FIORI DI BACH e PNEI

g.marcialis
Dr. Giorgio Marcialis Medico di medicina generale, Perfezionato in medicine non convenzionali

 

 

La Floriterapia di Bach, da oltre mezzo secolo, rappresenta un valido sistema terapeutico integrativo.

Esso è in grado di far evolvere le caratteristiche individuali laddove la patologia esprime il risultato di uno squilibrio emozionale.

Quando il medico inglese Edward Bach (1886-1936) sviluppò la Floriterapia (intorno agli anni '30), la Medicina era caratterizzata dalla lotta contro i sintomi, mentre la personalità dell'individuo malato non veniva ancora adeguatamente presa in considerazione.

Il dott. E. Bach è stato un innovatore ed un ricercatore, che ha saputo riconoscere e superare alcuni limiti e debolezze della pratica medica del suo tempo.

Egli non desiderava altro che essere d'aiuto al prossimo, non era disposto ad accontentarsi e ad accettare che il sintomo fosse la malattie e che non esistessero relazioni tra psiche, soma ed altri metodi di cura.

Quella che per il dott. Bach era stata un'intuizione, oggi è una solida realtà scientifica con fondamenta nella PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia): la scienza medica moderna che si occupa di studiare i meccanismi di connessione tra psiche, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario.

Per le ragioni di cui sopra, consiglio ai lettori di non affidarsi al "fai da te" o al consiglio dell'erborista o del farmacista per acquistare un fiore di Bach, ma di rivolgersi o ad un naturopata, o - meglio ancora - ad un medico che abbia frequentato la scuola di FLORITERAPIA CLINICA, i quali sapranno indicare al paziente il fiore giusto per il suo problema.

Data pubblicazione: 26 aprile 2013

8 commenti

#2
Foto profilo Dr.ssa Valentina Pontello
Dr.ssa Valentina Pontello

Grazie Giorgio,

è un argomento a cui ultimamente mi sto interessando, e che secondo me merita degli approfondimenti, ma sicuramente alcune precisazioni.
La medicina basata sull'evidenza nega un ruolo terapeutico dei fiori di Bach, ma anche dire solo questo è semplicistico.

La prescrizione dei fiori si basa sull'empatia tra il prescrittore e il cliente, il fiore simboleggia il sentimento, che viene alla coscienza e viene accettato.
E' chiaro che in questa ottica, l'autoprescrizione non funziona, perchè la cura è l'empatia.
Bach anticipa, o è quasi contemporaneo, rispetto al filone della psicologia umanistica, di cui uno dei massimi esponenti è Carl Rogers. Sono al secondo anno del corso di counselling secondo l'approccio centrato sulla persona, e ho imparato che l'empatia è un'arma potente, e che una medicina olistica ha il compito di prendersi cura di corpo e mente. Il riferimento alla PNEI è vero, nel senso che il benessere psichico è in connessione diretta con quello fisico, ma a parte la PNEI, sicuramente questa visione fa parte del modello, ben più ampio, del modello biopsicosociale, che mette in discussione quello meccanicistico, biomedico.

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