Gravidanza: pericolosità delle erbe
L’uso di erbe in gravidanza è abbastanza comune anche in Italia.
Uno studio pubblicato nei giorni scorsi evidenzia come alcuni trattamenti con erbe o loro derivati possano essere pericolosi e comportare dei rischi in gravidanza.
Farmaci a base di erbe sono spesso propagandati come 'naturali' e 'sicuri' e tali affermazioni possono attrarre le donne in stato di gravidanza. Più di un quarto delle donne italiane in gravidanza consuma erbe ogni giorno per almeno 3 mesi durante la gravidanza.
Una particolare attenzione deve essere posta al consumo di olio di mandorle in quanto può essere associato a parto pretemine.
E’ stato eseguito uno studio retrospettivo multicentrico di coorte effettuato su un periodo di 15 mesi.
Le pazienti che hanno utilizzato olio di mandorle hanno avuto più nascite pre-termine (29 su 189) rispetto alle non-utilizzatrici (51 su 511). Le utilizzatrici di olio di mandorle hanno presentato un aumento del rischio di dare alla luce il feto <37 ° settimana (odds ratio = 2.09, intervallo di confidenza 95%: 1,08-4,08).
L'applicazione quotidiana di olio di mandorle sull'addome per alleviare le smagliature è risultato significativamente associato con la presenza di parto prematuro, anche dopo aver controllato per fattori confondenti, quali fumo di tabacco e gravidanze multiple. Questo risultato, tuttavia, segnalano gli Autori, deve essere interpretato con cautela a causa della natura retrospettiva dell’ indagine e lo scarso numero di partecipanti.
L’applicazione di olio di mandorle sull'addome potrebbe stimolare meccanicamente il miometrio, in tal modo inducendo contrazioni premature. Lo stress fisico, come i lavori usuranti, è noto per indurre il parto pretermine (come da precedenti studi).
Gli Autori suppongono tra l’altro che uno o più componenti dell’ olio di mandorle può penetrare il tessuto e produrre alcuni effetti uterotonici. Infatti, l'olio di mandorle viene usato come solvente per effettuare cocktail di erbe per il trattamento della dismenorrea in donne coreane, suggerendo che questo composto può effettivamente influenzare la contrattilità del miometrio.
Gli Autori hanno evidenziato che vitamina C ed E sono presenti in quantità elevate in olii estratti da mandorle dolci (Gruenwald et al, 2000;.. Vaivre-Douret et al, 2009). La somministrazione profilattica di entrambe le vitamine per migliaia di donne in stato di gravidanza è stata infatti associata a esiti negativi della gravidanza, quali la mortalità perinatale, parto prematuro e rottura prematura delle membrane (Xu et al, 2010;.. Conde-Agudelo et al, 2011). Inoltre, l’olio di mandorla contiene una elevata percentuale di acido oleico e linoleico, note come precursori di prostaglandine (Kodad e Socias, 2008) che potrebbero stimolare o inibire le contrazioni uterine (Proctor e Murphy, 2001).
Gli Autori sottolineano che l'uso di erbe durante la gravidanza non può essere considerato sicuro, solo sulla convinzione generale che gli estratti di piante sono inattivi biologicamente e gli eventi avversi sono sconosciuti (Ernst, 2002, Donald e Snodgrass, 2005; Holst et al ., 2011; Vitalone et al, 2011).
Uno studio effettuato in Canada ha trovato un'associazione tra l'assunzione di lino e parto prematuro (Moussaly e Berard, 2010), mentre Boivin e Schmidt (2009) hanno riportato che l'uso di medicine complementari e alternative è stato associato ad una minore incidenza di gravidanze in corso in una popolazione infertile in attesa di tecniche di riproduzione assistita.
Gli Autori concludono che gli operatori sanitari non dovrebbero ignorare l'uso di erbe durante la gravidanza e dovrebbero essere a conoscenza delle effettive proprietà delle erbe stesse, garantendo quindi che non vi siano effetti collaterali che possano compromettere il benessere del feto.