L’Orticaria di Natale e gli altri rischi (seri) del Cenone : i consigli per le Feste
Sta arrivando; ineluttabile, ineffabile, insostituibile e inevitabile: il Cenone di Natale, che anticipa in modo grandioso il pranzo di Natale, la Cena di Natale, il pranzo di S.Stefano e per chi volesse... anche la cena di S. Stefano!
Qual è il problema che si nasconde dietro tante e tali libagioni?
I disturbi più diffusi
È dato comune che in questi giorni, gli accessi ai Pronto Soccorso aumentano in modo verticale, così come gli accidenti cardiovascolari (e purtroppo i decessi legati a queste patologie).
Tale aumento è condotto in parte per l’associazione di quattro co-fattori a carico di soggetti predisposti (anche purtroppo in maniera silente) a rischio cardiovascolare.
Essi sono:
- Iperalimentazione.
- Assunzione eccessiva di alcolici.
- Staticità prolungata.
- Esposizione acuta a freddo intenso.
Tali fattori incidono sul metabolismo e sul circolo sanguigno in modo significativo e sebbene possano essere comunemente presenti durante tutto l’anno, la loro intensificazione e la somma degli stessi può favorire la slatentizzazione di un grande evento cardiovascolare.
In questo perido aumentano anche alcune condizioni dermatologiche allergiche: fra tutte l’orticaria, una malattia infiammatoria acuta dermatologica, caratterizzata da un esordio brusco e composta da pomfi (placche rilevate sul piano cutaneo di colorito roseo o rossastro contornati da alone biancastro) e prurito molto evidente.
Una più seria ma meno frequente associazione con l’Orticaria è la SOA, sindrome orticaria-angiedema, la quale lega la forma cutanea dell’orticaria ad un gonfiore più profondo e non pruriginoso delle parti cutanee più lasse (labbra, regione perioculari, scroto) e/o regione laringea: quest’ultimo caso si presenta con difficoltà respiratorie e deve essere prontamente e massivamente trattato per rischio di soffocamento del paziente.
Perché l’orticaria di Natale?
Proprio durante questo periodo è d’uso comune comporre il cenone con prodotti ittici di ogni genere, fra cui crostacei, mitili, vongole e altri pesci che più di altri, per un loro intrinseco potere antigenico, possono innescare reazioni allergiche di primo tipo (fra cui l’orticaria e l’angioedema appunto).
Non solo, in questo periodo aumenta a dismisura il consumo di frutta secca (noci, nocciole, mandorle, arachidi etc.), altri alimenti in grado di attivare in soggetti specificamente ipersensibili, allergie anche molto gravi.
Per approfondire:Allergie alimentari: quali sono le più frequenti?
Consigli utili per evitare reazioni allergiche
Cosa fare quindi per non trasformare un evento piacevole in una situazione sgradita o peggio in una tragedia?
Eccettuando i casi imprevedibili è necessario che i pazienti con rischi cardiovascolari noti, controllino prima delle Feste e dei cenoni, i livelli pressori, glicemici e lipidici anzitutto e moderino, non la qualità e il numero delle pietanze (spesso inevitabili) ma soprattutto le quantità, limitando di molto il consumo di alcol e aumentando quella di acqua (non voglio nemmeno accennare al fumo... primo killer noto di queste situazioni); altri consigli sono quelli di non permanere per ore intere in posizione seduta (dopo i pranzi e le cene si prosegue con sfinenti tombolate...) quindi di “sgranchirsi” ogni tanto.
Attirandomi le ire dei cattolici ultra-osservanti, consiglio di evitare la “Messa di mezzanotte” e di prediligere quella del “mezzogiorno” successivo, egualmente bella e suggestiva, ma ambientata in un contesto meno rigido per le temperature; coprirsi adeguatamente e in modo categorico evitare l’assunzione di alcolici e ancor di più superalcolici prima di esporsi al freddo (anche della finestra o del balcone per la sigaretta d’ufficio!)
I pazienti che sviluppano un’Orticaria acuta o una SOA, molto spesso NON sanno di essere allergici: allergici di fatto si diventa e non si nasce; è la predisposizione all’allergia ad essere innata (genetica) ma non il suo sviluppo fenotipico (clinico).
Buona regola per chi sospetta un’allergia alimentare, quella di effettuare un test molto semplice ma molto specifico:
il Prick test agli alimenti: una prova effettuabile direttamente anche dal Dermatologo (da non confondere con i vari test per le intolleranze alimentari, le quali ad oggi NON sono scientificamente comprovate in nessun modo!), che consiste nella apposizione di specifici allergeni (uno per ogni alimento) in forma liquida e la conseguente scarificazione per mettere in contatto la sostanza con l’interno del nostro corpo.
In 15 minuti e senza dolore si otterrà la risposta e questa è una garanzia nei confronti di eventuali sostanze in grado di innescare una reazione allergica cutanea e mucosale.
Chissà se con questi consigli, riuscirò a ridurre almeno di un minimo gli accessi ai P.S. e qualche evento cardiaco..io ci spero e pertanto questo è il mio Regalo di Natale!