Coronavirus e gravidanza
La pandemia da Coronavirus COVID-19 originatasi in Cina dal 2019 e rapidamente diffusa a livello internazionale pone una comprensibile preoccupazione per le sue conseguenze nelle gestanti e nei nascituri.
È appena uscito sul Lancet un lavoro scientifico cinese che analizza le conseguenze dell'infezione a livello materno-fetale (Huijun Chen et al., Clinical Charecteristics and intrauterine vertical transmission potential of COVID-19 infection in nine pregnant women: a retrospective review of medical records, The lancet, February 12, 2020).
Sono stati analizzati in modo retrospettivo i dati di 9 donne gravide affette da sindrome respiratoria acuta da Coronavirus nel terzo trimestre di gestazione, ricoverate presso l'ospedale della Università di Wuhan, comprendenti l'esame obiettivo, i dati laboratoristici e la TAC del torace.
La sintomatologia riscontata nelle gestanti era simile a quella degli altri pazienti affetti da questa infezione.
7 pazienti presentavano febbre, altri sintomi riscontrati sono stati tosse (4 casi), mialgia (3 casi), mal di gola (2 casi), malessere (2 casi), linfopenia (5 casi). Nessuna paziente presentava polmonite virale.
Tutte le pazienti sono state sottoposte a taglio cesareo, su indicazione ostetrica (parto pretermine, preeclampsia, 2 tagli cesarei precedenti, natimortalità, sospetta rottura prematura membrane e infezione intrauterina) e nessun neonato ha avuto asfissia neonatale e trasmissione del virus alla nascita dalla madre, come risulta dall'analisi del liquido amniotico, del sangue cordonale, dei tamponi faringei e del latte materno.
CONCLUSIONI
In conclusione, dai dati di questo ricerca, sia pure ristretta, non è risultata alcuna trasmissione materno-fetale dell'infezione da COVID-19 nel terzo trimestre di gravidanza.
Per trarre conclusioni definitive occorre tuttavia attendere studi piu' numerosi e analizzare la possibilità di trasmissione madre-feto nel primo e secondo trimestre.
Ad esempio la Rosolia, se contratta nel primo trimestre viene trasmessa a più della metà dei feti, in epoca successiva la possibilità di trasmissione crolla drasticamente. Altro aspetto che deve essere preso in considerazione riguarda la modalità del parto, essendo il campione rappresentato solo da donne che hanno partorito attraverso il taglio cesareo. Infine devono essere studiati gli effetti del virus sulla placenta, organo fondamentale per la trasmissione maternofetale.
In attesa di ulteriori studi, dobbiamo consigliare alle donne in gravidanza di adottare le misure di prevenzione del contagio e di rivolgersi al proprio medico in caso di febbre e sintomi repiratori, in modo analogo al resto della popolazione.