Acquistare la pillola senza ricetta medica

I Medici dell'AMERICAN COLLEGE of OBSTETRICIANS and GYNECOLOGIST (ACOG) sostengono, in un manifesto del loro bollettino, che la pillola contraccettiva dovrebbe essere distribuita liberamente senza l'obbligo di prescrizione medica, sottolineando che questo atteggiamento porterebbe ad una riduzione delle gravidanze indesiderate, a rischio di terminare in seguito ad interruzione della gravidanza (IVG), soprattutto tra le più giovani.

Il documento sottoscritto dai Medici ACOG sottolinea inoltre che:

  • diversi studi scientifici dimostrano che le donne adotterebbero più volentieri la contraccezione orale, se non avessero necessità della ricetta medica;
  • altre ricerche hanno evidenziato invece come le donne siano brave quanto i medici nel controllare se stesse per motivi di salute;
  • " i costi, le difficoltà di accesso e la comodità sono le ragioni più comuni per cui le donne non usano la contraccezione o lo fanno in maniera poco continua (ACOG practice bulletin);
  • nonostante nessun farmaco sia esente da rischi, c'è un generale consenso che la pillola sia sicura.C'è un rischio di trombosi, ma è estremamente basso e significativamente più basso rispetto a quello che si ha in gravidanza o nel post-partum;
  • è provato scientificamente che le donne continuano a sottoporsi presso il proprio medico a visite per prevenzione e screening, anche quando gli è concesso di recarsi presso le farmacie senza la prescrizione medica.
  • le donne che ricevono più di un blister di pillole per volta hanno maggiori probabilità di continuare la contraccezione ormonale, rispetto a chi riceve una sola confezione.

Il mio commento a questo "manifesto dell'ACOG" mi porta a fare delle considerazioni sugli allarmismi che si sono scatenati sulla "pillola",  farmaco con un grande impatto socio-culturale che quasi obbligatoriamente genera controversie e grande interesse dei mezzi di informazione. Questo interessse finisce col modificare i contenuti scientifici su cui dovrebbe basarsi la valutazione del rapporto rischi/benefici.

La Food and Drug Administration (FDA) che approva l'utilizzazione di questi farmaci, ha la responsabilità di garantire la sicurezza e l'efficacia di qualsiasi farmaco. Le sue decisioni e raccomandazioni rappresentano un momento di equilibrio tra notizie non sempre scientificamente esatte e studi clinici che sono stati eseguiti nell'arco di circa 50 anni.

 

Data pubblicazione: 27 novembre 2012

6 commenti

#1
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Dr. Alessandro Scuotto

Caro Nicola,
vorrei porre un paio di quesiti sull'argomento:

1) Ammesso che "diversi studi scientifici dimostrano che le donne adotterebbero più volentieri la contraccezione orale ,se non avessero necessità della ricetta medica", perché ciò accade?
Non sarebbe forse utile indagare e correggere le motivazioni alla base di questo comportamento?

2) Ammesso che il rischio di trombosi sia "estremamente basso", ma è ugualmente basso per le donne in buone condizioni di salute, per le fumatrici, per le tachiaritmie, per le eterozigoti di anemia mediterranea, per le iperfibrinogenemie...?
E se il rischio non è pari, è davvero inutile che una visita medica possa svelare eventuali circostanze per l'aumento di rischio?

#2
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Dr. Nicola Blasi

Ciao Alessandro, cercherò di rispondere alle tue interessanti domande
1. la strategia di comunicazione va attentamente valutata : bisogna evitare gli allarmismi nel presentare alle donne gli eventuali rischi tromboembolici legati all'assunzione di estro-progestinici,e quindi la "ricetta medica" diventa uno strumento di paura ,di preoccupazione.
Bisognerebbe effettuare un sondaggio tutto italiano a questo proposito
2. dovrei riferirti che in Italia la prevalenza degli stati trombofilici per il deficit di antitrombina è 0.02/0,2 % ,deficit di proteina C 0,1/0,5% ,Fattore V Leiden 3/7 % Sulla base di questi riscontri si potrebbe fare una considerazione , è necessario effettuare uno screening indiscriminato per la trombofilia in tutte le donne asintomatiche che desiderano utlizzare la contraccezione ormonale?
Ti saluto e mi auguro di aver risposto alle tue domande

#3
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Dr. Alessandro Scuotto

Nicola, grazie per la risposta.
Quindi se la pillola non avesse più la necessità di ricetta medica diventerebbe un "farmaco da banco" e la lettura del foglietto illustrativo potrebbe essere esauriente perché la potenziale consumatrice possa essere informata sugli effetti collaterali e le controindicazioni.
Un po' come per gli antinfiammatori non steroidei, nel cui foglietto illustrativo è segnalato che chi ha l'ulcera peptica non deve utilizzare il farmaco.

Ma ora mi sorge un'altra domanda: a fronte di una notevole variabilità dei prodotti in commercio, poiché tra dosaggio dell'etinilestradiolo e tipo e dosaggio del progestinico (levonorgestrel, desogestrel, drospirenone...) ci saranno più di una dozzina di possibilità, come fa la potenziale acquirente a scegliere la pillola più adatta? A caso o gliela consiglierà il farmacista?

#4
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Dr. Nicola Blasi

Acquistarla senza ricetta non significa non consultare il medico,significa non avere un legame burocratico!
Quante volte un cambio di tipo di pillola suggerito telefonicamente non si è potuto realizzare per mancanza della "ricetta, con conseguente abbandono della contraccezione.
Ciao ALESSANDRO

#5
Foto profilo Dr. Alessandro Scuotto
Dr. Alessandro Scuotto

Grazie, ho compreso.
La tua risposta è di grande sensibilità e - a mio avviso - va incontro alla necessità di stabilire un rapporto medico-paziente che privilegi la "relazione" e spezzi il "legame"!
Ciò ovviamente non soltanto in ginecologia.
Condivido pienamente questo impegno, talvolta faticoso, ma di grande efficacia e soddisfazione.

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