Il morbo di Parkinson può migliorare con una mistura di erbe
La Medicina tradizionale cinese potrebbe venire in soccorso ai pazienti affetti dal morbo di Parkinson in base a quel che emerge dal lavoro “Zishenpingchan granules for the treatment of Parkinson’s disease: a randomized, double-blind, placebo-controlled clinical trial” pubblicato pochi giorni or sono sul giornale Neural Regeneration Research dal Prof. Jian-hua Hu. Nella comunicazione sono illustrati i risultati di uno studio clinico condotto presso i dipartimenti di Neurologia di due Ospedali cinesi, il Longhua Hospital e il Shuguang Hospital, affiliati con la Shanghai University of Traditional Chinese Medicine.
Per comprenderne la portata, è necessario premettere che il trattamento standard del morbo di Parkinson, i cui sintomi fondamentali sono tremore, lentezza nei movimenti e rigidità muscolare, si fonda sull’utilizzo della levodopa, precursore della dopamina deficitariamente prodotta dalla substantia nigra. Ma il trattamento a lungo termine con questa sostanza, in oltre il 50% dei pazienti, induce movimenti involontari che vengono definiti discinesie che ne limitano l’efficacia e la sicurezza.
Nell’intento di migliorare la qualità della vita di questi pazienti, i Neurologi cinesi hanno cominciato ad esplorare le risorse della loro Medicina Tradizionale ed hanno studiato gli effetti dello Zishenpingchan. Si tratta di una mistura di erbe e radici cinesi (Radix Rehmanniae, Lycium barbarum, Herba Taxilli, Rhizoma Gastrodiae, Stiff Silkorm, Curcuma phaeocaulis, Radix Paeoniae Alba, Rhizoma Arisaematis, Scorpio e Centipede) di cui la preparazione di Radix Rehmanniae veniva già da tempo utilizzata con discreto successo per il trattamento del declino cognitivo. Una ricerca sperimentale del 2014, condotta da Ye, Zhou e Yuan sui ratti resi parkinsoniani, aveva evidenziato una certa efficacia dello Zishenpingchan nel ridurre le discinesie [Effect of Zishenpingchan granule on dyskinesia of rats and substantia nigra striatum DAT and VMAT2 gene expression. Jiangsu Zhong Yi Yao, 46 (4) (2014), pp. 74-76].
Il Prof. Jian-hua Hu ha voluto verificare con una approfondita ricerca clinica gli effetti dei granuli dello Zishenpingchan sull’uomo affetto dal morbo di Parkinson. L’Autore ha arruolato 128 pazienti affetti da morbo di Parkinson, trattati con levodopa e che già presentavano discinesie, nel trial clinico ChiCTR-INR-1701194. In un braccio dello studio, randomizzato in doppio-cieco, sono stati somministrati per 24 settimane levodopa e Zishenpingchan mentre all’altro braccio levodopa ed un placebo.
Nei soggetti con score III all’UPDRS (Parkinson’s Disease Rating Scale) è stato rilevato un netto miglioramento non solo della discinesia ma anche degli stessi sintomi motori fondamentali della malattia; sotto il profilo dei disturbi cognitivi, nessuna variazione significativa è stata notata fra i due gruppi seppure i sintomi emozionali (ansia e depressione) sono risultati notevolmente migliorati fra i soggetti del braccio trattato con i granuli di Zishenpingchan. Inoltre, alla 24esima settimana, il numero di pazienti con score IV all’UPDRS era molto più alto fra i pazienti trattati con placebo ancorché il dosaggio di levodopa fosse significativamente più elevato. Ciò indica l’efficacia dello Zishenpingchan nel ridurre le complicanze motorie ed il dosaggio di levodopa.
I due gruppi di pazienti sono stati valutati infine con il PDQ-39 (Parkinson’s Disease Quality of Life Questionnaire) ed è emerso un netto miglioramento della qualità della vita nei soggetti trattati con lo Zishenpingchan. E’ di grande importanza, per ultimo, il rilievo che le reazioni avverse in coloro che hanno ricevuto lo Zishenpingchan sono state irrilevanti e comunque mai tali da obbligare ad uscire dal trial.
In conclusione, dalla ricerca del Prof. Jian-hua Hu emerge che combinando la medicina cinese e quella occidentale si riducono i dosaggi della levodopa, riducendone gli effetti tossici, e senza significativi effetti collaterali si migliorano i sintomi della malattia e la qualità della vita dei pazienti.