NONO mese al lavoro? NO grazie

vpontello
Dr.ssa Valentina Pontello Ginecologo, Perfezionato in medicine non convenzionali

Apprendo con sconcerto la decisione del governo di rendere il nono mese di gravidanza lavorativo (seppure facoltativo), per avere 5 mesi a paga piena dopo il parto per le lavoratrici dipendenti. Si potrà quindi lavorare fino al parto, con il benestare del medico.

Ci sono molti motivi per cui questa scelta non è opportuna, nemmeno per le gravidanze a basso rischio. Molte delle nostre pazienti sono impiegate, e quindi sono costrette alla scrivania per 6-8 ore al giorno. Avere una così lunga sedentarietà aumenta alcuni dei disturbi della gravidanza: vene varicose, emorroidi, gambe gonfie, mal di schiena, difficoltà digestive. Non solo, nel terzo trimestre la qualità del sonno cambia, si dorme di meno, e non essere tenute ad andare al lavoro il giorno dopo consente di recuperare un po’ di riposo.

Ci sono poi da considerare i rischi ostetrici: l’ultimo mese è quello più critico, diversamente da quanto comunemente ritenuto. È il momento, infatti, in cui una gravidanza fino ad allora apparentemente fisiologica (“basso rischio” non vuol dire “rischio zero”) può mostrare patologie più o meno rilevanti:

  • ritardo di crescita tardivo, che è molto difficile da diagnosticare
  • rialzo pressorio, gestosi
  • oligoidramnios (riduzione del liquido amniotico)
  • morte endouterina (evenienza rara, ma che ha un picco alle 38 settimane)

Ci sono anche motivi organizzativi: per chi lavora a tempo pieno e ha scelto l’ottavo mese lavorativo, il nono mese è l’unica opportunità per riposare, fare il corso preparto (importantissimo, vedi anche il mio articolo sul parto, che per alcune donne è vissuto come un trauma), andare in piscina o fare ginnastica per gestanti, per alleviare i disturbi tipici del terzo trimestre di gravidanza (mal di schiena, gambe gonfie). E’ un tempo prezioso da dedicare a sé stesse e al bambino che sta per arrivare. Anche e soprattutto dal punto di vista psicologico, diventare madre è un cambiamento che ha bisogno della sua preparazione e del suo tempo, e che va vissuto con consapevolezza e non come una delle tante cose da fare.

In base a questa nuova normativa, la gestante potrà lavorare per 8 ore alla scrivania, la notte ricoverarsi, partorire e poi da lì in poi la aspettano almeno 3 mesi (se non di più) di lavoro continuo notte e giorno. Mi sembra un programma degno di un paese in via di sviluppo.

Data pubblicazione: 06 dicembre 2018

15 commenti

#15
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Utente 592XXX

Dottoressa buonasera...volevo spiegarle la mia situazione...il 2 aprile scopro di essere incinta..il 3 faccio beta e sono a 18...il 4 mi viene un presunto ciclo di 5 giorni....faccio beta dopo 1 settimana e sono a 82...la rifaccio dopo 6 giorni e sono a 1500...dato che non mi capacito oggi la rifaccio a distanza di 2 giorni in un altro lsboratorio e risulta a 1238...cosa devo fare?

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