L’eco 3D in gravidanza fa male?

vpontello
Dr.ssa Valentina Pontello Ginecologo, Perfezionato in medicine non convenzionali

Recentemente un noto mensile ha pubblicato un articolo riguardo alla presunta pericolosità dell’eco 3D in gravidanza. Una mia paziente, per la preoccupazione di quanto aveva letto, mi ha portato il ritaglio, chiedendomi spiegazioni. 

Vorrei rassicurare chi si sottopone all’ecografia in gravidanza (3D e bidimensionale classica), che la metodica non è affatto dannosa. In oltre 30 anni di pratica ecografica in tutto il mondo, nessuno studio ha mai evidenziato danni sul feto. 

Infatti, gli effetti di cavitazione (vale a dire formazione di bolle d’aria) e di aumento di temperatura dei tessuti si verificano solo per intensità di ultrasuoni ben superiori a quelle usate dagli ecografi, ad esempio nel caso degli strumenti per rompere i calcoli renali.

L’ecografia in gravidanza quindi non è pericolosa, al contrario sono estremamente dannosi per il benessere materno gli inutili allarmismi.

È fuori discussione il fatto che l’ecografia 3D in gravidanza abbia un valore ludico, più che strettamente medico. Tuttavia, alcuni studi sottolineano che l’ecografia 3D, più comprensibile della comune eco 2D (si vedono in modo preciso i tratti del viso fetale), ha effetti benefici sui genitori, aumentando il bonding (vale a dire il legame affettivo) tra genitori e feto. Questo vale particolarmente per il padre, il cui bonding dipende molto dal contatto visivo più che fisico (non può infatti avvertire il contatto diretto, se non dall’esterno dell’addome materno). Inoltre, l’esposizione agli ultrasuoni di una 3D è identico a quello dell’ecografia 2D (infatti, sono tante fette di 2D, che il computer mette insieme, per calcolare il volume).

Potrebbe essere diverso il discorso degli ultrasuoni usati al di fuori del contesto medico: tempo fa fece notizia sulla stampa americana il fatto che Tom Cruise, quando la moglie era incinta, aveva comprato un ecografo da tenere in casa (lui che chiaramente se lo poteva permettere!). Non era noto se era Cruise stesso ad azionare l’apparecchio, oppure se periodicamente veniva un ecografista per fare il controllo (cosa più verosimile). Fatto sta che era nata una polemica sull’uso non medico degli ultrasuoni. Alla fine della gravidanza, i coniugi Cruise donarono l’apparecchio all’ospedale di zona e di questo non si è più parlato (anche se ricorre come spiritoso aneddoto, che a volte racconto alle pazienti).

Un altro uso non medico degli ultrasuoni consiste nei Doppler portatili, che le madri possono usare per ascoltare il battito fetale. Personalmente, sono contraria all’uso di tali strumenti per placare le ansie, soprattutto delle mamme con precedenti ostetrici negativi.

Questo per vari motivi:

  • il Doppler fetale utilizza delle intensità superiori rispetto alla comune ecografia 2D/3D. Durante le flussimetrie Doppler è comune vedere che il feto si muove se prima era fermo. Quindi, questa metodica potrebbe “dare fastidio” al bambino, anche se non ne è dimostrata la pericolosità.
  • Inoltre, con questi apparecchi si cerca di arginare il fenomeno dell’ansia materna, ma senza comprenderla né aiutare a elaborarla.
  • La rassicurazione potrebbe essere falsa, nel senso che si può prendere un vaso materno, mentre il bambino è senza battito cardiaco (le madri possono avere frequenze tachicardiche come il feto).
  • Infine, sarebbe molto più importante educare le madri a percepire i movimenti fetali, segno di benessere, piuttosto che ascoltare il battito (che non dà informazioni utili in questo senso, anche per il motivo appena illustrato).

Insomma, l’ecografia non è un giocattolo, ma non divulghiamo notizie faziose sulla presunta pericolosità. Aiutiamo inoltre le future mamme a contattare la propria ansia e a elaborarla, più che coprirla con rimedi sintomatici.

 

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Riferimenti

  • Safe use of Doppler ultrasound during the 11 to 13 + 6-week scan: is it possible? Salvesen KÅ, Lees C, Abramowicz J, Brezinka C, Ter Haar G, Maršál K Ultrasound Obstet Gynecol. 2011 Jun;37(6):625-8.
  • Three-dimensional ultrasound and maternal bonding, a third trimester study and a review. de Jong-Pleij EA, Ribbert LS, Pistorius LR, Tromp E, Mulder EJ, Bilardo CM. Prenat Diagn. 2013 Jan;33(1):81-8.
  • Preexamination and postexamination assessment of parental-fetal bonding in patients undergoing 3-/4-dimensional obstetric ultrasonography. Pretorius DH, Gattu S, Ji EK, Hollenbach K, Newton R, Hull A, Carmona S, D'Agostini D, Nelson TR. J Ultrasound Med. 2006 Nov;25(11):1411-21.
Data pubblicazione: 14 ottobre 2013 Ultimo aggiornamento: 30 ottobre 2013

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