Attenzione ai pericoli della diagnosi online delle malattie sessualmente trasmesse

Su Internet esistono molti siti di incontri che rappresentano un pericolo, soprattutto per i giovani.

Navigando incautamente su di essi è possibile incontrare truffatori che chiedono soldi dicendo di essere in difficoltà economiche o di avere affari da proporre. È anche possibile incontrare persone senza scrupoli che vogliono fare sesso libero senza precauzioni, anche con soggetti minorenni.

Queste persone possono essere portatrici di malattie sessualmente trasmesse.

Perché praticare il sesso sicuro?

Ricordiamo che in un'epoca in cui le persone tendono ad avere parecchi partners, è necessario praticare il sesso sicuro, che non consiste solo nell'evitare gravidanze indesiderate, ma nel proteggersi dalle malattie sessualmente trasmesse quali:

• epatite,
• HIV,
• HPV,
• sifilide,
• gonorrea,
• Chlamydia.

È molto importante diffondere questo concetto, soprattutto tra i giovani in età riproduttiva, ricordando loro i pericoli di queste malattie, in particolare dell'HPV, che può portare al cancro della cervice uterina.

Fortunatamente si può evitare l'aborto volontario con i contraccettivi e le malattie sessualmente trasmesse con il condom. Infine ci si può proteggere dall'HPV attraverso il vaccino anti HPV.

Per approfondire:HPV negli uomini: quali sono i sintomi?

I pericoli delle diagnosi online

Vi sono tuttavia altre insidie.

In America esiste addirittura un sito che invita i maschi a fornire foto del pene, per ottenere la diagnosi delle malattie veneree attraverso i propri medici.

Chi esamina queste foto? Che fine faranno? Che garanzie ci sono di una corretta diagnosi e trattamento? E la privacy? È sufficiente esaminare una foto per curare un paziente? In caso di fallimento di una terapia, chi ne sarà responsabile? 

Anche da noi si pone questo problema, perché spesso le nostre pazienti ci chiedono una terapia sulla base di una semplice descrizione di sintomi per messaggio o per e-mail, per evitare la visita.

Ricordo il caso di una paziente che pretendeva una terapia via Internet, dopo una visita di routine di un paio di mesi prima, che non aveva rivelato alcunché di patologico, per una improvvisa forte infiammazione a livello genitale. Fatta da me tornare in ambulatorio, è risultata una violenta vulvite acuta, che mi ha spinto a richiedere una glicemia, risultata superiore a 300. Inviata al Centro antidiabetico con una terapia locale da me prescritta, è stata sottoposta a terapia insulinica.

Cosa sarebbe successo se non l'avessi visitata correttamente in ambulatorio? La paziente avrebbe rischiato il coma diabetico.

La tecnologia non fornisce garanzie sufficienti per soppiantare l'arte medica. È ancora necessario visitare i pazienti, spiegare loro i metodi contraccettivi adatti al singolo individuo, informarli sui pericoli delle malattie a trasmissione sessuale e sui metodi per evitarle.

Per approfondire:7 regole per usare il preservativo nel modo corretto