L'inserimento della fecondazione extracorporea nei nuovi LEA è davvero cruciale e fondamentale?
A chi è capitato - come a me - di leggere Google Alerts ginecologia qualche giorno fa - è giunto un messagggio strano e fuorviante: inserire nei nuovi LEA (livelli essenziali di assistenza) tutte le tecniche di fecondazione extracorporea omologhe ed eterologhe è cruciale e fondamentale contro la denatalità, che da decenni imoiverisce la nostra Italia e che negli ultimi anni ha fatto registrare cifre in netto calo, che nel 2021 hanno raggiunto il minimo storico di 399.000 nati contro 709.000 decessi. non abbiamo ancora i dati della PMA relativi al 2020 perchè il Ministro della Salute non li ha ancora fatti pubblicare - e mi auguro che il futuro Ministro lo faccia con maggiore precisione e completezza in modo da poter valutare ancor meglio la scarsa efficacia e l'altissimo costo in vite umane innocenti! - per cui dobbiamo fare riferimento ai dati del 2019.
La tabella sopra riportata ci offre un quadro della fecondazione extracorporea, che da solo basterebbe per dimostrare l'infondatezza scientifica della richiesta fatta da una società dei ginecologi italiani: dal 2004 al 2019 solo 16,09% (114.623) delle coppie che si sono sottoposte a fecondazione extracorpore hanno avuto la possibilità di avere almeno un figlio in braccio all'altissimo costo di 1.721.657 embrioni sacrificati (1.118.055 dopo trasferimento in utero). La situazione diventa più drammaticamente sfavorevole se prendiamo in esame le classi di età delle donne uguale/superiore a 40 anni, come si può vedere nella tabella 6: le donne di 40-42 anni, che nel 2019 sono riuscite ad avere almeno un figlio in braccio dopo fecondazione extracorporea omologa a fresco sono state il 5,31%, con scongelamento di ovociti il 6,83% e con scongelamento di embrione il 13,72%. Ancora più drammatica la situazione nelle classi di età uguale/superiore ai 43 anni: a fresco solo l'1,73% ha potuto avere un figlio in braccio, con scongelamento di ovociti il 3,16%, con scongelamento di embrioni il 6,48%!
Solo un amministratore poco avveduto e fortemente ideologizzato di fronte a questi dati potrebbe pensare di inserire nei LEA tecniche non terapeutiche (non curano la sterilità di coppia!), ma alternative di riproduzione umana costose e scarsamente efficaci, mentre a tanti cittadini ammalati non vengono forniti farmaci e presidi medici per curare malattie perchè non inseriti nei LEA!
Anche la fecondazioneextracorporea eterologa, cui nel 2019 hanno fatto ricorso 7.674 coppie (l'11,35% del totale delle coppie trattate) pur potendosi fare più trasferimenti in utero nello stesso anno nella stessa coppia non supera complessivamente il 22,7% di successo con un minimo del 18,48% nelle coppie con donazione di seme. Il numero degli embrioni sacrificati è sempre molto alto(circa l'80%) ed alto è il numero degli embrioni di cui non si ha notizia (20.939).
Fin qui alcuni dati per comprendere l'inefficacia di queste tecniche, il cui inserimento nei LEA gioverebbe solo ai centri di pma, ma ci sono motivi medici che richiedono l'esclusione dal ricorso alle tecniche di fecondazione extracorporea delle donne di età uguale/superiore ai 42 anni e/o con IMC (indice massa corporea) uguale/superiore a 30: nel Primo rapporto ItOSS.Sorveglianza della Mortalità Materna negli anni 2013-2017, pubblicato nel 2019 dall'Istituto Superiore della Sanità, a pagina 19 si legge "Oltre all'obesità un'altra condizione frequente tra le donne decedute è il ricorso alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). l'11,3% delle morti materne (12/106) riguarda donne che hanno concepito mediante tecniche di PMA (6 ICSI, 5 FIVET, 1 tecnica non nota). La percentuale di morti materne associate a PMA rilevata dal Sistema di Sorveglianza del Regno Unito è pari al 4%, molto più bassa di quella italiana. La proporzione di gravidanze ottenute con tecniche di PMA è invece analoga nei due Paesi, pari a circa il 2% (5,7,8) e pertanto non giustificala diversitò nella frequenza degli esiti. L'unica differenza che sembra associabile alla minore proporzione di morti materne nel Regno unito riguarda la norma vigente in quel Paese in base alla quale il Servizio Sanitario Nazionale non offre PMA alle donne con IMC uguale/superiore a 30KG/m2 e/o età uguale/superiore a 42 anni. Controllando tali caratteristiche nelle donne decedute in Italia emerge che 7/12 hanno IMC uguale/superiore a 30Kg/m2 e 4/12 un'età uguale/superiore a 42 anni"
Anche i neonati da gravidanze insorte dopo fecondazione artificiale extracorporea presentano una maggiore morbilità e mortalità neonatale come è possibile verificare nella tabella 11 di seguito riportata.
Per quanto fin qui esposto l'inserimento nei nuovi LEA delle tecniche di fecondazione extracorporea - contrariamente a quanto affermato da alcuni Ginecologi della SIGO - non può rappresentare il rimedio più indicato ed efficace per risolvere la gravissima crisi demografica che attanaglia l'Italia. Sicuramente molto più efficace, doveroso ed improcrastinabile sarebbe l'inserimento nei Nuovi LEA dell'Adozione Internazionale dei bambini abbandonati nei Paesi Poveri dai loro genitori con un rimborso spese pari almeno al costo di 3 cicli di PMA eterologa! Queste adozioni meritano di essere inserite al più presto nei LEA, perchè oltre a poter dare alle coppie la gioia di avere dei figli, offrono il calore di una famiglia a tanti bambini abbandonati, già nati senza esporre a morte certa l'88,62% dei loro fratellini come accade ai concepiti in provetta per poter vedere la luce del sole!