Nel trattamento della sterilità è ora di mettere a dieta gli obesi
L'obesità è in aumento, come riferisce il rapporto della Organizzazione Mondiale della Sanità del 2017 ed interessa sempre più la popolazione in età riproduttiva. Un recente studio pubblicato su Human Reproduction rivela che la dieta può essere molto utile nei programmi di assistenza per la sterilità e che si ottengono migliori risultati se dimagriscono entrambi i membri della coppia (Damien Best et al, New debate: Is It Time for Infertility Weight-loss Programmes to be Couple-based, Hum Reprod. 2017;32(12):2359-2365.).
Nella donna il sovrappeso ostacola l'ovulazione, interferendo negativamente con gli ormoni sessuali, compromette la qualità degli oociti e la vitalità degli embrioni prodotti, così aumenta il rischio di sterilità e abortività. Inoltre l'insulinoresistenza collegata all'obesità espone la donna a gravidanze e parti più rischiosi, per insorgenza di numerose complicazioni, quali diabete, ipertensione gestazionale, morte endouterina del feto, distocia, emorragia post-partum, macrosomia fetale, ipoglicemia neonatale, ecc.
Nell'uomo l'obesità favorisce il surriscaldamento dei testicoli ed un eccesso di estrogeni circolanti, fattori che ostacolano la spermatogenesi, compromettendo la qualità dello sperma e riducendo la fertilità maschile.
Molti ricercatori hanno studiato gli effetti della riduzione del peso corporeo sulla fertilità nella popolazione in sovrappeso, evidenziando un notevole miglioramento del tasso di fertilità, soprattutto se la dieta viene seguita da entrambi i membri della coppia, che si sostengono a vicenda nel programma nutrizionale. Spesso entrambi sono obesi, perchè condividono lo stesso tipo di alimentazione e scarsa attività fisica. I programmi di dimagrimento associati all'esercizio fisico di coppia, adeguatamente supportati sul pian psicologico, per contenere l'ansia e lo stress dei cambiamenti comportamentali, hanno dato migliori risultati rispetto ai programmi individuali perquesto motivo.
In conclusione, è giunta l'ora di inserire la perdita di peso nel programma di assistenza alle coppie infertili affette da obesità, per favorire la fecondazione e ridurre poi i rischi delle gravidanze finalmente ottenute, migliorandone l'outcome.