Nascere senza vagina: la vagina “bionica” una nuova soluzione dagli USA
Prendo spunto da una recentissima notizia che proviene dagli USA, riguardo una nuova tecnica che consente di ricreare in laboratorio una vagina “bionica”, per parlarvi di una sindrome che colpisce alcune ragazze che nascono senza vagina: la Sindrome di Mayer-Rokitansky-Kustner-Hauser.
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Lo studio effettuato su 4 ragazze di età compresa tra i 13 e i 18 anni, affette da questa sindrome, nate senza vagina e pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, ha permesso di realizzare in laboratorio una vagina artificiale, utilizzando le cellule epiteliali e muscolari prelevate dalla vulva delle pazienti.
Queste cellule sono state poi posizionate su una impalcatura biodegradabile che riproduceva la forma di una vagina e messe in coltura, dopo 4-6 settimane la neovagina così ottenuta è stata trapiantata nelle giovani pazienti che ha perfettamente attecchito.
A distanza di 8 anni da questo intervento, le pazienti hanno riferito una normale e soddisfacente funzione vaginale e sessuale.
Ma da che cosa è caratterizzata questa sindrome di Rokitansky, e come si presenta in una giovane ragazza?
Questa sindrome, è caratterizzata da alcune malformazioni: la vagina è assente e i rapporti sessuali sono ovviamente difficoltosi, dolorosi, se non impossibili, l’utero e talvolta anche le tube sono assenti, quindi la ragazza a causa della mancanza di questi organi è sterile e non ha le mestruazioni.
In rarissimi casi è possibile riscontrare rudimentali abbozzi di tessuto uterino, che come riportato in letteratura scientifica, in seguito a intervento chirurgico, hanno consentito di ripristinare il ciclo mestruale, ma non la possibilità di gravidanza.
Le ovaie invece sono presenti e il ciclo ovarico e il quadro ormonale è perfettamente normale con normale sviluppo dei caratteri sessuali, genitali esterni e cariotipo (46XX) normale.
In alcuni casi possono essere presenti anche malformazioni in altri organi, soprattutto malformazioni renali.
Ci si accorge di questa sindrome generalmente alla pubertà e durante l’adolescenza, perché non compaiono le mestruazioni e i rapporti sessuali sono dolorosi e impossibili.
La diagnosi si effettua oltre che con esame clinico e ginecologico della paziente, anche con altri esami come ecografia e risonanza magnetica della pelvi per uno studio accurato degli organi genitali interni, e il cariotipo per differenziarla da patologie cromosomiche (sindrome di Morris, sindrome di Turner, ecc.)
Quali sono i trattamenti finora utilizzati per trattare questa sindrome?
A prescindere dal problema della sterilità dovuto all’assenza dell’utero e risolvibile attraverso una maternità surrogata (utero in affitto) o adozione, il primo scopo è quello di consentire a queste ragazze di avere normali rapporti sessuali e di creare quindi una vagina normale.
Oltre l’uso di dilatatori vaginali, le due tecniche chirurgiche più utilizzate finora sono state il metodo McIndoe che prevede la costruzione di una vagina artificiale utilizzando la cute della paziente e dilatatori vaginali, e il metodo Vecchietti, che attraverso un intervento per via laparoscopica mette in trazione verso l’alto un dispositivo ovalare che aiuta a creare un canale vaginale.
La nuova tecnica messa a punto dagli scienziati americani per creare una vagina artificiale o "bionica" in laboratorio a partire da cellule della paziente con successivo trapianto, potrebbe essere sicuramente una ulteriore opzione terapeutica, forse meno traumatica e utilizzabile anche in altri casi in cui è necessario creare una nuova vagina, come traumi o tumori vulvovaginali ad esempio.
Da non tralasciare poi sicuramente un adeguato supporto di tipo psicologico per la particolare e delicata situazione di queste ragazze, che si trovano ad affrontare diversi problemi legati alla sfera della loro femminilità: l’assenza del ciclo mestruale, l’impossibilità di avere rapporti e una serena vita sessuale e il problema della sterilità.
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