Rischio ictus nei divorziati.

Il divorzio aumenta il rischio di avere un ictus

maurocolangelo
Dr. Mauro Colangelo Neurologo, Neurochirurgo

Chi è coniugato oppure single (anche se per vedovanza) è meno esposto al rischio di ictus, di un qualunque grado di gravità, rispetto a chi abbia divorziato. Il fenomeno colpisce molto di più l’uomo che non la donna. Lo suggerisce uno studio presentato al Congresso Europeo sull’Ictus (3rd European Stroke Organisation Conference, Maggio 2017, Amsterdam, Olanda).

I rischi dello stile di vita legato al divorzio

Tom Skyhøj Olsen, del Bispebjerg University Hospital di Copenhagen, Danimarca, co-Autore dello studio, riferisce che dai dati raccolti emerge che la ragione non risiede nel fatto di essere single o coniugato quanto piuttosto negli effetti avversi sullo stile di vita associati al divorzio.

È ben noto, infatti, come il divorzio scateni un attacco concentrico di situazioni difficili (abitazione, impegno finanziario, stress emozionale) che è generalmente associato ad un aumentato consumo di alcool e fumo. Ed inoltre è nozione comune che lo stile di vita delle persone coniugate è più sano rispetto a quelli che non lo sono, con particolare riferimento ad abitudini nocive quali il fumo ed il consumo di alcool.

La differente suscettibilità al rischio di ictus tra uomo e donna è spiegata da Olsen come una migliore attitudine della donna a fronteggiare la situazione stressante imposta dal divorzio grazie ad una migliore capacità di adattamento alle conseguenti variazioni esistenziali.

Per approfondire:Anche la depressione aumenta il rischio di ictus

Lo studio

Lo studio è stato condotto dagli Autori analizzando i dati del Danish Stroke Register relativi a 58.807 pazienti ammessi in Ospedale dal 2003 al 2012 per ictus, di età superiore a 40 anni, interfacciandoli parallelamente con informazioni del sistema di registrazione civile danese (età, sesso, stato coniugale, livello culturale e patrimoniale).

Stroke Incidence by Marital Status in Men and Women

Status

Relative Risk (95% Confidence Interval)

Men

 

 Married

1.00 (reference)

 Single

1.07 (1.03 - 1.11)

 Divorced

1.23 (1.19 - 1.27)

 Widowed

1.02 (0.98 - 1.06)

Women

 

 Married

1.00 (reference)

 Single

0.97 (0.97 - 1.03)

 Divorced

1.11 (1.06 - 1.15)

 Widowed

1.00 (0.97 - 1.03)

Dalla Tabella si desume un netto aumento dell’indice di rischio per ictus nei soggetti divorziati e con evidente prevalenza a carico del sesso maschile.

Sulla scorta dei dati esposti in tabella, il Dr Olsen conclude che questo studio statistico riflette il beneficio di vivere in armonia, sia con un partner che da single e che per converso il divorzio produce una disarmonia della vita che, imponendo di occuparsi di cose considerate apparentemente più urgenti che non la propria salute, si accompagna ad un aumentato rischio di ictus.

Lo studio ha considerato solamente lo stato coniugale dei pazienti nell’anno antecedente l’occorrenza dell’ictus e non anche la estensione di tempo da quando il divorzio ha avuto luogo.

Quale corollario di questo studio, che mette a fuoco ancora una volta la nocività dello stress, di cui il divorzio è senza dubbio un imponente elemento causale, rievoco l’antica saggezza della Schola Medica Salernitana che per avere una vita lunga consigliava: buona dieta, mente lieta, vita quieta.

Fonte

  1. The study was funded by the Jascha Foundation, a private Danish research foundation. 3rd European Stroke Organisation Conference (ESOC) 2017. Session SC16. Presented May 17, 2017.
Data pubblicazione: 29 giugno 2017

6 commenti

#1
Foto profilo Dr. Otello Poli
Dr. Otello Poli

Interessante e fonte di spunti anche divertenti nonchè di discussione pro o contro le conclusioni.
Confermo visibilità 2.

#2
Foto profilo Dr. Antonio Ferraloro
Dr. Antonio Ferraloro

Articolo interessante, non conoscevo questo studio.
Lo stress psicofisico è un fattore di rischio importante per gli eventi vascolari acuti cerebrali, probabilmente anche a livello cardiologico, se venissero effettuati studi come questo, si potrebbero trarre conclusioni simili.
Grazie Mauro per averlo diffuso.

#3
Foto profilo Dr. Mauro Colangelo
Dr. Mauro Colangelo

Stimati Colleghi Otello ed Antonio, Vi ringrazio del vostro commento e ribadisco la mia convinta citazione dei nostri Padri della più antica scuola di Medicina d'Europa per vivere a lungo: vita quieta!

#4

Caro Mauro,
lo studio può essere interessante, ma proprio perchè i "Salernitani" l'avevano capito, non dice nulla di nuovo.
E' proprio vero che, non solo in Italia, ma anche in altri Paesi si pubblica di tutto.
Sarà anche vero che il divorzio procuri stress, ma a volte è proprio il contrario: fa uscire dallo stress di un matrimonio.
Poi si parla genericamente di ictus, ma non precisando se emorragico o ischemico.
Sappiamo che l'etiologia delle due forme è differente e che alla base vi sono patologie che possano favorire l'una o l'altra.
Inoltre mi pare che non sia specificata l'età dei soggetti divorziati.
Oltre i 50 anni le patologie predisponenti sono più frequenti rispetto a individui di 30-40 anni.
Per avvalorare la tesi di questo studio bisognerebbe avere dati su individui più giovani divorziati, ovvero se in una persona, priva di fattori di rischio, divorzia a 30 anni, qual'è il lasso di tempo di comparsa dell'ictus.
In buona sostanza sapere se lo stress provoca l'ictus in un tempo in cui i reali fattori di rischio (fumo, alcol, obesità, alimentazione ecc.) possano essere tali.
Insomma non mi sembra un rilevante apporto scientifico.

Un caro saluto a tutti

Giovanni

#5
Foto profilo Dr. Mauro Colangelo
Dr. Mauro Colangelo

Caro Giovanni,
grazie delle tue osservazioni che sono parallele alle mie. Come ho riferito, lo studio di Olsen si riferisce a soggetti di età superiore a 40 anni e viene considerato solo nell'intervallo di 1 anno dal divorzio, che poi finisce per essere la fase più calda dello stress, e non si specifica se l'ictus sia ischemico od emorragico. Concordo con Otello che è fonte di spunti di discussione, come appunto -con la tua consueta acutezza scientifica- stai facendo tu.
Cordialmente

#6

Caro Mauro,
ti ringrazio dell'apprezzamento per me, ma, seppur sono trascorsi pochi giorni dalla pubblicazione del tuo articolo, non posso fare a meno di rilevare la latitanza di molti colleghi che potrebbero appunto dare un apporto al tema che seppur, a mio parere, appare alquanto lacunoso, dovrebbe tuttavia essere fonte di interesse e di scambio di pareri.
Vedremo
Una buona giornata

Giovanni

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