No vax, non scherziamo!
Questa con il Covid-19 non è una scaramuccia, è una guerra: una guerra scatenata da un nemico che sopravvive e si moltiplica agganciando le nostre cellule, penetrandole e ricavandone nutrimento e apparato riproduttivo. È dotato di una micidiale mobilità, che gli consente di diffondersi ovunque. Ha infettato, ovvero ferito 200 milioni di persone, con un tasso di mortalità compreso tra il 4,3 e il 2,4 per cento.
Vaccini e anticorpi: unica arma di difesa contro il virus
Che cosa oppone l’Homo sapiens a questo primordiale, micidiale nemico? Gli anticorpi, che sono pallottole magiche, prodotte su misura del singolo avversario, senza danneggiare i tessuti circostanti. Hanno un limite: il sistema immunitario le produce di volta in volta in caso di pericolo, ma questo richiede da due a tre settimane e nel frattempo un persona ferita, ovvero infetta può anche morire.
L’Homo sapiens ha addomesticato le infezioni, facendo sì che attivino la produzione degli anticorpi senza i pericoli del loro corrispettivo naturale. Ha impiegato circa 2000 anni per realizzare questa straordinaria impresa, ma alla fine c’è riuscito con i vaccini.
Il vaiolo, che arrivava a sterminare fino al 15-30 per cento della popolazione colpita, è addirittura scomparso. Altre infezioni, come il tetano, la difterite, la poliomielite e la rosolia sono state debellate, al punto che a un giovane può capitare di non incontrarle mai. Ne conservano il ricordo i medici della mia età, che hanno perso compagni di scuola, talvolta della stessa classe stroncati dalla difterite o paralizzati dalla poliomielite.
Per approfondire:Le ragioni dei no vax
Il rapporto rischio beneficio del vaccino
Si obietta che i vaccini non sono scevri da rischi. Non potrebbe essere altrimenti perché, per attivare la risposta anticorpale, essi devono inviare all’organismo un segnale di pericolo. La grande impresa dell’uomo è consistita nel depotenziare questo segnale, minimizzandone i rischi: si chiama rapporto rischio beneficio.
Nel caso dei vaccini è talmente favorevole da superare non solo i comuni interventi medici, ma anche molte attività lavorative, come spiegato dettagliatamente nell'articolo Vaccines, a matter of risk benefit ratio, pubblicato sulla rivista Teknoscience.
Io non critico la gente comune, che combatte i vaccini non conoscendone le basi scientifiche. Critico i nostri governanti, che avendo accesso a queste informazioni talvolta non ne traggono le dovute conseguenze o nicchiano.
Chi non si vaccina diventa un collaborazionista ospitando, nutrendo e diffondendo un virus parassita, che altrimenti non sopravvivrebbe. L’obiezione di coscienza è un diritto, ci mancherebbe! Un diritto, però, che non deve cozzare contro quello collettivo.
Ne discende l’obbligo della vaccinazione, non in senso assoluto, ma per partecipare alla vita civile.