna in coma, la colpa sarà del test, ovvero di nessuno.

Il martelletto di Dejerine ha più di 100 anni, ma è lo strumento principe per quanto meno un sospetto diagnostico.

#5
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Dr. Alessandro Rinaldi

Grazie al dr Migliaccio per la interessante discussione.
Mi permetto di aggiungere un punto di vista inverso ma non contrario, ossia in quei casi in cui il medico di pronto soccorso (stanco o inesperto) sia in procinto di mandar via una vittima di trauma cosidetto lieve, possa riflettere su un risultato positivo al test ematico.
Forse sono aspetti che per meritare maggiore fiducia necessitano di tempo e prove tangibili. Mi viene da ricordare qui - ero studente al V anno di Medicina e Chirurgia - il Prof. Beniamino Guidetti, abituato a fare diagnosi clinica o su base strumentale con angio- e pneumoencefalografia (sic!) che mostrava tutto il suo scetticismo nei confronti delle prime scansioni a base numerica unità Hounsfield (TAC)!!

#6
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Dr. Mauro Colangelo

Alessandro la penso come te! Io ho vissuto l'evoluzione della nostra branca da quando i suoi Pionieri Guidetti, Castellano, Frugoni, etc. insegnavano a noi neofiti a riconoscere da una semplice aniso-reflessia il lato su cui fare l'arteriografia fino a giungere alla TAC e poi alla RM. E l'ho detto nel mio precedente intervento sul pregevole articolo di Giovanni: incoraggiamo senza misoneismi tutto ciò che rinnova e che può.....facilitare il lavoro.

#7

Cari Mauro e Alessandro,
la storia, come anche la storia della Medicina, passa per la preistoria che ha il valore di farci conoscere l'evoluzione di ogni scienza per guardare al futuro.
Ricordo anch'io la grandezza della cultura scientifica (e a volte, non solo) di uomini come Castellano, Guidetti, Maspes, Cassinari, Dalle Ore, Bricolo e molti altri che hanno dato fulgore a una difficile quanto interessante branca della chirurgia.
Ma se al tempo di Guidetti sbagliavi lato, non succedeva assolutamente nulla. Un altro grande neurochirurgo una volta incise a dx per accedere a un neurinoma dell'acustico situato a sx. Si accorse dell'errore solo quando era già in f.c,p.
Spostò il campo chirurgico a sx e proseguì con successo l'intervento.
Non oso pensare cosa sarebbe successo oggi.
Ma i pionieri della Neurochirurgia, con l'avvento della microchirurgia con Yasargil, dovettero "rinnovarsi" e lo fecero (quasi tutti) con grandi successi.
Se Guidetti al suo tempo preferiva un'angiografia alla TAC (40 minuti per ottenere le scansioni dell'encefalo) non gli si poteva dar torto, ma alla fine capitolò anche lui, come è giusto che fosse.

Ora ben vengano marcatori di una incipiente emorragia cranica, magari anche con dei dati sul tempo della formazione di un ematoma e con la previsione di extra durale che avrà valori ematici distinguibili da un sottodurale, da una ESA e magari dirci se ci sono focolai lacero-contusivi che sanguineranno dopo un esatto numero di ore.

Se ciò un giorno dovesse essere possibile e soprattutto attendibile con certezza diagnostica al 100%, ovvero senza un minimo margine di errore,
forse userei anch'io i marcatori, ma poiché penso che ciò, se avverrà, lo potranno sapere quanto meno i miei nipoti, al momento io prescrivo una TC nei traumi cranici sulla scorta dei dati anamnestici e clinici.

E queste mie osservazioni non vogliono assolutamente scoraggiare le nuove acquisizioni che in Medicina sono galoppanti, ma stiamo attenti perché all'orizzonte compaiono l'O2 paramagnetico, la terapia del "fa bala l'oeucc" (alla milanese), dei Bite e via dicendo.

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