Oltre le proprietà antiossidanti dell'olio extra vergine di oliva: la nutrigenomica
Sono noti da tempo gli effetti benefici sulla salute dell’olio extra vergine di oliva dovuti all’azione delle sostanze antiossidanti presenti, è ormai ampiamente riconosciuto un ruolo chiave della vitamina E dei biofenoli e tra questi in particolare l’oleuropeina (idrossitirosolo) nella prevenzione di molte malattie e nel mantenimento del benessere. Ad integrare queste proprietà nutraceutiche merita particolare menzione l’oleocantale, molecola che agirebbe proprio come i comuni antinfiammatori inibendo la ciclossigenasi (COX), un enzima che svolge un ruolo cardine nei meccanismi infiammatori.
La sua struttura chimica è simile a quella dell’ibuprofene, farmaco anti-infiammatorio non steroideo (FANS o NSAID), con il quale condivide il meccanismo di azione e gli effetti terapeutici. Di particolare interesse è stata la recente scoperta che l’integrazione nella dieta quotidiana con olio extra vergine di oliva ricco in polifenoli può variare l’espressione del patrimonio genetico. Si parla in questo caso di proprietà nutrigenomica, cioè della capacità che hanno espresso i biofenoli dell’olio extra vergine di modulare positivamente l’espressione dei geni deputati al controllo della malattia aterosclerotica.
E’ quanto ha evidenziato una ricerca medica universitaria realizzata nel 2010 a Barcellona, dove i ricercatori hanno arruolato tre gruppi di volontari in buona salute; il primo ha seguito una tradizionale dieta mediterranea con olio extravergine ricco di polifenoli, il secondo ha seguito una dieta mediterranea con un olio a basso contenuto di polifenoli e il terzo gruppo ha seguito la propria abituale alimentazione. Dopo soli tre mesi il primo gruppo mostrava una minore attività dei geni collegati all’aterosclerosi nelle cellule mononucleari del sangue periferico, inoltre in questo gruppo i polifenoli mostravano di avere un grande impatto sull’espressione dei geni che influenzano le malattie coronariche.
Inoltre il consumo di olio extravergine nell’ambito di una dieta mediterranea mostrava anche di avere un positivo effetto sull’ossidazione del DNA, sull’insulino-resistenza, sull’infiammazione e sulla carcinogenesi. Questi risultati sono estremamente interessanti e di stimolo ad approfondire la ricerca in ambito oleario con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità del prodotto finale; in tal senso è auspicabile, in linea con le attuali tecnologie di coltivazione biologica, lo studio e l’applicazione dei cicli produttivi biodinamici per consentire al ciclo vitale della pianta nel suo complesso di esprimere al massimo le proprie potenzialità salutari.
Fonte: Valentini Konstantinidou, Maria-Isabel Covas, Daniel Muñoz-Aguayo, Olha Khymenets, Rafael de la Torre, Guillermo Saez, Maria del Carmen Tormos, Estefania Toledo, Amelia Marti, Valentina Ruiz-Gutiérrez, Maria Victoria Ruiz Mendez, and Montserrat Fito, "In vivo nutrigenomic effects of virgin olive oil polyphenols within the frame of the Mediterranean diet: a randomized controlled trial", FASEB J. 2010 24: 2546-2557, published online as doi:10.1096/fj.09-148452