Noi, medici aggrediti
NOI medici aggrediti, NOI medici malmenati, NOI medici vilipesi. NOI. Il NOI comprende anche un VOI: VOI pazienti incompresi, VOI pazienti vilipesi, VOI pazienti abbandonati.
Quindi sappiate che non è un articolo in difesa dei medici - (sarebbe scontato e pernicioso) ma si dirige nella strenua difesa di NOI TUTTI, medici e soprattuto pazienti, fine ultimo di tutto questo grande carrozzone..che si chiama Sanità, o come preferisco della SALUTE PUBBLICA DEI CITTADINI (ricordando che "cittadini" siamo tutti, pazienti e medici..sembra scontato ma non lo è..)
La storia dell'Ospedale di Roma S. Filippo Neri, non può solo essere la storia di "alcuni medici" che hanno subito violenze fisiche da parenti di un povero ragazzo affetto da una grave patologia, purtroppo deceduto prima di inziare un intervento chirurgico (La cui vicinanza, solidarietà e ricordo va immutata e rispettosamente condotta ad egli e a chi gli ha vouto e gli vuole ancora tanto bene).
La storia di questi medici non è apparentemente una storia di "malasanità" (neologismo che fa tanta notizia, spesso giustamente, spesso a mio avviso in modo speculativo e falso) anche se l'atto dovuto giudiziario ha iscritto i sanitari nel registro degli indagati.
La storia di questi medici è e deve essere la storia di noi tutti, MEDICI E PAZIENTI ASSIEME: essa costituisce un ultimo grido di allarme. Se non lo cogliamo in tempo, non so di quanti altri appelli disporremo in futuro.
che vogliamo fare?
Siamo determinati a metterci "l'un contro l'altro armato", vogliamo tutti rompere definitivamente ogni ulteriore e flebile rapporto interumano fra un medico ed un paziente e passiamo il tutto alle carte, agli avvocati, alla cura della malattia e non del paziente ?
Volete voi pazienti essere curati come delle malattie e non come dei malati?
Vogliamo noi medici curare dentro le trincee fisiche e metaforiche dei consensi informati scritti, della medicina difensiva delle mille prescrizioni, dei centomila esami strumentali inutili, delle lotte fra associazioni legali precostituite contro la generica "malasanita aprioristica" e la difesa del diritto di curare ?
Abbiamo ancora noi medici il diritto di curare i pazienti? liberamente?
Forse, l'identità medico-paziente sta esaurendo le ultime risorse, sta arrivando al capolinea e forse fra poco non serivirà nemmeno più il contatto fra un medico e un paziente.
Forse, a vedere queste cose, potrei avallare di diritto questa folle deriva, ma sono fra quelli che non può credere che sia questa la medicina che ci attende.
Non può essere questa e solo se NOI medici e pazienti comprendiamo che possiamo invertire la rotta e possiamo reincontrarci nella casa comune, nella quale il medico e il paziente SONO sulla stessa barca, potremmo allontanare questi spettri.
Cosa dovremmo sapere per iniziare a migliorare questo rapporto:
1. Il paziente deve comprendere che il DIRITTO ALLA SALUTE non significa GUARIRE PER FORZA, perchè purtroppo non TUTTO si può guarire, non tutte le vite possono essere allungate e non per imperizia, imprudenza, negligenza di uno o più medici, ma perchè è così e perchè questo fa parte della nostra vita.
2. Il medico deve comprendere che il rapporto con il suo fine ultimo - il paziente e la sua salute - deve necessitare non solo delle cure appropriate e all'avanguardia, ma anche, delle spiegazioni appropriate, dei tempi appropriati, e soprattutto della vicinanza umana che da sempre codifica questo insostituibile rapporto
3. il paziente deve sapere che il medico è medico perchè cerca in tutti i modi di fare il bene del paziente
4. il medico deve sapere che il paziente va da lui perchè ha piena fiducia non solo nel suo operato ma nella sua PIENA COMPRENSIONE
Forse, se tutti insieme ci ragioniamo un poco su, comprenderemo che se c'è un medico e perchè c'è qualcuno che vuole difendere la nostra salute e null'altro; e se c'è un paziente, vuol dire che c'è qualcuno che ha bisogno della comprensione e della vicinanza di un'altra persona, prima che di un professionista abile nella tecnica della scienza medica.