Riabilitazione Neuromotoria: approccio eclettico
La Riabilitazione Neuromotoria, cioè la riabilitazione nelle neurolesioni, centrali e periferiche, è, forse, la branca più impegnativa nell'ambito della Medicina Fisica e Riabilitativa.
La difficoltà primaria per la scelta dell'outcome funzionale e riabilitativo è rappresentata dala complessità del Sistema Nervoso Centrale e Periferico.
Ne conosciamo le regole di funzionamento sia in un soggetto sano che in un soggetto leso e, quindi, conosciamo come evolverà la lesione in termini sia di modalità (ipertonia, ipotonia ad es.) che di tempo.
Conosciamo anche le leggi che regolano il recupero spontaneo.
Alla luce di ciò l'approccio riabilitativo deve essere precoce, efficace, intenso.
Abbiamo a disposizione varie tecniche riabilitative di trattamento per il paziente neuroleso, è quindi, fondamentale conoscerle tutte per utilizzare da ciascuna di esse l'esercizio terapeutico più utile al Paziente.
Nella definizione dell'outcome riabilitativo e funzionale si deve inoltre tener conto dell'età del paziente, della integrità o meno delle principali funzioni cognitive, della distanza dall'evento acuto al tempo di inizio del trattamento riabilitativo.
L'outcome funzionale lo identifica lo Specialista e quello riabilitativo il Tecnico della Riabilitazione in un lavoro in equipe costaaante con verifiche periodiche e programmate dei risultati ottenuti utilizzando Test di misura clinico-riabilitativa il più oggettivi possibili che si integrano con i controlli periodici clinici dello Specialista.
L'approccio deve essere quindi eclettico poiché da ogni Metodica bisogna utilizzare gli esercizi terapeutici più utili in quel momento del percorso riabilitativo.
Spesso è utile integrare il trattamento con riabilitazione neurocognitiva al fine di correggere o limitare i deficit cognitivi correlati alla lesione.
Esistono metodiche neuromotorie per l'adulto e per il bambino quali:
- Esercizio conoscitivo (Perfetti)
- Inibizione Posturale Riflessa / Bobath)
- Facilitazione meuro-muscolare propriocettiva (kABAT)
- Vincoli muscolo-cutanei (Grasso)
- Esercizi conoscitivi per il bambino (Puccini)
- Tecnica reflessogena per il bambino (VOJTA)
- Capacita' comunicativa aumentata (ABA)
- Logopedia ed esercizi neurocognitivi
Da tutte queste metodiche, sistematizzate in esercizitazioni terapeutiche a difficoltà crescente lo Specialista in Medicina fisica e riabilitativa ed il Tenico della Riabilitazione devono scegliere ed utilizzare ciò che serve al paziente e, sopratutto, ciò che è in grado di recepire di volta in volta, con una implementazione dopo ciascuna verifica dei risultati ottenuti e riprogrammazione di un altra fase di trattamento.
Il lavoro riabilitativo è complesso ma deve essere sempre orientato ad ottenere il miglior risultato funzionale possibile, compatibilmente con la motivazione del soggetto (collaborazione) e con l'età dello stesso (UN SOGGETTO GIOVANE RECUPERA MEGLIO E PRIMA DI UN SOGGETTO MOLTO ANZIANO).
Riabilitare significa recuperare la massima funzionalità possibile in quel paziente, non esistono quindi, scelte unidirezionali in termini di metodica singola, nè tempi prefissati da autorizzazioni ASL!
Quando il paziente è "stabilizzato" ed i margini di recupero sono minimi rispetto al lavoro riabilitativo in corso (ad es. emiparesi sn esito di lesione vascolare encefalica con schemi ipertonici all'emilato sn.), di solito a 12 /16 mesi dall'evento acuto) significa che il lavoro riabilitativo, ancorchè iniziato precedentemente e condotto secondo i concetti suesposti non è riuscito a contrastare la strategia spontanea di recupero che l'encefalo attua 1 minuto dopo la lesione, oltre a varie altre cause quali la vastita' della lesione, patologie cardio-respiratorie concomitanti etc. etc.
Diventa, quindi, fondamentale, utilizzare il meglio degli esercizi terapeutici che le Metodiche prevdono ma anche conoscrle a fondo.