Pap-test nelle donne lesbiche: è sottovalutato!

Un recente studio pubblicato su BioMedCentral Public Health ha preso in considerazione l’utilizzo dello screening ginecologico, in particolare l’esecuzione del Paptest, nelle donne lesbiche. 

E’ stata condotta negli Stati Uniti una intervista online su 3000 donne che si autodichiaravano lesbiche e di queste sono state analizzate 1006 donne che hanno risposto alle domande per valutare i comportamenti e le barriere che limitano l’esecuzione degli screening ginecologici.

Il 62% delle pazienti intervistate eseguono regolarmente gli screening. Il rimanente 38% delle donne lesbiche sottovaluta l’importanza dello screening.

La ragione principale per la mancata esecuzione del paptest veniva riferita alla mancanza di informazione da parte del proprio medico.

Le donne che erano a conoscenza che la non esecuzione del paptest le espone a maggiori rischi di avere un tumore al collo dell’utero erano anche quelle che più spesso eseguivano lo screening. Il fattore maggiormente determinante per la decisione di eseguire il controllo ginecologico ed il paptest è rappresentato dalla raccomandazione che viene fatta dal proprio medico.

Il cancro al collo dell’utero ha come fattore predisponente l’ infezione da HPV. Questa infezione può manifestarsi anche in donne che non hanno rapporti sessuali con partner maschili. Le donne lesbiche possono avere la stessa probabilità di contrarre un’infezione da HPV ed il fatto di avere rapporti con lo stesso sesso non le protegge dalla possibilità di sviluppare questa infezione.

Dallo studio americano emerge un dato importante: l’informazione che viene data dal proprio medico o ginecologo ha un ruolo essenziale nell’esecuzione degli screening diagnostici.

Nello specifico, è importante informare che tutte le donne, anche coloro che hanno rapporti con lo stesso sesso, devono eseguire i controlli ginecologici ed in particolare il paptest che rappresenta tuttora il miglior metodo di prevenzione per il cancro del collo dell’utero.

Fonte: Understanding cervical cancer screening among lesbians: a national survey

Data pubblicazione: 13 settembre 2013

1 commenti

#1
Foto profilo Dr. Manlio Converti
Dr. Manlio Converti

Il problema resta la mancata accoglienza da parte dei medici delle persone Lgbt. Di fatto altri studi dimostrano che oltre la metà dei medici in Europa pensa che l'omosessualità sia una malattia (morale o mentale) e l'ISTAT ha dimostrato nel 2011 che almeno il 35% delle persone LGBT ha subito discriminazione in ambito sanitario. Questo ovviamente distrugge ogni possibilità di relazione medico-paziente e soprattutto impedisce l'accesso alle cure.
Parlarne nei convegni però è impossibile ! Tabù...
Le società scientifiche ancora non hanno recepito neanche la nota WPA di marzo 2016

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