Celiachia: intolleranza in crescita e (forse) ancora sottostimata. Prestiamo più attenzione!

marcobonelli
Dr. Marco Bonelli Reumatologo, Medico di medicina generale

E' stata presentata la relazione annuale al Parlamento sulla celiachia da parte della Direzione Generale per l'Igiene e la Sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute.

Il dato piu' eclatante è che attualmente risultano censite in Italia 164.492 persone celiache, piu' di 15.000 in piu' rispetto all'ultima rilevazione del 2012.

La relazione elenca in maniera dettagliata l'epidemiologia di questa intolleranza con una prevalenza al Nord (46%) rispetto al Centro ed al Sud d'Italia. Sono riportate poi le Regioni più colpite (Lombardia, Lazio e Campania nell'ordine) le differenza di sesso e la distribuzione in base all'età.

Non voglio entrare troppo nello specifico nè trattare la celiachia dal punto di vista medico, argomento già affrontato brillantemente in questa sede ma sollevare una considerazione.

Sappiamo che a fronte di tante persone che a vario titolo vengono definite celiache (malattia classica, forme atipiche, silenti fino alla gluten sensitivity) e spesso riconosciute con tanto di esenzione, c'è ne sono altrettante che per cattivo inquadramento non ottengono la certificazione dalle strutture sanitarie (Asl) e altrettante ancora che non sanno di essere intolleranti al glutine.

Come medico di famiglia sto impegnandomi a pensare a questa ed altre forme di intolleranza (latte e derivati) in quel grande calderone di disturbi gastrointestinali troppo spesso liquidati come sindrome del colon irritabile.

Niente allarmismi nè false diagnosi ma più attenzione a questi pazienti.

Del resto il mondo cambia velocemente,sempre più pizzerie e ristoranti espongono l'etichetta con la spiga sbarrata e non ci sono più supermarket grandi e piccoli che non abbiano uno scaffale dedicato.

Stamattina, in edicola comprando il quotidiano ho trovato una nuova rivista (ben patinata) dedicata "all'arte di vivere senza glutine" che faceva sfoggio dei sè in mezzo ad altre riviste di cucina, oggi tanto di moda.

 

Fonte:

Data pubblicazione: 19 febbraio 2015

12 commenti

#1
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Dr. Daniele Tonlorenzi

Affronti un problema che mi interessa molto. Non è possibile fare terapia del dolore e ricercare il benessere senza RI-pensare a questo enorme problema. C'è ancora confusione e scarsa attenzione al problema e come dici Tu l'intolleranza al glutine non celiaca è un fatto nuovo ed ancora largamente dibattuto. "L'abbiocco" dopo mangiato (in molti dialetti si dice così) è una cosa frequente..... "Quand'è che Ti senti più affaticato?" quanti rispondono "dopo mangiato" come se la digestione fosse la fatica più grossa di tutta la giornata. Molti riferiscono che dopo un pasto di riso e poco pane si sentono molto meglio. Nulla di scientifico per carità.... ma io l'ho riscontrato tante volte. Grazie per la segnalazione delle nuove statistiche

#2
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Dr. Marco Bonelli

Caro Daniele ,quello che scrivi è condivisibile e spesso capita anche a me di constatare le tue stesse osservazioni.Come spesso succede in medicina ....c'è tanta strada da fare ancora !

#3
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Dr. Daniele Tonlorenzi

Mi fa molto piacere vedere questo approccio in area reumatologica. C'è molto da fare ma molto è stato fatto.
Bravo

#4
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Dr. Alessandro Raggi

Una news molto interessante. Spesso mi sono chiesto il motivo di un'impennata così significativa di alcune malattie, in questo caso come si spiega una crescita dei casi diagnosticati di circa il 10% in soli due anni?

Parlo da profano ovviamente, ma mi sembrano numeri molto importanti, parliamo di cifre impressionanti considerato che non si tratta di malattie virali ma di di patologie la cui componente genetica dovrebbe essere predominante.

Ho sentito anche di un'ipotesi che riguarderebbe il tipo di grano utilizzato dalle multinazionali del food che dovrebbe essere differente rispetto a quello utilizzato sino a non molti anni or sono, quando queste patologie erano molto meno presenti, vi risulta?

#5
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Dr. Marco Bonelli

Una delle teorie si basa appunto sulle modificazioni ,avvenute negli ultimi trent'anni, apportate al grano in termini di maggior resa ma anche di maggiore presenza del glutine.
A tal proposito un cardiologo americano ,ha scritto un libro ,'La dieta zero grano ', in cui porta agli estremi la presunta dannosità di questo alimento.
Una osservazione , più riscontrabile da chiunque ,è la maggiore attenzione degli operatori sanitari e l'ulteriore interesse da parte dell'informazione in tutti i suoi canali.

#6
Foto profilo Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Purtroppo non c'è uguale sensibilità per gli intolleranti al lattosio e siamo molti di più...
A Napoli poi è drammatica la situazione: la nostra cucina si basa tutta su latte, burro, mozzarella o ricotta...
Quindi vado avanti a cuoppo di fritture di mare, pizze marinare, sushi, sashimi, cucina cinese e kebab....

#7
Foto profilo Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

"come si spiega una crescita dei casi diagnosticati...?"
Uno degli adagi di maggiore buon senso negli studi di medicina è quello che sostiene che "non si può far diagnosi di ciò che non si conosce".
Nel caso della celiachia (e delle altre intolleranze) le procedure diagnostiche sono attualmente molto più semplici, relativamente economiche, molto più tollerabili per il paziente. Ciò implica 1) che è più agevole distinguere questa patologia da altre con sintomi sovrapponibili; 2) che è possibile confermare il sospetto diagnostico precocemente ed impostare la terapia adeguata (dietetica).

Per quel che concerne l'intolleranza al lattosio la situazione è diversa.
In primo luogo non vi è una condizione di pericolosità immediata o a lungo termine della patologia che incide sulla qualità della vita, ma non sulla sua estensione; inoltre la fisiopatologia dell'intolleranza al lattosio è completamente diversa da quella dell'intolleranza al glutine, si tratta infatti (quella al lattosio) di un deficit enzimatico che può essere parziale e non ha relazione con l'immunità (come invece per la celiachia).

Attualmente, per quanto riguarda la celiachia, accanto alle ipotesi - non confermate - sulla qualità degli alimenti attuali contenenti glutine, si stanno facendo strada altri programmi di ricerca sulla modificazione della flora batterica intestinale in soggetti geneticamente predisposti.

Per completezza allego il link
https://www.medicitalia.it/minforma/gastroenterologia-e-endoscopia-digestiva/452-celiachia.html

#8
Foto profilo Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

La qualità della vita è la vita... ma non mi va di fare una gara... mia nipote è celiaca ed io sono intollerante al lattosio 100%... mia madre, rinunciando alla sua dieta, ha fatto lo stesso una splendida lasagna a Carnevale completa di tutto... ovviamente con prodotti specifici.

#9
Foto profilo Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

Concordo con l'opinione "la qualità della vita è la vita", d'altra parte un nostro conterraneo sosteneva che anziché affannarci per cercare di allungare la vita sarebbe meglio allargarla
https://www.youtube.com/watch?v=73QKE0zv4xQ
Nel mio post precedente cercavo però di rispondere al quesito posto da Alessandro Raggi ed è innegabile che - pur se le altre patologie non debbano essere trascurate - vi sia maggior impegno nei confronti delle malattie che comportano rischio di morire.

#11
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Dr. Marco Bonelli

Oggi sul Corriere della Sera online di oggi c'è un bel e lungo speciale sulla Celiachia !

#12
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Dr. Marco Bonelli

Maggio 2015 si celebra la Settimana Nazionale della Celiachia, una manifestazione a cura dell’Associazione Italiana Celiachia (Aic), volta a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e i media su una patologia che riguarda una persona su 100 e in totale circa 600.000 italiani.

L’iniziativa prevede un sito web dedicato a cura di AIC www.settimanadellaceliachia.it che mette a disposizione degli utenti informazioni semplici e fruibili per tutti, materiale di approfondimento scaricabile gratuitamente, alcuni video realizzati per l’iniziativa da condividere sui social, la possibilità di mettersi in contatto con gli esperti AIC.

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