Saturimetro.

Saturimetro (pulsossimetro) ai tempi del COVID19

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Dr. Valerio Langella Allergologo, Medico internista, Pneumologo

A causa della pandemia da Virus SARS COV-2, da alcuni mesi, è ormai entrato nelle case di tutti il saturimetro/pulsossimetro, un piccolo strumento medico portatile che misura frequenza cardiaca ed i livelli di saturazione di ossigeno nel sangue (SpO2, ovvero una stima della quantità di ossigeno trasportata dai globuli rossi).

Tale strumento funziona secondo i principi della spettrofotometria e i suoi sensori, altamente sensibili, rilevano le variazioni dei modelli di assorbimento di luce tra sangue ossigenato e sangue non ossigenato.

Oggi molto ricercato ed utilizzato (anche in maniera impropria) da pazienti che sviluppano malattia polmonare da Virus Sars Cov-2, lo strumento invero viene da sempre utilizzato sia per lettura in estemporanea durante visita/consulto, sia nel monitoraggio ospedaliero e domiciliare dei pazienti con patologia cardio-respiratoria e non solo.

In generale, una SpO2 compresa tra il 94% e il 100% è considerata normale, mentre valori inferiori indicano possibili condizioni mediche sottostanti che devono essere attentamente valutate.

Molteplici sono i dispositivi in commercio e tutti dovrebbero essere obbligatoriamente certificati, per cui è presumibile una lettura accurata.

Tuttavia, oltre al possibile mal funzionamento del dispositivo, ci sono alcuni fattori che possono influenzarne il funzionamento e provocare errori o letture inappropriate:

  • posizionamento non corretto,
  • movimento della persona,
  • presenza di smalto/unghie artificiali,
  • ipoperfusione e vasocostrizione,
  • febbre,
  • bassa temperatura,
  • elevata frequenza cardiaca,
  • etc.

Attenzione a non fare diagnosi in base ai soli numeri

Non di rado, la semplice lettura dei numeri riportati dal dispositivo genera paura e/o una vera e propria crisi d’ansia/panico, talvolta immotivata e pericolosa, possibile causa di peggioramento clinico legato alla reazione psicosomatica e neurovegetativa del soggetto (aumento di frequenza cardiaca e respiratoria, aumento pressione arteriosa etc).

Il saturimetro è uno strumento di facile utilizzo e se correttamente utilizzato può essere un valido indicatore di benessere o condizione patologica ma, come tutti gli strumenti medici, il suo uso deve essere integrato alla clinica ed alle condizioni del soggetto: un numero basso (SpO2< 94%), così come un rilievo normale, deve essere valutato in uno specifico contesto, possibilmente con ausilio medico. 

Data pubblicazione: 16 novembre 2020

2 commenti

#1
Foto profilo Dr. Vito Di Cosmo
Dr. Vito Di Cosmo

È fondamentale che venga considerato il valore più alto di saturazione, misurato alle diverse dita, meglio dopo vari movimenti delle mani. Si potrà poi monitorare la saturazione sempre con lo stesso dito. Cercherei così di superare i più comuni errori dovuti a ridotta vascolarizzazione e ridotta perfusione del letto sub unguealee della mano fredda. Per le alterazioni della frequenza cardiaca, come in caso di fibrillazione atriale, bisognerà "accontentarsi" una media approssimativa dei valori di saturazione misurati. Soopratutto in caso di saturazione compresa tra 92 e 95%, conviene misurare la saturazione durante un cammino a gamba tesa di una durata massima di 6 minuti. Se la saturazione scendesse al di sotto del 90% bisognerà considerare la possibilità di insufficienza respiratoria da sforzo.

#2
Foto profilo Dr. Vito Di Cosmo
Dr. Vito Di Cosmo

Il monitoraggio della saturazione in ossigeno durante le ore notturne può confermare la diagnosi di insufficienza respiratoria notturna quando la saturazione fosse inferiore al 90% per almeno il 30% delle ore di monitoraggio durante il sonno: es. T90 35%. Oppure con la media della saturazione durante tutte le ore notturne inferiore a 90%. Altre indicazioni che si potrebbe ricavare e il numero degli eventi desaturativi durante la notte. Se questi fossero oltre 15 per ogni ora di monitoraggio (ODI : indice di desaturazioni ossiemoglobiniche) sarebbe consigliabile effettuare una polisonnografia in quanto è indicativa della sindrome delle apnee notturne (PSA).

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