Tecniche tradizionali e tecniche mininvasive
Prendo spunto dalle osservazioni del collega nell'articolo Mininvasivo non significa più semplice per sottolineare come anche il nostro campo spesso è soggetto a concetti e preconcetti se non a una informazione non sempre corretta a discapito di pazienti che, soprattutto nel caotico mondo della navigazione web, rischiano di "naufragare".
Sono perfettamente d'accordo con quanto detto dal dr. Piscitelli. Una volta si diceva "Grande taglio, grande chirurgo", oggi dovremmo dire piccolo buco, grande chirurgo?
Ovviamente la "verità" sta nel mezzo.
Non entro nel merito della chirurgia addominale che non è di mia competenza, dove però so che la videolaparo ha sicuramente i suoi vantaggi. Come sempre in Medicina, è necessario valutare caso per caso, patologia per patologia, paziente per paziente.
Anche per la neurochirurgia esiste la medesima problematica.
Accanto agli indubbi vantaggi che le tecniche non invasive, per esempio l'embolizzazione degli aneurismi, delle MAV, l'approccio transfenoidale all'ipofisi ecc. hanno apportato, esse non hanno soppiantato per nulla le tecniche chirurgiche tradizionali, poichè condizioni anatomiche (posizione degli aneurismi o delle MAV, condizioni delle arterie ecc.) spesso fanno propendere per l'intervento classico.
Questo è valido ancor più in chirurgia vertebrale dove, operando sempre con il microscopio, la differenza delle incisioni cutanee è spesso di pochi cm. e il paziente viene dimesso ugualmente uno o due giorni dopo l'intervento.
I tempi chirurgici sono il più delle volte sovrapponibili, molto spesso di gran lunga inferiori con la tecnica tradizionale microchirurgica.
Quest'ultima,infine, consente un maggior controllo del campo operatorio, come per esempio una accurata emostasi che può risultare complessa e rischiosa nelle tecniche mininvasive.
Concludo auspicando che il chirurgo, nel rapporto con il proprio paziente, abbia costantemente onestà intellettuale e disponibilità a informarlo di tali controversie e problematiche e a non lasciarsi trascinare e condizionare da mode e novità che, abbastanza spesso, lasciano il tempo che trovano.