Medico condannato per valutazione telefonica di una paziente. E se invece...
E' un problema serio, anzi serissimo:
Un medico di Famiglia è stato condannato per aver prolungato i giorni di malattia ad una sua paziente, senza visitarla direttamente ma solo sulla scorta dei dati riferiti dalla stessa via telefono.
Una condanna senza appello, visto che è stata ormai la Cassazione a sanzionarla al Medico, il quale dovrà ulteriormente presentarsi innanzi al proprio Ordine di appartenenza (quello di Milano)
Non possiamo addentrarci nei dettagli della patologia della signora, né sui motivi che hanno indetto il Medico di Famiglia a erogare un documento importante come la certificazione di malattia ad una sua paziente senza visitarla, ma le domande che ci poniamo sono cruciali:
1. Quanto è diffusa questa pratica? Quanti hanno ricevuto in passato un certificato di malattia senza essere visitati, ma solo sulla scorta di dati riferiti telefonicamente al proprio medico?
2. Quanto è difficile vedere un paziente che sta male, nello studio del proprio medico di Famiglia e nel giorno della compilazione della certificazione (oggi on-line) da inviare presso il datore di lavoro?
3. Se un paziente rimane a casa per una patologia non obbiettivamente riscontrabile all'atto della visita (esempio lampante quello dell'emicrania) come può accertare il Medico la veridicità della dichiarazione del paziente, a prescindere dalla sede nella quale essa sia stata comunicata?
Domande difficili, sta di fatto, che stante la Cassazione (che ha confermato la condanna del Medico in appello) non si può erogare una certificazione di malattia basandosi su dati riferiti telefonicamente dal paziente, così come è impensabile che si possano stilare certificati di altra natura (comprese le prescrizioni farmacologiche) senza valutare il paziente.
Noi non commentiamo la sentenza, perchè le sentenze definitive non si commentano, ma l'auspicio che ci sentiamo di dover comunicare è il seguente:
"nel Resto d'Europa la pratica delle autocertificazioni per le malattie brevi è prassi comune: perchè in Italia, è così difficile raggiungere questo livello? Grandi passi sono stati fatti da precedenti Governi in materia di autocertificazioni (e nel contempo, di responsabilità penali delle dichiarazioni mendaci): perchè anche su questa materia non si arriva ad una prassi di questo genere"?
Non sarebbe meglio autocertificarsi, sotto la propria responsabilità (penale e pesantemente sanzionabile in caso di falso) una breve malattia (magari stabilita da un elenco apposito) che richiede, magari, una terapia da banco senza prescrizione medica? Mentre mantenere necessaria la visita per il protrarsi dei giorni e quindi della quota minima di tolleranza?
E' una personale e libera opinione; sicuramente lontana anni luce dall'addivenire cosa reale.