Ictus (stroke emorragico): quando è indicato l'approccio chirurgico?
In caso di ictus l'esame di neuroimaging di scelta in urgenza cerebrovascolare neurologica/neurochirurgica è la TC cranio che consente di visualizzare il sanguinamento in tempo "zero".
Quando operare il paziente con ictus?
La procedura neurochirurgica nello stroke emorragico è assolutamente indicata nei casi di:
- emorragie in fossa cranica posteriore con diametro > 3 cm, deterioramento dello stato di coscienza a seguito di cono di pressione sulle strutture troncoencefaliche e rischio di incuneamento delle tonsille cerebellari nel forame magno;
- idrocefalo tri-ventricolare secondario ad invasione/ostruzione emorragica del IV ventricolo e/o dell'acquedotto del Silvio;
- emorragie lobari di dimensioni > a 50 cm3, deterioramento dello stato di coscienza a seguito di cono di pressione e rischio di erniazione trans-tentoriale dell'uncus ippocampale con compressione sulle strutture troncoencefaliche;
- emorragie associate a rottura di aneurisma o di MAV (malformazione artero venosa) in caso di possibilità di approccio della struttura vascolare sanguinante.
Nei restanti casi, ad esempio le emorragie in cosiddetta sede tipica, ovvero peri-capsulare dovuta al sanguinamento da fissurazione/lesione delle arterie perforanti talamo-striate, è previsto il trattamento conservativo neurologico con supporto dei parametri vitali in attesa del riassorbimento ematico e la formazione di cavità poroencefalica.
In estrema sintesi quanto sopra illustrato rispecchia le linee guida SPREAD.