Chi ha paura della biopsia epatica? Poche regole per non correre inutili rischi

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Dr. Roberto Chiavaroli Infettivologo, Specialista in malattie del fegato e del ricambio

La biopsia epatica, in mani esperte, rappresenta un prezioso strumento, sicuro ed efficace per conoscere le reali condizioni del fegato in corso di Epatite Cronica. Nella maggior parte dei casi viene eseguita una “agobiopsia” per via percutanea prelevando un minuto frammento (1 mm di spessore per 2-3 cm di lunghezza) al fine di identificare il grado di fibrosi del fegato in corso di infezioni virali da virus C e da virus B (HCV ed HBV) o in corso di epatopatie croniche dismetaboliche e colangiopatie croniche (steatosi epatiche, epatiti autoimmuni, colangiti sclerosanti).

Nonostante si tratti di una pratica poco rischiosa e scarsamente invasiva è necessario firmare un consenso informato per potersi sottoporre al prelievo in quanto sono descritte dalla letteratura scientifica complicanze anche gravi fino al 2-3% dei casi.

Ecco alcune semplici indicazioni per andare incontro serenamente a questa utile indagine;

1) INDICAZIONI:

L’indicazione più comune alla biopsia epatica è la quantificazione della fibrosi del fegato che è il parametro più direttamente correlato alla velocità ed al rischio di sviluppo di una Cirrosi Epatica (prognosi). Più raramente la biopsia epatica viene eseguita per individuare cause non note di epatite (diagnosi). In ogni caso buona norma è quella di accettare l’indicazione ad eseguire una biopsia epatica soltanto se dal risultato può dipendere la decisione di intraprendere o meno una terapia specifica ed efficace.

2) PROCEDURA

La procedura più sicura è quella con accesso percutaneo ovvero mediante puntura attraverso la cute con un apposito ago in grado di prelevare un minuscolo frustolo pari ad un cinquantamillesimo dell’intero organo. La tecnica è eseguita preferibilmente con guida ecografica (più sicura e pratica) . La maggior parte degli studi della letteratura scientifica internazionale indicano una netta riduzione delle complicanze se la procedura viene eseguita con l’ausilio dell’ecografia (biopsia eco-assistita). Studi di autori Italiani hanno dimostrato come la guida ecografica durante tutta la procedura aumenti la resa diagnostica (adeguatezza del prelievo) oltre che la sicurezza della manovra stessa. Buona norma è non accettare di sottoporsi a biopsia epatica se non sotto guida ecografica.

3) MODALITA’ DI RICOVERO

La biopsia epatica può essere eseguita in regime di ricovero diurno (DAY HOSPITAL) evitando il ricovero ospedaliero ordinario (ovvero evitando il pernottamento in ospedale) purché sia assicurato un periodo di osservazione clinica dopo la procedura di almeno 4 ore. La maggior parte delle complicanze infatti viene diagnosticato entro le prime quattro ore. Buona norma è non accettare di sottoporsi a biopsia epatica in regime ambulatoriale.

Per approfondire:Epatite acuta nei bambini: cos'è e come si riconosce?

4) OPERATORE

L’Operatore che esegue la biopsia epatica può non essere lo stesso che ha proposto la procedura. Un recente studio multicentrico svizzero ha dimostrato come il rischio di complicanze sia collegato all’esperienza dell’operatore piuttosto che al tipo di ago o di procedura utilizzati. E’ stato definito come esperto un operatore che esegua almeno 50 esami all’anno. Un operatore esperto deve inoltre essere un ecografista o un radiologo con competenze specifiche in ecografia interventistica o possedere un diploma dell’associazione nazionale di ecografia (SIUMB). Sul sito internet dell’associazione nazionale di ecografia è possibile accedere gratuitamente all’Elenco degli Ecografisti Abilitati (www.siumb.it). Buona norma è non accettare di sottoporsi a biopsia epatica se non “eco guidata”.

5) ANAMNESI FARMACOLOGIA

Le complicanze potenzialmente più gravi della biopsia epatica sono sicuramente quelle di natura emorragica spesso collegate all’assunzione di farmaci antiaggreganti o anticoagulanti. L’eventuale assunzione di questi farmaci deve essere sospesa almeno 10 giorni prima della data della procedura o secondo parere dell’operatore. Buona norma è riferire esattamente all’operatore il nome ed il numero dei farmaci regolarmente assunti ed astenersi dal consumo di antiinfiammatori o antidolorifici nei giorni immediatamente precedenti una biopsia epatica.

6) ANALISI ISTOLOGICA

Una biopsia epatica eseguita per stadiazione di epatiti croniche virali deve indicare chiaramente nel referto il numero di spazi portali analizzabili. Dieci è il numero minimo di spazi portali ritenuti necessari affinché il campione analizzato sia ritenuto idone. In caso di prelievo non idoneo è diritto del paziente richiedere il materiale istologico affinché venga analizzato presso un altro laboratorio.

BIBLIOGRAFIA

Radiol Med. 2008 Oct;113(7):992-8. Epub 2008 Sep 25.Routine ultrasound-guided liver biopsy versus echo-assisted procedure in viral chronic hepatitis.Chiavaroli R, Grima PF,

Am J Gastroenterol. 1996 Jul;91(7):1318-21.Percutaneous biopsy in diffuse liver disease: increasing diagnostic yield and decreasing complication rate by routine ultrasound assessment of puncture siteCaturelli E, Giacobbe A, Facciorusso D, Bisceglia M, Villani MR, Siena DA, Fusilli S, Squillante MM, Andriulli A

.Dig Liver Dis. 2011 Mar;43 Suppl 4:S331-43.Chronic viral hepatitis: the histology report.Guido M, Mangia A, Faa G; Gruppo Italiano Patologi Apparato Digerente (GIPAD); Società Italiana di Anatomia Patologica e Citopatologia Diagnostica/International Academy of Pathology, Italian division (SIAPEC/IAP).SIAPEC/IAP).

Data pubblicazione: 28 novembre 2011

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