Menopausa :problemi sessuali ed urinari peggiorano qualità della vita

La comparsa di gravi problemi sessuali ed urinari dopo la menopausa è correlata ad una peggiore qualità della vita. Questo dato deriva da una indagine condotta su 2.160 donne che dopo la menopausa hanno riportato almeno un sintomo correlato ad atrofia vulvovaginale, una condizione comune che può provocare sintomi come secchezza vaginale, coito doloroso ed incontinenza urinaria.

Nel complesso le donne con questi sintomi riportano una qualità della vita gravemente inferiore rispetto alle altre, il che suggerisce che molte donne stanno soffrendo inutilmente per sintomi di cui non discutono con il ginecologo e che non sanno che sia possibile trattare, come affermato dall'autrice Rossella NAPPI dell'Università di PAVIA.

E' dunque importante conferire dignità ad un insieme di sintomi che la maggior parte delle donne ritiene troppo poco rilevanti da trattare. Alcune presumono che essi siano destinati a scomparire con il tempo, non comprendendo che la natura cronica di patologie che non sono pericolose per la sopravvivenza potrebbe avere comunque un impatto significativo sulla sfera intima, sull'autostima e sull'immagine corporea.

Come affermato da alcuni esperti, molte donne riscontrano che i sintomi della menopausa scompaiono con la terapia ormonale sostitutiva (TOS). Le pazienti possono ad esempio assumere estrogeni vaginali sotto forma di creme o in altre forme (anelli vaginali, spray cutanei, cerotti), ed esistono anche farmaci prescrivibili da poter assumere per alleviare la secchezza vaginale e le disfunzioni sessuali. Recentemente in commercio è presente l' OSPEMIFENE  (serm) con azione specifica e selettiva sui recettori vulvo- vaginali, senza alcuna azione sulla mammella, sull'endometrio.Può essere assunto anche in donne che hanno superato il periodo di trattamento chemioterapico per carcinoma mammario. Spesso il trattamento viene instaurato quando i sintomi diventano intollerabili. E' importante, che come altre patologie correlate all'età (artrite, asma, sindrome del colon irritabile, nel periodo perimenopausale vengano ricercate di routine i cambiamenti correlati a questa fase, a livello di vagina, vulva e uretra, come secchezza, irritazioni, infiammaziome ed incontinenza urinaria, che solitamente sono ignorati.

POPULAR SCIENCE dicembre 2018

Data pubblicazione: 26 gennaio 2019

2 commenti

#1
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Ex utente

Buongiorno. Avrei una domanda a proposito dell'ospemifene. Sono in menopausa da circa 2 anni (ho 53 anni); ho assunto la tos per circa 4 mesi a causa dell'atrofia vulvo vaginale in stadio iniziale; la dispareunia stava uccidendo la mia vita sentimentale, di cui la sessualità è per me una componente vitale. Poi mi è stato diagnosticato un ca mammella triple negative. Ho eseguito quadrantectomia. Mi sono stati proposti 4 cicli di adriamicina+fosfamide, e altri 12 di taxolo. Ho eseguito i primi 3 cicli, con effetti devastanti sulla mia salute fisica, mentale e con la disgregazione della mia vita di coppia nonchè relazionale in generale. Ho rifiutato di proseguire la chemioterapia (adiuvante). Ho fatto la radioterapia. In poche settimane l'atrofia vulvo vaginale si è aggravata catastroficamente. Ho chiesto cure locali ormonali, mi sono state negate. Ho chiesto l'ospemifene e mi è stato rifiutato categoricamente, perchè controindicato alle donne con tumori pregressi al seno . Ora lei dice che non è così. Insomma posso o non posso assumere l'ospemifene?

#2
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Dr. Nicola Blasi

Secondo le indicazioni dell'AIFA , l'ospemifene è indicato anche nelle donne che hanno TERMINATO il trattamento per K mammario (che hanno superato il periodo di trattamento chemioterapico ) quindi se questo trattamento è stato completato , nulla osta in quanto l'ospemifene ha un'azione selettiva soltanto su recettori VULVO-VAGINALI , senza alcuna azione sulla mammella.
SALUTI

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