La "buona scuola" e le "Buone Mamme"
“Oggi Adriano si è comportato male in classe. Anche se richiamato più volte ha continuato a fare dei piccoli rutti, disturbando la lezione”.
Questa nota è stata scritta da un insegnante di "sostegno" di una scuola media della zona di Monte Mario di Roma. Adriano frequenta la prima media e ha tredici anni, all'età di un mese un terribile episodio di bronchiolite virale ha causato una riduzione grave dell'ossigeno nel sangue. Poco ossigeno per troppo tempo... risultato una lesione cerebrale permanente con grave ritardo cognitivo. Non parla e non scrive e "non sa neanche cosa sia una nota” dice la mamma Lucia di 49 anni stizzita dalla nota del "prof" (la minuscola è d'obbligo) che non ha capito che quei piccoli fastidiosi rumori erano l'unico modo di comunicare del ragazzo.
Questo è il risultato della "buona scuola", che per compiacere ai prof. che non volevano spostarsi ha consentito a molti di "rimanere vicino casa" con un compito che evidentemente non sono in grado di eseguire. Anche questa volta è stato gettato discredito a tutti quegli Insegnanti di Sostegno (la maiuscola è d'obbligo) seri e preparati che seguono i ragazzi con entusiasmo ed amore (ne conosco tanti). Anche qui "forti coi deboli e deboli coi forti" naturalmente come già detto non si deve generalizzare. “
Nelle aule servono persone specializzate, capaci di andare incontro ai bisogni specifici degli studenti con disabilità più o meno gravi”. “Dopo cinque anni splendidi, il passaggio alle medie è stato duro”. “Alle elementari aveva un maestro bravissimo che riusciva a interessarlo. Stava sempre in aula e seguiva le lezioni come tutti i suoi compagni. Adesso invece è cambiato tutto”.
Lucia ha dato una lezione all'insegnante di "sostegno" del figlio nella speranza che capisse il suo disagio. Proprio sullo stesso quadernetto con i grandi quadretti ha risposto in maniera esemplare: “Ho sgridato Adriano per il suo comportamento. La nota positiva è che i rutti erano piccoli perché a casa li fa grandi”. Firmato: “La mamma”.
“Appena ho letto la nota mi sono messa a ridere, poi però ho riflettuto. È un episodio emblematico di quello che spesso succede a scuola con ragazzi come Adriano”, racconta la mamma. “Nelle aule servono persone specializzate, capaci di andare incontro ai bisogni specifici degli studenti con disabilità più o meno gravi”.
Naturalmente famiglia e figlio sono soli anche a casa, è la "razionalizzazione della spesa pubblica".