Nuovi farmaci per la cura dell'Alzheimer
Ai fini della diagnosi e della cura dell malattia di Alzheimer sono importanti le ripercussioni che ha portato la scoperta delle due proteine anomale (Abeta e Tau) che ne sarebbero la causa: queste infatti si accumulano nel cervello, in particolare nelle regioni temporali, sotto forma rispettivamente di placche amiloidi e grovigli neurofibrillari determinando, con meccanismi ancora non ben conosciuti, la distruzione delle cellule nervose.
Queste conoscenze hanno avuto importanti ripercussioni per la diagnosi e la cura di questa patologia, in particolare con la tomografia ad emissione di positroni con tracciante per l'amiloide (PET-amiloide), che consente di visualizzare gli accumuli di tale sostanza contribuendo, insieme ad altre indagini (in particolare la Risonanza Magnetica), a confermare o escludere la diagnosi clinica.
Quali ripercussioni sulla terapia per l'Alzheimer?
I farmaci attualmente in uso (inibitori dell'acetilcolinesterasi) non curano la malattia, ma possono solo migliorare o per lo meno rallentare i deficit cognitivi,i n particolare la memoria, aumentando nel cervello un neurotrasmettitore, l'acetilcolina.
Un reale progresso ci sarà solo quando si scopriranno farmaci in grado di distruggere le proteine "tossiche" o di rallentarne il deposito. A tale proposito vi sono ricerche in corso piuttosto promettenti sull'immunoterapia sia attiva che passiva: nel primo caso il principio è quello della somministrazione di una proteina simile alla Abeta per stimolare il sistema immunitario ad attaccare quella "cattiva"; nel secondo caso si somministrano direttamente anticorpi che attaccano la proteina (anticorpi monoclonali).
Questi studi, come quelli in corso su altre sostanze, sono molto promettenti ma necessitano purtroppo ancora di tempo per un risvolto pratico.