Tipi di bite.

Quanti tipi di bite? Da portare per 24 ore o solo la notte? Evidenze scientifiche - parte 1

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista

Quello che segue sono le considerazioni sulle analisi degli esperimenti scientifici presenti in letteratura, adattate alla mia metodica del bite.

Bite alto: perché?

La lunghezza dei denti (e il loro corretto ingranaggio) attivano un riflesso che stimola il nervo vago che modula, tra le altre cose, il dolore. Terminazioni nervose inviano in varie zone del sistema nervoso centrale informazioni della posizione e del movimento, quanto cioè la bocca è aperta e che movimento sta effettuando.

Le terminazioni nervose più conosciute, ce ne sono altre, sono i fusi neuromuscolari. Quando la lunghezza del muscolo è normale c’è una scarica di base, che viaggia attraverso il nervo trigemino, quando è allungato la scarica aumenta e quando è contratto si riduce fino a scomparire. Si può parlare di un codice di frequenza dello stimolo. Più lo stimolo è intenso, maggiore è la frequenza di scarica trigeminale (fig. 1).

Figura 1

I pazienti che soffrono di disordine temporo mandibolare (o disfunzione cranio cervico mandibolare o malocclusione con dolore) hanno quasi sempre (oltre al serramento, bruxismo, ecc.) i denti posteriori più bassi degli anteriori che sono abrasi.

Si parla di una ridotta dimensione verticale, quindi una muscolatura contratta e una ridotta/assente stimolazione trigemino vagale (fig. 2)

Figura 2

Il nervo trigemino è prevalentemente sensoriale e in passato molti studi hanno dimostrato la presenza di correlazioni tra il trigemino e il nervo vago (riflesso trigemino cardiaco o trigemino vagale), attraverso la somministrazione di stimoli provenienti dall’esterno (elettrici, dolorifici, ecc.).

Il primo lavoro che dimostra come anche allungando i muscoli della bocca, stimolazione propriocettiva, si stimoli anche il vago (riflesso trigemino vagale propriocettivo) è mia e del Prof. Marcello Brunelli (Brunelli, Tonlorenzi 2012). Le funzioni del vago si leggono nella figura 3, un breve riassunto del bel lavoro di Hsiangkuo Yuan 2016.

Figura 3

Guarda il video: Occlusione dentale, bite e stress

Per i “miracoli” che talvolta si possono evidenziare con bite ben fatti, è questo il meccanismo chiamato in causa. Nel vago si integrano informazioni che provengono dal capo, attraverso la radice discendente del trigemino, e dal corpo, attraverso il nucleo del tratto solitario (figura 4). Stare a bocca aperta abbassa la pressione e la frequenza cardiaca, fa aumentare la circolazione nei vasi che irrorano la corteccia cerebrale, ecc.

Figura 4

Per approfondire:Quale bite scegliere?

Perché il bite alto nel dolore?

Primo esperimento

Dopo che si è messo tra le arcate dentali un dispositivo che si apre e si chiude, simulando i movimenti della masticazione, si stimola con un elettrodo il labbro inferiore ad aperture predeterminate in condizioni statiche e dinamiche.

Si è misurato lo stimolo elettrico in grado di far sentire un dolore lieve di 2-3 su scala 0-10 del dolore e uno stimolo medio 5-6 sempre sulla stessa scala. Aumentando la distanza tra i denti deve aumentare l’intensità dello stimolo elettrico necessario per avere il dolore. Più distanti sono le arcate meno dolore si sente (Fig. 5 - Lobbezoo F. 2009).

Figura 5

Secondo esperimento

A cura di Zampino C. et Al. 2018: 296 persone tra 22 e 45 anni, maschi (n = 135) e femmine (n = 161) sono state sottoposte a stimolazione elettrica su un incisivo e sono state misurate soglia di percezione del dolore e quella di massima tolleranza al dolore.

Queste misure sono state prese dapprima con i denti a contatto, poi interponendo un rialzo di 5 mm tra le arcate, 10 mm tra le arcate e poi 10 mm con una stimolazione del palato (spot palatino). Risultato: man mano che i denti si allontanano tra loro migliora la tolleranza al dolore. Quando si associa anche lo spot palatino la tolleranza aumenta ancora.

Terzo esperimento

A cura di Brunelli M 2020. In questo esperimento abbiamo valutato i cambiamenti delle soglie sensoriali e del dolore nel distretto mandibolare in venti soggetti sani, prima dell’estensione mandibolare e dopo 5 minuti in cui i soggetti sono stati tenuti nella massima apertura della bocca. L’esperimento ha il solo scopo di migliorare la comprensione degli effetti della stimolazione vagale, come si vede nella figura 1). I risultati hanno mostrato un aumento del 60% dell’intensità della soglia sensoriale e un aumento del 70% dello stimolo elettrico necessario per stimolare la soglia del dolore (p<0,001) rispetto ai valori basali.

Quarto studio

A cura di Tonlorenzi D. 2019. Maggiore è l’apertura della bocca migliore è il risultato, codice di frequenza dello stimolo Fig 1). La mancanza di adeguato comfort, ad aperture troppo marcate, è stato un aspetto che ha richiesto attenzione.

Bite di altezza inferiore hanno comunque eccellenti risultati per il fenomeno detto “sommazione temporale”. Invece di far tenere, per 5 minuti, la bocca dei pazienti nella massima apertura, abbiamo utilizzato bite (meno) alti per un tempo maggiore. Tutta la notte!

I risultati sono pubblicati in questo articolo.

Per approfondire:Disordine temporomandibolare: un tipo di bite e misura della sua efficacia

Conclusioni

Esperimenti scientifici possono guidare le nostre scelte:

  • Stimolando il trigeminale si stimola il vago, se si cerca su un motore di ricerca medica (PubMed) le parole “trigeminocardiac reflex” si trovano centinaia di lavori. Cercando le parole chiave “vagal stimulation AND pain” su qualsiasi motore di ricerca si vedrà che la stimolazione vagale ha effetto antalgico.
  • Il codice di frequenza dello stimolo (Fig,1) ci dice che maggiore è la distanza tra i denti, maggiore è l’effetto antalgico. Gli esperimenti descritti sopra sono stati fatti aprendo la bocca per un periodo breve.
  • Dato che non è possibile farli troppo alti, il paziente non li accetta, portarli (ad altezza più bassa) per tutta la notte, da un buon effetto antalgico. I bite più bassi non hanno lo stesso effetto (codice di frequenza dello stimolo Fig 1) e necessitano di essere “indossati” tutto il giorno.

Per approfondire:Bite sempre o solo la notte? Parte 2

Bibliografia

  • Brunelli M…., Tonlorenzi D…. Prolonged hypotensive and bradycardic effects of passive mandibular extension: evidence in normal volunteers. Vol 150, No 4 (2012)Arch Ital Biol. 2012 Dec;150(4):
  • Brunelli M., Conti M, Tonlorenzi D, Traina G. Changes of sensory and pain thresholds in healthy subjects after mandibular extension at maximum mouth opening: implications for temporomandibular disorders therapy. Arch Ital Biol 2020 Mar 1;158(1):17-23. doi: 10.12871/00039829202012.
  • Hsiangkuo Yuan et Al. Vagus Nerve and Vagus Nerve Stimulation, a Comprehensive Review: Part I Headache 2016;56:71-78
  • Lobbezoo F., P.F. Sowman., K.S. Türker. Modulation of human exteroceptive jaw reflexes during simulated mastication Clinical Neurophysiology 120 (2009) 398–406
  • Tonlorenzi D., Brunelli M, Conti M. Covani U. Traina G. An observational study of the effects of using an high oral splint on pain control. Arch Ital Biol 2019 Sep 30;157(2-3):66-75. doi: 10.12871/00039829201923.
  • Zampino C. Pain Control by Proprioceptive and Exteroceptive Stimulation at the Trigeminal Level. Front. Physiol., 07 August 2018 Volume 9 - 2018 | https://doi.org/10.3389/fphys.2018.01037
Data pubblicazione: 22 febbraio 2023

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