Medico non obiettore.

Il medico non obiettore è un sicario?

Rivendico da medico non obiettore di aver esercitato la mia professione attuando una legge dello Stato, di avere contribuito a impedire il perpetuarsi dell'aborto clandestino e a ridurre i rischi per le donne, anche se definito "sicario " dal Papa.

La legge 194 approvata nel 1978 è uno strumento per sconfiggere la piaga dell’aborto clandestino, questa legge compie 45 anni. Da quando è operativa gli aborti sono diminuiti di oltre il 71%, togliendo l’aborto dalla clandestinità inserendolo tra le prestazioni offerte dal servizio sanitario pubblico.

Difendendo il diritto all’aborto difendiamo libertà di pensiero.

Esprimo solidarietà a tutti i Colleghi che difendono i diritti civili e la dignità di chi svolge il proprio lavoro.

Su questo sito cerco di diffondere l'uso corretto della contraccezione per consentire a qualsiasi donna di poter vivere serenamente la propria sessualità e la programmazione di una gravidanza desiderata e cosciente.

Non considero l'aborto un metodo contraccettivo, ma il fallimento di una informazione corretta sulla contraccezione.

Per approfondire:Aborto farmacologico: cos'è la RU486?

Data pubblicazione: 10 ottobre 2024

4 commenti

#1
Utente 294XXX
Utente 294XXX

Si, per me è un sicario, e poco me ne cala che la legge lo consenta (se è per questo anni fa era legale pure gettarli da una rupe o affogarli nel torrente). Se giustamente si mette in galera chi uccide i neonati (le cronache ci hanno portato diversi casi di questo tipo), cioè i feti di 9 mesi e 1 giorno, non capisco in virtù di quale principio fino a 2 mesi debba essere consentito. E allora perché non fino a 7 mesi, o 3 mesi e 14 giorni...

E poi la storia del ridurre gli aborti clandestini non si può sentire: se è per questo basterebbe legalizzare anche gli omicidi, le rapine in banca o le truffe condominiali per non avere più chi lo fa clandestinatamente, tutto legalizzato. Come se il problema fosse la parola "clandestino" e non una vita soppressa.

E ancora: periodicamente si applaude, come giusto che sia, alle madri che valutando di non potere o volere crescere un bambino, in forma anonima lo lasciano davanti alla chiesa o direttamente al reparto ostetricia dell'ospedale, dove puntualmente poi si scatena la gara per adottarlo. Meraviglioso.
Non capisco perché si debba consentire invece ad altre donne e uomini di ucciderlo, solo perché non lo vogliono loro.

#2
Utente 729XXX
Utente 729XXX

Sono d’accordo col Dott. Blasi e vorrei rispondere all’utente 294017.

Mettere al mondo un figlio non consiste solo nel portare a termine la gravidanza e partorirlo (e già qui lei non può sapere cosa significhi), comporta un impegno a vita che non tutte possono permettersi di mantenere. Lei dirà che forse dovrebbero pensarci prima di rimanere incinte, ma purtroppo non tutte le donne hanno accesso alle informazioni sulla contraccezione, oltre al fatto che esistono anche casi di donne rimaste incinte a seguito di violenze.

È certamente ammirevole il fatto di portare avanti la gravidanza e dare in adozione il bambino, ma anche in questo caso non tutte possono farlo per vari motivi (familiari, economici, lavorativi per esempio), che poi spesso sono gli stessi che portano la donna a interrompere la gravidanza.

Paragonare l’aborto a un omicidio e il medico non obiettore a un complice è davvero una mancanza di rispetto per tutte le donne che legalmente e, magari anche a malincuore, fanno questa scelta.

#3
Utente 294XXX
Utente 294XXX

Continuo a non capire cosa impedisce a una donna di partorire in ospedale e non riconoscerlo. Peraltro da decenni esistono associazioni come "Madre segreta" (ma chissà quante simili ce ne sono) che aiutano proprio a fare questo tipo di percorso, rispettabilissimo.
Però se volete convincermi che per evitare i disagi fisici, piscologici, morali, ecc. che SICURAMENTE ci sono, fosse anche solo per quei 9 mesi scarsi di gravidanza, vale la pena accoppare un bambino/a, allora v'informo che possiamo interrompere pure qui. Siamo davvero troppo distanti.

#4
Utente 729XXX
Utente 729XXX

Continua a non capire cosa impedisca a una donna di partorire in ospedale e non riconoscerlo? In quei mesi che lei chiama "solo 9 mesi scarsi" possono succedere tante cose: primo non stare bene, secondo perdere il lavoro, per citarne solo due. Ma non credo serva a farglielo capire. Siamo davvero troppo distanti e lo dimostrano anche i termini che lei utilizza per parlare dell'aborto: "accoppare un bambino" denota non solo distanza, ma una grande superficialità nel trattare questo argomento.

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