Dottoressa, sono ancora fertile?
Questa Domanda oggi è sempre più frequentemente posta al ginecologo da donne alla soglia dei quaranta o addirittura dei cinquanta anni, in cerca di una gravidanza, spesso addirittura per la prima volta. Esistono anche pazienti che, di fronte alle prime irregolarità mestruali, ci chiedono a che punto è la menopausa.
Per tutti questi motivi è particolarmente interessante l'articolo uscito di recente intitolato: Testing and Interpreting easures of Ovarian Reserve: A Committee Opinion (Practice Committee of american Society for Reproductive Medicine, Fertil Steril 2015;103:e9-e17).
I follicoli ovarici raggiungono il loro numero massimo nel corso della vita intrauterina, per poi diminuire progressivamente in maniera più o meno accentuata a seconda delle caratteristiche genetiche di ogni donna. L'età materna è il principale fattore causale del declino del numero e della qualità degli oociti. Alcune patologie come la Sindrome di Turner o la mutazione FMR1, la chirurgia ovarica, la chemio o la radioterapia accelerano drammaticamente questo processo.
I test di valutazione della riserva ovarica sono vari:
- FSH: l'aumento di tale ormone oltre i valori soglia è indicativo di bassi valori di estradiolo e di inibina B, responsabile del n° dei follicoli ovarici. Quando il N° dei follicoli diminuisce, si riducono i livelli di inibina e conseguentemente aumenta l' FSH, attraverso un meccanismo di feed-back negativo.
- Test al clomifene: è un test di stimolo della funzione ovarica. Dopo somministrazione per 5 giorni di 100 mg di clomifene al dì, le donne con scarsa riserva ovarica hanno elevati livelli di FSH.
- AMH (ormone antimulleriano), prodotto dai follicoli ovarici. Se basso indica una scarsa risposta durante i trattamenti per la sterilità.
- AFC (conta dei follicoli antrali): il N° dei follicoli da 2 a 10 mm nelle 2 ovaie è un importante indice di fertilità, se minore di 7 è più bassa la risposta alle terapie di stimolazione ovarica.
Non è raccomandato il dosaggio dell'inibina B.
Gli autori concludono dicendo che i risultati di questi test non devono essere utilizzati per escludere le pazienti dai programmi di fecondazione artificiale.
Tuttavia questi test possono essere molto utili per consigliare le donne a gestire nel modo migliore le loro potenzialità riproduttive.
In conclusione i risultati di questi test sono utili per spingere le donne a metter su famiglia il prima possibile, perchè l'età è il maggior fattore di rischio per la sterilità. Una donna attempata che abbia una scarsa riserva ovarica avrà poche possibilità di ottenere un concepimento, pertanto è meglio indirizzarla direttamente all'ovodonazione, mentre una giovane avrà probabilmente pochi follicoli, ma di migliore qualità, quindi più responsiva ai vari trattamenti a disposizione.