Ho il cancro, ho il diritto di vivere anche un solo giorno in più?
Vi riporto il passaggio essenziale di una recente telefonata tra me e una mia paziente:
P.: <<…dottore, ho saputo di avere i giorni contati….
Io.: Mi spieghi meglio signora…
P.: Mi hanno dato al massimo pochi mesi di vita, purtroppo nelle mie condizioni non si può fare più nulla, immagini come sto!
Io.: Ci provo…purtroppo se i colleghi si sono dovuti esprimere in questi termini evidentemente non si può fare più nulla, e lei è stata seguita molto bene…
P.: Ah, certo, nulla da ridire, se non il fatto che devo morire tra poco…e io non ci sto!
Io.: Signora carissima, provo lontanamente ad immaginare le sue sensazioni, di realtà come la sua ne incontriamo quotidianamente e purtroppo dobbiamo piegarci a dei limiti oltre i quali non possiamo andare, ripeto, provo a comprendere il suo stato d'animo ma se ha già tentato tutto il possibile ci resta da fare molto poco, ciò che abbiamo di fronte è molto più grande di noi…
P.: Certo dottore, io l’ho chiamata per aggiornarla e…lo so che lei non è il Padre Eterno, per il miracolo mi sono già rivolta altrove…ma perché vorrei avere ancora una speranza, le sentenze di morte sono molto brutte!!!
Io.: Lei ha pienamente ragione e tutto il diritto ma purtroppo io non ho nessun elemento certo per darle una speranza in più!
P.: Perché lei non è un medico?!?! Se lei incontra una persona agonizzante che le chiede aiuto non avendo più certezze non si china e tenta comunque di fare qualcosa??!!!... tira via perché tanto non c’è più niente da fare???... e poi torna a casa sereno e si addormenta con la coscienza a posto?
Io.: “No di certo e voglio comprendere le sue sensazioni ma per quanto lei mi chiede in questo caso non ho …(mi interrompe)…
P.: “Cioè mi vuole dire che siamo proprio sicuri che oltre i protocolli esista solo il nulla, devo attendere la morte e basta??? Io voglio tentare qualche altra cosa, ho il diritto di vivere anche un solo giorno in più,
quanto vale un giorno di vita???”...
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Per quanto triste e frustrante la medicina ha dei limiti obiettivi oltre i quali nessuno può andare ma come chiede giustamente la paziente, siamo proprio sicuri che oltre i protocolli esista solo il nulla?
Il medico ha il dovere di prescrivere solamente protocolli scientificamente dimostrati come efficaci ma ha anche il dovere di chinarsi sul malato agonizzante non per fare solamente una carezza pietosa e consolatoria ma per tentare ogni via ancora percorribile!
MAI dare illusioni e false speranze, ma siamo assolutamente certi che non esista un’altra possibilità?
Siamo proprio sicuri che senza nuocere al paziente non ci siano altre vie da integrare per poter vivere meglio e magari un giorno in più?
Il medico che non vuole restare in attesa che arrivino protocolli più efficaci può trovare diversi suggerimenti perché oltre non ci sia il nulla; tanti pazienti traggono beneficio da antiossidanti, vitamine, estratti fitoterapici, consigli nutrizionali, che nella pratica quotidiana hanno mostrato efficacia in prevenzione e possono incidere positivamente in associazione ai protocolli chemio e radioterapici potenziandone l’azione terapeutica e riducendo gli effetti collaterali spiacevoli.
O quando purtroppo non c’è più niente da fare possono comunque modificare anche se di poco (a volte di tanto!) la qualità della vita e senza arrecare nocumento alcuno!
E questo si traduce sicuramente in un beneficio per il paziente in tutti i sensi, non significa dare false speranze ma chinarsi e tentare tutto il possibile per migliorare la qualità della vita e magari posticipare la sentenza, anche di un solo giorno!
“Ho il diritto di vivere anche un solo giorno in più, quanto vale un giorno di vita?”