Il dolore

a.ponzi
Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico

Cervello con nerviIl dolore è apparentemente una esperienza comune eppure è la più difficile da rappresentare e da far comprendere. La sua definizione secondo l'OMS :

"Il dolore è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno"

Scala del doloreScala del doloreIn ambito medico una recente legge ha introdotto l'uso di scale per misurare il dolore così come si misura la febbre o la pressione: frequentemente il dolore, specie post-chirurgico o post-traumatico, se non trattato può diventare da acuto a cronico.

Il dolore cronico non è un prolungamento nel tempo del dolore acuto, ma un qualcosa di nuovo e profondo che può esitare in gravi cambiamenti della personalità potendo modificare i pattern relazionali e lo stato percettivo e di coscienza.

Il dolore cronico, percepito a livello centrale, ha solo apparentemente una origine periferica, nella dizione anglosassone è ben spiegato dal motto 'no brain no pain', con ciò indicando che il fenomeno dolore è un evento mediato dal nostro cervello e la cui risultante è assolutamente originale e per certi versi unica.

Il dolore è a un tempo una percezione ed un prodotto di sintesi neuronale tra varie aree associative dell' encefalo, visive,auditive, ,tattili,gustative,olfattive, motorie e cognitive ma che interessa anche la sfera ansiogeno-depressiva , affettivo-emozionale e della memoria.

CervelloRisposte persistenti a stimoli dolorosi danno luogo alla memoria del dolore.

A tutti è noto il ruolo del colore negli ospedali.

Molti ricordano l'associazione tra l'odore caratteristico dell'eugenolo degli antichi ambulatori dentistici con pregresse cure dentali.

Il dolore individuale rientra in quello collettivo come elemento culturale e spiega il diverso atteggiamento verso il dolore delle varie etnie.

E' nota l'ansia associata al dolore acuto e la frequente associazione tra disturbi depressivi e dolore cronico.

Esperienze scientifiche dimostrano che il dolore del partner può essere percepito in egual misura nell'altro confermando l'attitudine di taluni medici ad una maggiore sensibilità verso il dolore del paziente .

La struttura del dolore.

Il dolore ha una mirabile struttura sottostanteCervello

che traduce un segnale dannoso, termico,meccanico, biologico in segnale elettrico (trasduzione)

Il segnale viene veicolato al midollo spinale(conduzione) e da qui dopo opportune elaborazioni viene trasmesso (trasmissione) a livello encefalico come percezione cosciente Vetro nella pelle(percezione). Il cervello invia una risposta a questo dolore in grado di modificare la percezione stessa nel senso di un aumento o riduzione dello stimolo iniziale (modulazione).

I 'players' del dolore

Il neurone periferico di tipo Delta, rimanda il dolore attraverso il midollo spinale sino al talamo e da qui alle aree sensitive epicritiche della corteccia cerebrale: questo neurone reagisce immediatamente a stimoli dolorosi con una risposta rapida o di evitamento (il ritiro della mano da qualcosa che scotta) o di risposta (grido di dolore e/o mettere la mano sotto acqua fredda). Il dolore è ben definito dal paziente ed ha caratteristiche tipiche.

La risposta al dolore del neurone delta,detta nocicettiva,percepita come utile all'organismo, è di solito di breve durata.

NerviIl neurone di tipo 'C' è una fibra sottile e conduce un dolore lento ma costante ed interviene successivamente rispetto alle fibre Delta, ma in modo prolungato nel tempo,attivata a livello locale anche da molecole legate all'infiammazione.

La prolungata attivazione delle fibre 'C' porta ad alterazioni del sistema neurologico che attiene al dolore,

e compaiono allora segni caratteristici di questo dolore definito 'neuropatico' tra i quali si annoverano :

Allodinia: stimoli tattili percepiti come dolorosi

Il paziente con nevralgia trigeminale riferisce un dolore a tipo scossa elettrica non appena anche un soffio d'aria lambisce la zona cutanea 'trigger', in grado di innescare il dolore.

Iperalgesia: stimoli dolorosi , termici o meccanici di bassa intensità, vengono percepiti come più dolorosi e in modo più prolungato nel tempo.

Tra le numerose patologie che possono portare al dolore cronico si ricordano:

-Nevralgia del trigemino

-Neoplasie

-Neuropatia diabetica

-Neuropatia post herpes-zooster

-Fibromialgia

-Sindrome dell'arto e dente fantasma

-Dolore post-chirurgico, tra il quale la FBSS (sindrome dolorosa dopo

trattamento chirurgico alla colonna)

-Disturbo dell'articolazione temporomandibolare

L'articolazione temporomandibolare è frequentemente chiamata in causa nei fenomeni di cronicizzazione del dolore nel distretto testa-collo.

La sensibilità del distretto orofacciale è veicolata dal trigemino: i neuroni che trasportano la sensibilità appartengono ad entrambe le categorie , fibre Delta e C e questo spiega la frequente tendenza alla stabilizzazione del dolore cronico.

Il dolore cronico modifica la qualità della vita del paziente che spesso finisce col consultare numerose figure mediche per risolvere un problema apparentemente irrisolvibile, sul quale  il professionista, da solo, può non riuscire a dare una risposta soddisfacente.

Peraltro il dolore cronico rappresenta una realtà il cui profilo clinico si sta sempre più ampliando assumendo i contorni di patologia multidisciplinare verso la quale l'approccio in team multiprofessionale può dare risultati efficaci sia nel trattamento che nel miglioramento della qualità della vita del paziente.

Scrambler Therapy

Nuove aspettative provengono da un trattamento multidisciplinare, potendo, sia  terapie psicologiche a carattere cognitivo-comportamentale, (utilizzati ad esempio nella sindrome dell'artro fantasma) sia alcuni presidi farmacologici, sia alcune terapie fisiche note (agopuntura)ed innovative(scrambler therapy), indurre modifiche positive al pattern del dolore.

Data pubblicazione: 08 maggio 2012

3 commenti

#2
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Utente 300XXX

esimo dr.Ponzi sono una ragazza 23enne con tre molari del giudizio che non riescono ad uscire perchè la mia bocca non ha lo spazio a sufficienza ed è la terza volta in un anno che mi è salita la febbre a 38 e mezzo e ho una dolore forte in bocca sotto l'orecchio e nell'orecchio molto forte e mi da la sensazione come se mi facesse male anche la gola mi fa davvero molto male come devo fare stò prendendo l'antibiotico già da 5 giorni ma nnt, il dolore persiste cosa posso fare per sfiammare qst dolore x poi procedere all'estrazione di questi 3 dolorosi molari che non fuoriescono?attendo una vs risposta

#3
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Dr. Armando Ponzi

Gentile paziente,
Generalmente l'antibiotico controlla l'infezione dopo 2-3 giorni.
Se la diagnosi è corretta, va rivalutata l'efficacia e il dosaggio dell'antibiotico che sta assumendo: lo verifichi col suo curante.
L'associazione con un antinfiammatorio è consigliabile, ed è importante mantenere una scrupolosa igiene orale abbinata a colluttori a base di clorexidina.
Passata la fase acuta prenda la decisione dell'estrazione, che anche a lei appare come la soluzione definitiva.
Un cordiale saluto

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