Le ragioni dei No Vax
Non è vero, come sostengono i No vax, che i vaccini contro il COronaVIrusDisease-(20)19, per brevità qui di seguito chiamato Covid-19, siano pericolosi e inefficaci. I numeri ci dicono che possono salvare milioni di vite umane, con un bilancio rischio/beneficio eccezionalmente favorevole.
Non si tratta di numeri manipolati, né tantomeno falsati. Sono raccolti, elaborati e certificati da migliaia di operatori e agenzie nazionali e internazionali, che sarebbe impossibile corrompere. Fin qui le accuse dei No vax sono talmente infondate, che a prenderle in considerazione si rischia solo di perdere tempo, di dotarle di un rilievo che non meritano. Questo sostengono molti miei colleghi, ma io non sono d’accordo.
Penso alle persone che si sono vaccinate o intendono farlo. Ringraziando il Cielo sono molto più numerose che in altri Paesi, ma in fondo al cuore qualche dubbio lo conservano. La prima parte dell'articolo è dedicata a loro, ma non basta. A favore dei No vax ci sono ben altre ragioni, che in un Paese civile non possono essere sottaciute, né trascurate. Ad esse è dedicata la seconda parte di questo articolo.
I vaccini sono pericolosi e inefficaci?
Vediamoli insieme, ragionando alla luce dei dati di fatto. La pandemia sostenuta dal Covid-19 e dalle sue mutazioni ha fin qui coinvolto a livello mondiale circa 250 milioni di umani, con circa 5 milioni di decessi. Il tasso di mortalità è stato compreso tra il 6 per cento delle prime ondate e il 2 per cento di quelle successive. In Italia i decessi sono stati circa 133.000 su 4.830.000 malati, con una mortalità sostanzialmente in linea con quella mondiale.
Il confronto con i vaccinati, inoculati col virus inattivato, sono agghiaccianti. Su 76 milioni di inoculazioni i decessi sono stati 555. Corrispondono a una percentuale dello 0,0007 per cento, inferiore di migliaia di volte alla mortalità da Covid.
Non basta, perché escludendo i casi di comorbilità, e prendendo in considerazione solo quelli sicuramente attribuibili alla vaccinazione anti-Covid, i decessi scendono a 28, con un tasso di mortalità dell'ordine dello 0.000037%. Sono livelli di rischio analoghi, se non addirittura inferiori a quelli legati alla maggior parte delle attività lavorative, per non parlare degli interventi medici, farmacologici e chirurgici.
Questi sono i numeri, anzi i dati di fatto riguardanti la pericolosità e l’efficacia della vaccinazione anti-Covid. Per quanto riguarda l’efficacia, ci parlano di poco meno di 5 milioni di vite umane a livello mondiale, 133.000 in Italia, che una immunità di gregge avrebbe potuto salvare. Per immunità di gregge s’intende una vaccinazione estesa alla maggioranza della popolazione.
Effetti collaterali del Covid-19
Ecco perché molti miei colleghi non perdono tempo a spiegarlo, preferendo dedicarsi alla cura dei malati e alla ricerca. Hanno ragione, tanto più che molti No vax nemmeno li ascoltano, ma io preferisco completare questo confronto a livello degli effetti collaterali non necessariamente letali.
Col Covid-19 essi comprendono:
- mal di testa
- perdita dell'olfatto e del gusto
- congestione nasale
- rinorrea
- tosse
- dolori muscolari
- mal di gola
- febbre
- diarrea
- difficoltà respiratorie
- manifestazioni tromboemboliche e, viceversa, emorragiche.
Guarda il video: 5 domande sul Long Covid
Il confronto tra diversi focolai ha consentito di distinguere tre quadri clinici, contrassegnati rispettivamente da manifestazioni respiratorie (tosse, espettorato, mancanza di respiro e febbre), muscolo-scheletriche (dolori muscolari e articolari, mal di testa e affaticamento) e digestive (dolore addominale, vomito e diarrea).
Una riduzione del gusto e dell'olfatto è presente in quasi il 90 per cento dei casi, prescindendo dal quadro clinico di base. I suddetti segni e sintomi sono da lievi a moderati nell'80 per cento circa dei malati, gravi nel 14 per cento, critici nel 6 per cento residuo. A quest'ultimo livello sono letali nella percentuale precedentemente menzionata.
Infine, circa il 50% dei malati di Covid lamenta postumi che si protraggono a lungo: stanchezza, difficoltà respiratorie, problemi cardiaci e di memoria, oltre a sintomi mai sofferti in precedenza, come labilità emotiva, disturbi dell'umore, ansia e insonnia, problemi di controllo glicemico e resistenza all’insulina.
Per approfondire:Covid-19 e perdita dell'olfatto
Effetti collaterali del vaccino anti Covid-19
Passando ai vaccinati, o “malati di vaccino” come sono sbrigativamente chiamati dai No vax, le segnalazioni di effetti negativi non letali pervenute fino a pochi giorni fa erano 8.757 su circa 76 milioni di vaccinati, con i seguenti segni e sintomi: febbre, affaticamento, mal di testa, dolori muscolari, brividi, diarrea, dolore nella sede dell'iniezione. Degli 8757 casi segnalati, quelli gravi sono stati 2.978 su 10.763.264, corrispondenti allo 0,28 per cento. Chi ha esperienza di studi clinici sa che perfino il placebo evoca una percentuale di effetti collaterali, anche gravi, incomparabilmente superiore. Sono dati pubblici, reperibili in riveste peer reviewed, ovvero accreditate.
Aggiungo, per chi non lo sapesse, che il vaccino consiste in una infezione “addomesticata” in modo da preservare la naturale risposta difensiva dell’organismo, minimizzandone i rischi. Minimizzare non significa annullare, perché un vaccino che non inviasse all’organismo un segnale di allarme non funzionerebbe.
Anche di questo si parla in centinaia di pubblicazioni, incluse le due recenti firmate o co-firmate dall’autore di questo articolo. Esse sono liberamente accessibili sul Web, cliccandone i titoli: “No vax, non scherziamo” e “Vaccines, a matter of risk/benefit ratio”. Questa è stata la grande impresa dell’uomo: addomesticare la natura, valorizzandone i benefici e minimizzandone i rischi. Se ne riparla più avanti, a proposito del progresso scientifico e tecnologico.
Per approfondire:Approvato il vaccino per la nuova variante XBB
Perché i No vax accusano senza informarsi, senza tener conto della realtà?
Eppure, comprendono persone colte, istruite, perfino medici e altri operatori sanitari. Perché?
Una prima spiegazione la fornisce uno dei miei pazienti, che scrive:
“Gentile Professore, ho letto il Suo articolo e i Suoi commenti, ma purtroppo, pur razionalmente comprendendo i benefici del vaccino, non riesco a sottopormici. Sono un giovane di 26 anni, con un'infanzia abbastanza traumatica e turbolenta, che ha conosciuto la morte troppo presto. Io ho una paura matta di vaccinarmi e perire, così come ho paura della COVID19. Per questo resto in casa, sono blindato ed esco raramente.
Adesso, con la fine della DAD (Didattica A Distanza), sarò però costretto a recarmi in Università fisicamente per sostenere gli esami e pertanto sto caldamente accarezzando l'ipotesi di vaccinarmi. Tuttavia, quando ci penso, cominciano a venirmi delle paranoie assurde e non riesco a presentarmi alla convocazione. Sono stretto in una morsa dolorosa che non mi lascia in pace, forse ancora peggio del lockdown. La ringrazio per l'ascolto. Cordialmente.”
Per inciso, il paziente ha affidato la sua confessione a una piattaforma informatica pubblica, la cui divulgazione, peraltro anonima, non viola alcun diritto di privacy.
Questa è la prima delle ragioni, delle motivazioni dei No vax: una fobia, consistente nel timore intenso e pervasivo dell’ignoto, del buio, dello spazio chiuso, dell’aereo e dell’ascensore; di tutto ciò, in definitiva, che sottende un pericolo, un'imposizione, una coartazione.
Il paziente comprende l’irrazionalità delle sue paure, ma non riesce a superale. Si tratta di un disturbo d'ansia compatibile con una vita normale, ma serio. Il No vax che ne soffre non va colpevolizzato: va aiutato, assistito e curato. Superare queste fobie non è facile. Tantomeno lo è nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale. È possibile, tuttavia, e talvolta succede. Tra i miei successi ci sono due giovani donne, sofferenti di claustrofobia. Sono occorsi alcuni mesi, ma finalmente si sono affacciate nel mio studio sorridenti, uscendo dall'ascensore usato senza paure.
Fin qui si tratta di un disturbo nevrotico, ma succede che all’ansia si affianchi o subentri una carica di aggressività contro l'oggetto del timore, che diventa il nemico. Ecco un’avvisaglia di questo cambiamento, testimoniato da un altro dei miei pazienti. Si è vaccinato, ma poi se n’è bruscamente uscito così:
“Si, ma non riesco ancora a capacitarmi di come abbia potuto farmi condizionare. Il fatto che questi vaccini siano stati inoculati a due miliardi di persone non li rende meno sperimentali. Non avrei mai pensato di finire tra le cavie. E pensare che in passato avevo firmato contro la sperimentazione sugli animali! Ormai mi sento come quando l'aereo decolla. Non ci si può fare più niente, solo che in aereo il rischio è minore. Buona serata.”
Qui siamo a ridosso della fobia che diventa aggressiva. È il No vax che si ribella non tanto al vaccino o a qualunque altra imposizione particolare, ma a un mondo che non lo gratifica e lo opprime con obblighi e doveri estranei ai suoi interessi e alle sue aspirazioni, materiali e sentimentali.
Corrispondono ai milioni di persone frustrate da impegni e lavorativi non necessariamente usuranti, ma imposti, sofferti. Si tratta di un disagio sociale che non può essere solo colpevolizzato: in una società civile andrebbe studiato, affrontato. Non è facile, ma almeno parliamone, discutiamone, facciamo qualcosa. Nel frattempo, mentre i benpensanti stanno strenuamente lavorando per migliorare l’armamentario vaccinale, c’è chi questo disagio sociale lo strumentalizza..
Per approfondire:No vax, non scherziamo!
Lo strumentalizzano i “pifferai” di turno, quelli della famosa leggenda tedesca del XIII secolo, tradotta in favola dai fratelli Grimm e in poesia da Wolfgang Goethe. Essi incantano i derelitti con la loro musica, li intruppano e li spingono a un’impresa, che riempie la vita, ma generalmente si conclude nel macello. È vero che tra i pifferai c’è anche Mosè, che apre un varco nel Mar Rosso e salva gli Ebrei dalla schiavitù, ma questo non è certamente il caso dei No vax.
Ritornando con i piedi per terra, il No vax si espone inerme a un primordiale, feroce nemico che aggancia le sue cellule, le penetra e ne ricava il nutrimento e le capacità riproduttive, senza le quali il Covid si estinguerebbe. Mors tua, vita mea: questi sono i termini della guerra in corso tra un vivente primordiale e l’Homo sapiens, che forte della sua scienza e della sua tecnologia, ha schierato i vaccini.
In questo conflitto, i No vax sono le ingenue, disinformate vittime del Covid. Purtroppo, ospitandolo ne diventano anche i fiancheggiatori, gli “untori”. Ai tempi dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni sarebbero stati rinchiusi nei lazzaretti, salvo cacciarli, imprigionarli, addirittura linciarli se finivano nelle mani della folla inferocita.
Nel mondo moderno sono controllati e, se sono portatori del Covid, vengono isolati. Non possono pretendere di poter circolare liberamente, senza sottostare alla vaccinazione e al passaporto che l’attesta. Chi lo impone è accusato d’essere un dittatore, ma questo non è il nostro caso. I dittatori arringano la folla e mostrano i muscoli. Mario Draghi parla poco e procede con discrezione. Lo accusano di non avere imposto tempestivamente la vaccinazione, ma se l’avesse fatto avrebbe rinfocolato l’opposizione, col rischio di essere estromesso a “furor di popolo”. Mario Draghi ricorda Cincinnato, che accolse a malincuore la nomina a dittatore e, salvata la patria, tornò a coltivare il suo campicello. Salvo che il campicello di Mario Draghi è tutt'altro che privo di fasti e onori.
I vaccini rispondono a interessi incompatibili con la tutela della salute
Questa è, in ordine di clamore, la seconda delle accuse dei No vax. È rivolta alla Big Pharma, che nel mondo moderno detiene un potere economico, e conseguentemente politico, immane. È l’industria delle stragi da gas nervini, dei bambini focomelici con le loro tenere manine attaccate al torace dalla talidomide, dei pesticidi che hanno stravolto il sistema naturale.
È anche l’industria dell’altra faccia, tuttavia: i gas nervini che diventano antitumorali, la talidomide che cura la lebbra, i pesticidi che salvano il mondo dalla fame. Alzando lo sguardo, è il progresso scientifico e tecnologico responsabile del surriscaldamento che rischia di arrostire la Terra, ma anche degli immani benefici che ha comportato in termini di qualità e durata dell’esistenza umana. “Ragazzina”, mi piacerebbe dire alla Greta di turno, “ma sai almeno di che cosa stai parlando?” “Ragazzino”, direi all'uomo di potere che le ha chiesto scusa, “non ti vergogni? Farti sbeffeggiare da chi nemmeno sa di che cosa sta parlando!”
Chiedo scusa al lettore per questo sfogo. Premesso che il bilancio rischio/beneficio dei vaccini è eccezionalmente favorevole, questo non toglie che essi siano stati distorti da interessi economici perversi. Non manca peraltro chi, nonostante lo strapotere della Big Pharma, si batte con qualche successo contro queste distorsioni. Di questo, lo dico ai No vax, bisognerebbe parlare. Sarò lieto, se qualcuno me lo chiederà, di fornirne qualche concreta testimonianza.