Covid situazione attuale.

La situazione Covid-19 come procede?

Questo mi domanda privatamente una sconosciuta: “Salve prof, ma la situazione COVID come procede?” Poi aggiunge: “La curva si sta abbassando? E questa variante Omicron 5 è così pericolosa per i fragili con tre dosi o si può essere immuni dalla malattia grave? Una persona che ha già preso il COVID, che protezione ha sviluppato e per quanto tempo? Ci sono molte persone afflitte dal Long COVID? Possono essere contagiose in caso di contatti, anche intimi, oppure no?”. Queste sono le domande e queste sono le risposte. Sono desunte da comunicati dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ma sono state corredata da riflessioni sulle quali si potrebbe aprire un dibattito.

Covid-19: a che punto siamo?

Per quanto riguarda la situazione del COVID (SARS-CoV-2), la mortalità e le forme gravi stanno diminuendo, mentre aumentano quelle leggere, che non richiedono necessariamente il ricovero ospedaliero. Va segnalato il fenomeno dei portatori sani, che ospitano il virus senza risentirne, ma possono fungere da “untori” che lo propagano. Si sta quindi delineando una situazione simile all’influenza stagionale, con due endemie destinate a convivere. Il messaggio che ne deriva è tranquillizzante, ma guai ad abbassare la guardia dei vaccini, delle mascherine e dell’isolamento del malato. I colpi di coda sono sempre possibili.

Il fenomeno della regressione delle epidemie non è nuovo. Per esempio, Giorgio Cosmacini racconta che al suo primo apparire in Europa la sifilide uccideva in poche settimane, salvo trasformarsi in tempi sorprendentemente rapidi in un’infezione cronica, compatibile con un’esistenza relativamente normale. Lo spiegano due fattori, rappresentati l’uno nell’attivazione delle difese immunitarie dell’uomo, l’altro nell’attenuazione della virulenza da parte del virus. Quest’ultima misura consente al ceppo virale più mite di sopravvivere, anziché perire assieme alla vittima come succede con quello letale. È la struggle for life, la lotta per la sopravvivenza dell’evoluzione darwiniana (1). Essa privilegia non il singolo vivente, costituito dalla persona umana con gli “inalienabili diritti” che gli attribuisce la nostra civiltà, ma la specie vivente.

Guarda il video: 5 domande sul Long Covid

Ritornando al COVID, le campagne vaccinali hanno accelerato l’attivazione delle difese immunitarie, salvando milioni di vite umane. A proposito dei No vax e delle polemiche sui vaccini, i vaccini nascono dall’osservazione che l’infezione attiva la stessa risposta immunitaria, ma con un ritardo di 2-3 settimane, durante le quali il malato può morire. La grande impresa nell’uomo è consistita nell’attivare preventivamente queste difese attenuando l’infezione e traducendola in un rimedio dotato di un rapporto rischio/beneficio più favorevole del corrispondente fenomeno naturale (2, 3).

La risposta alla domanda della sconosciuta riguardante la curva del COVID è implicita nella prima.

Per approfondire:Quarta dose vaccino anti-Covid: chi può farla?

La variante Omicron è così pericolosa?

Passando all’Omicron 5, esso è altamente contagioso, ma la maggior parte dei malati presenta sintomi non gravi, gestibili a domicilio. Conserva una certa pericolosità soprattutto nelle persone fragili, ma le tre, forse quattro dosi vaccinali garantiscono una protezione adeguata. Nell’attesa dei nuovi vaccini a misura delle singole varianti, che però alimentano non poche perplessità. Vi si accenna qui di seguito, a beneficio non solo del lettore comune, ma anche degli addetti ai lavori che potrebbero leggere questo articolo.

I moderni vaccini a RNA sono la punta più avanzata del progresso scientifico e tecnologico. Inducono l’organismo a generare nel proprio interno gli antigeni della proteina spike, l’uncino che consente al virus di penetrare nella cellula, ricavandone il nutrimento e l’apparato genetico necessari per sopravvivere e moltiplicarsi. Mors tua vita mea, come.

Il vaccino genetico attiva una reazione anticorpale altamente specifica, sennonché per neutralizzarla al virus basta mutare la propria conformazione a livello dello spike. Ecco perché i vaccini perdono così rapidamente la propria efficacia. Non sarebbe male ripensare alla vecchia tecnologia, che qualche scienziato collega considera obsoleta, superata. I vecchi vaccini riproducevano l’intero corredo antigenico del virus, suscitando una risposta anticorpale ad ampio spettro. Essa superava tranquillamente le contro mutazioni puntiformi, come quelle riguardanti lo spike che stanno progressivamente neutralizzando i vaccini genetici. Possibile che sia così difficile da capire?

Il vaccino antivaioloso non solo era efficace contro una considerevole varietà di virus e di mutazioni, dal vaiolo alla varicella, ma a distanza di secoli è in grado di parare la minaccia più recente: l’Orthopoxvirus o vaiolo delle scimmie.

C’è un progetto italiano, chiamato GLOVAX, che va in questa direzione, ma è in attesa di essere finanziato. È a disposizione di chiunque vi fosse interessato.

Per approfondire:Centaurus: cosa sappiamo sulla nuova variante BA.2.75?

Quanto dura l'immunità dal Covid-19?

Attraverso queste riflessioni siamo così arrivati alla quarta domanda, riguardante la durata dell’immunità conferita dalla malattia e dal vaccino. Questa protezione è attualmente accertata in termini di anticorpi neutralizzanti, sennonché essi decadono in pochi mesi (4). Lo stabilisce la teoria della rete immunitaria, che nel 1984 è valsa a Niels Kaj Jerne il Premio Nobel per la Medicina (5).

Gli anticorpi sono i primi ad attaccare il virus, ma poi si trasformano in antigeni, alimentando una reazione autoimmunitaria che li inattiva. La protezione permane, ma a livello delle cellule immunocompetenti T. È lì che occorre puntare, sennonché i test cellulari attualmente disponibili non si prestano a un impiego medico routinario.

Il test della Covidina, come è stato provvisoriamente chiamato, affronta il problema alla radice. La Covidina consiste in un estratto totale o parziale di COVID, che a contatto con la cute di una persona immunizzata evoca una reazione di rigetto, nota come fenomeno di Koch. Si tratta di una papula infiammatoria, visibile ad occhio nudo che regredisce in 1-2 giorni. Questa reazione testimonia tangibilmente l’esistenza di difese immunitarie attive, pronte a respingere o neutralizzare l’infezione. Tutto questo è chiaro, alla portata di chiunque studi e si aggiorni.

Il test della Covidina non richiede attrezzature avanzate e sofisticate, a livello delle quali siamo stati peraltro sopravanzati da altri. Esso appartiene a una linea di ricerca perfettamente compatibile con le capacità tecniche e scientifiche del nostro Paese. Inoltre, mentre il tampone si limita a verificare l’assenza momentanea del COVID, il test della Covidina attesta che una persona non è contagiabile, né può trasmettere il virus. Ne deriva un considerevole campo d’impiego. Non solo il personale sanitario, ma anche tutti coloro che operano a contatto del pubblico. Darebbe rigore scientifico al Green pass, che si basa su criteri empirici. Eviterebbe le vaccinazioni inutili, sovrabbondanti rispetto a quella selvaggia, come è stata chiamata quella attuata dalla natura.

Si aggiunga che il test potrebbe avvalersi dei dispositivi che mettono l’antigene direttamente a contatto con gli strati sotto corneali della cute, evitando l’iniezione temuta da qualcuno per motivi ancestrali. È una proposta innovativa, ma In questo, come nel succitato caso del vaccino volto a superare le mutazioni. Come diceva il bravo Galileo Galilei, “La luce della scienza cerco”, ma anche “’l beneficio”.

Anche questo progetto è a disposizione, al pari di quello citato pocanzi, di chiunque vi fosse interessato.

Per approfondire:Tampone fai da te: come si esegue?

Cos'è il Long Covid?

La quarta domanda della sconosciuta riguarda il Long COVID. Si stima che arrivi ad affliggere fino al 30, 50 per cento dei malati, superando il 60 per cento nei sopravvissuti a forme particolarmente gravi (6).

I sintomi più comuni sono:

  • affaticamento,
  • problemi di memoria,
  • malessere,
  • mal di testa,
  • mancanza di respiro,
  • perdita dell'olfatto,
  • debolezza muscolare,
  • febbricola e disfunzione cognitiva. (7).

Si tratta di sintomi in larga misura reversibili, in tempi oscillanti tra tre e nove mesi secondo la tipologia e gravità (8). Protocolli terapeutici di sicura efficacia non esistono, ma i medici anziani non sono d’accordo. Essi hanno conosciuto e affrontato i postumi di altre malattie infettive, inclusa l’influenza e la pertosse. Sapevano riconoscere i postumi organici legati alla malattia pregressa, distinguendoli da quelli insiti nella permanenza di un’affezione latente, suscettibile di ricadute e cronicizzazione. A parte le terapie antinfettive, la prescrizione sovrana riguardava le misure volte a riattivare le energie sopite dell’organismo: l’alimentazione, la convalescenza a quote altimetriche relativamente elevate, l’esercizio fisico, il sostegno psicologico. Non sarebbe male ascoltarli, mettere a frutto la loro esperienza.

Purtroppo attraversiamo l’epoca di una medicina ferma all’evidenza fornita da studi doppio cieco, controllati contro placebo. Essi sono importanti in caso di fenomeni dubbi e mutevoli, talvolta proclamati da personaggi famosi, ma non credibili (9). È stato lo stesso Galileo Galilei ad opporre il metodo sperimentale alla diceria, al racconto, ma lui stesso ha riconosciuto l’evidenza intrinseca nei fatti che sono sotto gli occhi di tutti, senza bisogno di conferma sperimentale. “Eppure si muove”, si disse abbia sussurrato a proposito della Terra che gira attorno al Sole. Il lettore non mi fraintenda. Questo sfogo viene da una persona che appartiene alla Scienza ufficiale e se ne onora, ma in certi momenti e circostanze non vi si riconosce.

Il Long Covid è contagioso?

Siamo infine arrivati all’ultima domanda riguardante la contagiosità del Long COVID, con particolare riguardo ai “contatti, anche intimi”. La contagiosità prevede la permanenza del COVID nell’organismo che è stata riscontrata anche nell’apparato sessuale, oltre che nelle vie aeree superiori (10). Nel primo caso il virus si propaga facilmente, nel secondo richiede una lesione del tessuto dove si annida. Un esempio è fornito dal Papillomavirus e dell’Herpes genitale, che sono infezioni a trasmissione tipicamente sessuale.

Ognuno di questi temi meriterebbe ben altro spazio, ma per oggi ci fermiamo qui. Anche per dar voce a chi non fosse d’accordo.

Bibliografia

  1. Darwin, Charles (1859) On the Origin of Species. John Murray, London.
  2. Silvestrini B. L'altra faccia della medicina. Parte I. I vaccini. MedicitaliA. 19 12 2017.
  3. Silvestrini B, Silvestrini A, Silvestrini M. Vaccine, a matter of risk/benefit ratio. Chimica oggi-Chemistry today. 2021, 39 (2): 69-71.
  4. Martner A, Wiktorin GH, Törnell A et al. Transient and durable T cell reactivity after COVID-19. PNAS 2022, 119 (30): e2203659119.
  5. Jerne NK. Towards a network theory of the immune system. Ann Immunol (Paris). 1974 Jan;125C(1-2):373-89. PMID: 4142565.
  6. Soriano JB, Murthy S, Marshall JC, Relan P, Diaz JV; WHO Clinical Case Definition Working Group on Post-COVID-19 Condition. A clinical case definition of post-COVID-19 condition by a Delphi consensus. Lancet Infect Dis. 2022 Apr;22(4):e102-e107. doi: 10.1016/S1473-3099(21)00703-9. Epub 2021 Dec 21. PMID: 34951953; PMCID: PMC8691845.
  7. Hope AA, Evering TH. Postacute Sequelae of Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 Infection. Infect Dis Clin North Am. 2022 Jun;36(2):379-395. doi: 10.1016/j.idc.2022.02.004. Epub 2022 Feb 15. PMID: 35636906; PMCID: PMC8843334.
  8. Cosmacini G. Ciarlataneria e medicina. Cure, maschere, ciarle. 1988. Raffaello Cortina Editore.
  9. Al-Aly, Z., Xie, Y. & Bowe, B. High-dimensional characterization of post-acute sequelae of COVID-19. Nature 594, 259–264 (2021). https://doi.org/10.1038/s41586-021-03553-9.
  10. Hallak J, Teixeira TA, Bernardes FS, Carneiro F, Duarte SAS, Pariz JR, Esteves SC, Kallas E, Saldiva PHN. SARS-CoV-2 and its relationship with the genitourinary tract: Implications for male reproductive health in the context of COVID-19 pandemic. Andrology. 2021 Jan;9(1):73-79. doi: 10.1111/andr.12896. Epub 2020 Sep 30. PMID: 32869939.
Data pubblicazione: 19 settembre 2022

7 commenti

#1
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Utente 503XXX

Buongiorno, cosa succede se una persona risulta positiva al test fai da te ma non si dichiara? Ma resta a casa, senza uscire a contagiare il prossimo... E' successo con delle colleghe... grazie mille

#2
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Prof. Bruno Silvestrini

A Fastcar
Nessun problema se una persona positiva al COVID non si denuncia, perché la legge non lo impone. Lo impone al medico, al farmacista che esegue il tampone, non al malato. Il problema nascerebbe qualora il portatore del virus, sano o malato che sia, non si isolasse spontaneamente. Rischierebbe di diffondere un virus potenzialmente letale, incorrendo in un reato severamente punito: la diffusione di una malattia infettiva. Ha mai letto, nei Promessi Sposi, l’episodio di Renzo scambiato per un untore?
Dichiararsi è semplice. Basta rivolgersi al medico curante, che effettuata la diagnosi provvederà lui a sbrigare la pratica.
Perché complicarsi la vita?
Buona serata

#3
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Utente 503XXX

Certo, ma se, come dicevo, la persona è dotata di senso civico e di responsabilità e resta a casa, senza uscire a rischiare di infettare nessuno?

#4
Foto profilo Prof. Bruno Silvestrini
Prof. Bruno Silvestrini

Non sono stato chiaro e me ne scuso.
Se "la persona è dotata di senso civico e di responsabilità e resta a casa", sono le sue parole, essa non propaga l'infezione esattamente come quella isolata forzatamente. Rimane il problema degli irresponsabili e, più in generale, del contenimento della propagazione del virus. Misure troppo rigide, come quelle adottate in Cina, sono risultate pericolose, al limite controproducenti. Idem quelle troppo morbide, adottate o tentate in Gran Bretagna e negli USA. Tutto sommato, meglio il nostro Paese e l'Europa in genere, dove si sono adottate misure intermedie e, soprattutto, flessibili in funzione dell'andamento della pandemia.
Un andamento che purtroppo è poco cosciuto anche perché troppi malati e portatori sani, inclusi quelli che responsabilmente si isolano, non segnalano la propria condizione.
Ecco il senso della mia raccomandazione. in caso non solo di malattia, ma anche di sintomi sospetti o di tampone positivo gestito privatamente, interpellate il medico!!! Non solo vi sentirete più tranquilli, perché il COVID è un'infezione insidiosa, ma attraverso la vostra segnalazione contribuirete alla conoscenza dell'andamento del COVID, nell'interesse della collettività ed anche vostro.
L'etica non è un principio astratto. Si applica anche ai nostri piccoli, microscopici comportamenti quotidiani, come la segnalazione di una potenziale contagiosità. Oltre a tutto, dal punto di vista burocratico se ne fa carico il Sistema Sanitario Nazionale, attraverso il medico curante.
Mi scusi per questa lezioncina.

SSN.
Mi perdoni questa lezioncina, medica ed etica insieme.

#5
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Utente 503XXX

Ci mancherebbe, è sempre importante sapere; perchè noi possiamo essere ignoranti, nel senso vero e proprio del termine, di ignorare, ovvero, non conoscere, le cose e non capirne l'importanza. A volte capita che una persona non si dichiari più per paura, che per altro, ma che sia comunque responsabile e resti a casa...

#7
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Utente 503XXX

No, certo, è che questo virus, benché siano passati quasi tre anni in sua compagnia, spaventa sempre...

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