Endometriosi e consumo di frutta e verdura: esiste una correlazione?
L'endometriosi è una malattia cronica, che causa una sintomatologia dolorosa pelvica invalidante e sterilità. La malattia dipende dalla presenza di aree di endometrio in sede atipica (ovaio, tuba, peritoneo pelvico, setto retto-vaginale, vescica, intestino, polmone, ecc), che mestruando provoca dolore ed infiammazione cronica.
Tra le cause di endometriosi è stata considerata anche la dieta. Sono stati di recente pubblicati i risultati di uno studio prospettico di coorte su 70835 donne dal 1991 al 2013 (H. R. Harris et al, Fruit and Vegetable Consumption and Risk of Endometriosis, Hum Reprod. 2018, 33(4):715-727), che si è occupato di valutare la correlazione tra il consumo di frutta e verdura e il rischio di endometriosi confermata laparoscopicamente.
Dallo studio è emersa una correlazione inversa tra il consumo di frutta fresca, in particolare agrumi, e l'incidenza di endometriosi, mentre la dieta ricca di alcune verdure, come cavoli, piselli e fagioli presenta un rischio maggiore di tale patologia.
L'effetto protettivo della frutta, in particolare degli agrumi, sarebbe legato al contenuto di vitamine A, C e E, che hanno effetto antiossidante e sono carenti nelle donne affette da endometriosi. Lo sviluppo delle cellule endometriali nel peritoneo può essere influenzato dai radicali liberi e dai ROS (Prodotti intermedi dei processi cellulari di riduzione dell'ossigeno), i cui effetti vengono neutralizzati dalla vitamina C. Essendo gli agrumi ricchi di beta-cryptoxanthina, questi aumentano il retinolo sierico. I retinoidi contrastano la produzione di citochine tipica dell'endometriosi.
I cavoli invece sarebbero associati ad una maggiore incidenza di endometriosi nelle loro consumatrici perchè, essendo indigesti, provocano spesso sintomi di colon irritabile che spingono ad un approfondimento diagnostico attraverso laparoscopia, che fa rilevare la malattia.
Anche se ulteriori studi sono necessari per chiarire la relazione tra dieta ed endometriosi, ancora una volta sembra evidente una correlazione tra una condizione patologica e l'alimentazione.